Andrea Monda al think tank Remind “Insieme per la Pace nel Mondo – Giornata Internazionale della Pace”

E’ intervenuto al think tank Remind “Insieme per la Pace nel Mondo – Giornata Internazionale della Pace” del 21 settembre 2022 Andrea Monda, Direttore “L’Osservatore Romano”, che ha così dichiarato: 

Mi sembra significativo oggi nella Giornata Internazionale della Pace collegare la pace alla cura della casa comune; sono infatti due facce della stessa medaglia.
 
Vorrei partire parlando del tema della fiducia e delle relazioni. In questo senso, la Laudato sì, l’enciclica di Papa Francesco, ripete che tutto è connesso e in relazione e che se è tutto è connesso si può avere speranza sia per la cura del creato e dell’ambiente sia per la pace.
Se invece al contrario tutto è sconnesso e tutto è scollegato e trionfa l’individualismo salta sia la cura della casa comune sia anche la possibilità di una vita pacifica tra le persone, tra i popoli, tra le Nazioni.
Da tre anni e mezzo sono alla guida di questo giornale molto particolare che è l’Osservatore Romano e al riguardo, Giovan Battista Montini, nel ’61, prima ancora di diventare poi Paolo Sesto, in occasione del centenario dell’osservatore umano, scrive un articolo molto bello che viene pubblicato appunto dall’osservatore romano dove lo definisce “questo singolarissimo quotidiano”.
E in effetti l’Osservatore Romano è imparagonabile a tutti gli altri giornali, nel bene e nel male, ed essendo stato nominato da Papa Francesco e vivendo in questo tempo ho cercato e stiamo cercando con tutta la redazione di offrire in questo senso chiavi di lettura al nostro lettore su questo tempo e su questo pontificato, cercando di leggere l’uno alla luce dell’altro.
Ci sembrava quasi naturale quindi approdare a questa iniziativa, che è nata il 29 giugno, di un nuovo mensile che si chiama “l’osservatore di strada”, dove i protagonisti sono proprio quelli che voi avete definito “Urbanti” e che anche noi amiamo definire “Urbanti”, termine preferibile agli altri in quanto non riduttivo e non svalutante.
In questo senso, Urbanti sono gli abitanti dell’urbe, della città, e sono disturbanti perché stanno lì e ci mettono in crisi.
 
Ritornando sul tema della fiducia, voglio dire come questo sia alla base di tutte le relazioni umane. Senza la fiducia, infatti, non può partire nemmeno la scintilla, l’alchimia, la magia delle relazioni. E la relazione è uno degli elementi oggi più in crisi che spiega poi tutte le altre crisi.
Perché è vero che noi viviamo una crisi economica e finanziaria, una crisi geopolitica e una crisi sanitaria, ma tutte queste crisi sono figlie della di una crisi che direi spirituale e psicologica e che ha messo in luce la fragilità delle relazioni.
 
E l’elemento, l’enzima o se volete la malta con cui costruire i mattoni di questa casa, che è la relazione, è proprio la fiducia, un dono che in qualche modo dobbiamo riuscire a cogliere e a praticare. Sto pensando allora per esempio all’Italia che fra quattro giorni andrà a votare; ecco le lezioni sono proprio la liturgia della fiducia nel senso di rito tramite cui si dà fiducia a qualcuno.
Noi siamo chiamati in questo senso a dare fiducia a chi non ispira fiducia, è in questo che secondo me si gioca la nostra umanità.
Bisogna avere fiducia soprattutto quando tutti i segnali non ci trasmettono questa fiducia.
Come giornale siamo andati allora proprio in questa direzione, dando vita a un mensile che si chiama appunto “l’osservatore di strada” che non solo racconta la situazione dei poveri a Roma e in Italia e dona tutti i proventi delle vendite in beneficenza e che quindi non solo è per i poveri, ma è anche con i poveri, con gli Urbanti.

Li abbiamo infatti chiamati a costruire in quest’ottica una mini-redazione per scrivere gli articoli, perché tra gli Urbanti di Roma e di tutto il mondo ci sono persone che sanno scrivere bene, che sanno scrivere poesie, che sanno fotografare, che sanno disegnare, che sono pieni di talenti e che però la vita ha messo in condizione di non poterli esprimere. Noi diamo allora loro una seconda possibilità. Papa Francesco andando all’Aquila, il giorno della Perdonanza, qualche giorno fa ha detto:”Il nostro, il Dio della Bibbia, è il Dio delle possibilità”, colui che da’ una seconda possibilità a tutti.

Questa secondo me è la fiducia, dare una possibilità di riscatto a chi magari ha sbagliato, a chi è stato scartato dalla vita; questa è allora l’esperienza che stiamo vivendo con l’osservatore di strada, che viene distribuito gratuitamente, a offerta libera, ogni domenica all’Angelus, ma è un mensile scritto da loro e che quindi non è solo per loro ma è con loro.

Penso che il mondo oggi abbia di un impulso a quella che io chiamo la manutenzione delle relazioni. In questo senso, nel corso della mia carriera da professore ho cercato di insegnare a molti ragazzi, con una ferita rispetto alla fiducia nelle relazioni, che la relazione non è un’idea astratta, ma è come una piantina, come un organismo vivente che va coltivato quotidianamente e con pazienza.

Ci illudiamo di non avere bisogno degli altri, di essere monadi che non si sfiorano, che non si toccano, che non si abbracciano; si è persa questa capacità di aprirsi all’altro e dargli fiducia e si è persa tale capacità di gestire pazientemente questa manutenzione delle relazioni.

Finisco col leggervi una breve poesia che mi ha colpito proprio in relazione a questo tema.

Una poesia struggente di Charles Bukowski che parla della relazione per eccellenza che è la relazione di coppia tra uomo e donne.

‘Sai cosa succederà a noi due? Ci cercheremo ancora, ci cercheremo nelle canzoni, nelle citazioni, nei libri, ci cercheremo tra gli sguardi della gente, magari la sera, che ci frega sempre, avremo voglia di scriverci ancora, magari nei sogni di entrambi, nonostante tutte le litigate, nonostante i con te ho chiuso sei fuori dalla mia vita, ci penseremo di nascosto e fingeremo il mattino seguente di aver pensato ad altro, ci mancheremo eccome e questa sarà la nostra punizione, la punizione di non aver provato a tenerci quando tutto tra noi stava per crollare’.

Grazie a tutti, buon lavoro”.

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