Remind Filiera Immobiliare, presieduta da Paolo Crisafi, con il suo Comitato Tax &Legal per gli investimenti coordinato da Francesco Capitta – e composto da Marco De Vincenzi, Giovanni Di Corato, Roberto Fraticelli, Luca Lucaroni e Giorgio Pieralli – con consigliere Scientifico Maurizio Leo, ha presentato due misure normative che consentirebbero il rilancio degli investimenti immobiliari in Italia e permetterebbero un’accelerazione del processo di armonizzazione con le normative europee.
Le due misure proposte dal team di Francesco Capitta sono l’equiparazione delle società immobiliari quotate estere (c.d. “REITs”, real estate investment trusts) alle società immobiliari quotate italiane (“SIIQ”) e l’introduzione dei fondi immobiliari aperti.
La misura sulle SIIQ mira ad eliminare l’attuale discriminazione nei confronti dei soggetti non residenti consentendo a tali soggetti di investire in Italia tramite società controllate non quotate alle quali si applica il regime di esenzione (c.d. “SIINQ”).
La misura non comporta maggiori oneri per l’erario, ma anzi genererà effettivi positivi per le casse dell’erario che deriveranno dal combinato disposto del nuovo regime con l’imposta di ingresso con aliquota del 12%.
L’altra misura consiste nell’introduzione nell’ordinamento italiano del nuovo strumento dei fondi immobiliari aperti atteso che oggi i fondi immobiliari possono essere istituiti solamente in forma chiusa. Per quanto riguarda il trattamento fiscale, si prevede che i fondi immobiliari aperti siano soggetti allo stesso regime fiscale dei fondi immobiliari chiusi. Anche questa misura non comporta maggiori oneri per l’erario, ma solamente effetti positivi derivanti da maggiori investimenti nel paese. Introduzione di norme che consentirebbero di investire in Italia come negli altri stati internazionali portando ingenti capitali. Durante gli incontri promossi da Remind gli esperti pubblici e privati hanno anche parlato di una ipotesi di norma apparentemente contraria ai principi comunitari ovvero la diminuzione unilaterale da parte delle PA del 15./. del canone di locazione.
Tale norma andrebbe probabilmente stralciata e rivista diversamente alla luce di tavoli di lavoro specifici; in caso si volesse mantenere nel corso delle riunioni Remind è emerso che gli importi derivanti dalla riduzione dei canoni sarebbe bene fossero reinvestiti, almeno parzialmente, dalle Amministrazioni, in base a specifico accordo con la proprietà, in interventi sugli stessi immobili e sui relativi impianti ai fini della messa in sicurezza, dell’efficientamento energetico-ambientale della riqualificazione energetica e della ricerca in materia di valorizzazione dei rifiuti.