Vittoria Casa all’incontro “GRAND (TOUR)ISMO ITALIA” Remind

All’incontro “GRAND (TOUR)ISMO ITALIA” Remind del 27 settembre 2021 ha contribuito ai lavori la Presidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera Vittoria Casa affermando:

“Saluto tutti i presenti e mi scuso per la mia assenza dovuta a impegni istituzionali. Parlare di turismo, delle potenzialità dei nostri borghi, di cultura, di paesaggio e di bellezza è sempre importante; farlo in questo momento, ancora di più.

Sono nata e cresciuta a Bagheria, punto finale del Grand Tour. Appena un mese fa, a Villa Palagonia, dove Goethe soggiornò proprio nel contesto di un Grand Tour, e dove nel tempo, tra gli altri, hanno trovato ispirazione Salvador Dalì, Renato Guttuso, Marco Bellocchio e Giuseppe Tornatore, sono riuscita a organizzare un incontro della Commissione Cultura che ha avuto per tema le riforme universitarie e il Recovery Plan.

Ecco, direi che per riportare al presente gli splendori del Grand Tour, per dargli una forma che comprenda tutto il Paese e che nel contempo restituisca linfa al turismo, i fondi del Next Generation Eu saranno fondamentali.

Noi oggi, nel contesto di una ripresa già in atto, sappiamo che nel Recovery Plan c’è un Piano nazionale per migliorare l’attrattività dei borghi da più di 1 miliardo di euro (1.020 milioni), che altri 600 milioni di euro verranno destinati alla protezione e alla valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale, che ulteriori 300 milioni di euro verranno usati per valorizzare giardini e parchi storici, che infine quasi mezzo miliardo di euro (435 milioni) sarà investito sugli itinerari culturali e sui treni storici.

Circa il 70% di queste risorse – stando a quanto stabilito dall’Italia e dall’Europa – sarà impiegato entro la fine del 2022. Tutto ciò significa sostegno al territorio e soprattutto un’idea di turismo diffuso: un modello di offerta che finalmente esce dalla gabbia del centralismo delle grandi città d’arte e diventa esperienza allargata, policentrica, ragionata, esattamente come lo fu la grande cultura nel nostro Rinascimento.

Durante la pandemia ce lo siamo detti tante volte: dobbiamo ripensare noi stessi, non possiamo tornare alle vecchie pratiche. Direi che questo vale tanto di più, quanto più sono in palio le potenzialità del Paese reale, la sua identità, lo splendido mosaico d’arte, di storia, di paesaggio che rappresenta. Oggi il nostro Touring Club conta ben 262 “Bandiere arancioni”, località che si propongono di essere mete ideali per le vacanze, luoghi che soddisfano i nostri bisogni di tranquillità, di vita all’aria aperta, di cibo genuino, di benessere, di autenticità. Mi chiedo: quanti Paesi al mondo possono vantare una ricchezza del genere?

Ormai non possiamo più prescindere dalla valorizzazione del nostro patrimonio. In Sicilia, proprio in questo periodo, c’è un’esperienza che ritengo valida e che si è progressivamente consolidata: un Festival della valorizzazione del patrimonio che si chiama “Le vie dei Tesori”. Nata a Palermo nel 2006, ispirata inizialmente dal Festivalletteratura di Mantova, questa rassegna è riuscita in 15 anni a oltrepassare le mura cittadine, a crescere e coinvolgere tutta la regione, a riunire soggetti pubblici e privati, a parlare trasversalmente al pubblico, ad appassionare le persone stesse nella tutela delle infrastrutture, a darsi una comunicazione strutturata e innovativa, a digitalizzarsi, a valorizzare il patrimonio “maggiore” e “minore”, ad affascinare attraverso una strategia narrativa del bello.

Lo ha fatto puntando soprattutto sui giovani più preparati e più disposti a spendersi per darsi un futuro che non sia quello di andare a studiare o a lavorare altrove.

Si tratta di un esempio, uno dei tanti, che sono sicura si trovano ovunque in Italia. Oggi, con la fine della pandemia, con un turismo diffuso, con un grande investimento sulle infrastrutture digitali, con la formazione di specifiche figure professionali, possiamo veramente pensare di trasformare – pezzo per pezzo – l’intero Paese. Si tratta di un’opportunità unica nella nostra storia. Mi auguro che tutta la nostra classe dirigente sia capace di sfruttarla pienamente”.

 

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