Laura Aprati al Premio Internazionale Buone Pratiche 2022

Laura Aprati, Giornalista RaiNews e Autrice Televisiva, commentando l’edizione del 13 Giugno 2022 del Premio Internazionale Buone Pratiche NewsRemind in collaborazione con il Parlamento Europeo Ufficio Italia, ha detto:

“È con orgoglio che ricevo il Premio internazionale per le buone pratiche ideato da Paolo Crisafi e da Carlo Corazza, che ringrazio insieme a tutta la giuria per avermi scelto.

Ricevere un premio per le “buone pratiche” per chi fa giornalismo è non un punto di arrivo ma un pungolo a fare sempre al meglio questo lavoro, che per me è anche una forte passione nata sui banchi di scuola e coltivata grazie all’ apertura e formazione dei miei genitori che mi hanno permesso di guardare al mondo e agli altri mai con diffidenza ma sempre con la voglia di conoscenza.

Fare la giornalista è un privilegio, entri nella vita degli altri. Racconti storie, mondi. Ti scontri con realtà difficili e devi sempre, o quasi sempre, essere capace di guardarle e trasmetterle con la massima oggettività. Ma come ha sempre detto Eugenio Scalfari “nell’essere oggettivi si è sempre soggettivi”. Perché sono i nostri occhi, le nostre orecchie, le nostre parole ad essere i mediatori, con chi guarda la tv o con chi legge un articolo.

Un lavoro che negli ultimi anni corre il rischio di “semplificare” la realtà e dividerla in due schieramenti, bianco o nero, scegliendo, anche per pigrizia, di non affrontare la complessità.

Purtroppo, in questo mento storico, nel raccontare la guerra in Ucraina troppo spesso si ricorre alla semplificazione resa ancora più rischiosa dal mondo dei social. Dove, negli ultimi decenni sono presenti misinformazione disinformazione che piegano idee e racconti non alla necessità di informare ma a quello di influenzare la società ed orientare le scelte politiche, sociali, di vita. I social, insomma, hanno migliorato di molto quello che già nel 1953 Vance Pakard definiva “I persuasori occulti”, riferendosi ai grandi brand commerciali che orientavano i consumi.

La guerra in atto ci chiede di essere sempre di più attenti, responsabili delle parole che usiamo e non piegati alle necessità del momento.

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