Carlo Corazza (Direttore Parlamento Europeo Ufficio Italia) al Think Tank Futuro Italia Remind

Carlo Corazza (Direttore Parlamento Europeo Ufficio Italia) al Think Tank Futuro Italia Remind del 5 Giugno 2023 ha dichiarato:

Ringrazio Paolo Crisafi Presidente di Remind per questa iniziativa che sono felice di fare insieme come Ufficio per l’Italia del Parlamento Europeo. Ringrazio il presidente del Consiglio Giorgia Meloni per il messaggio di saluto rivolto a Futuro Italia Remind e le autorità e gli esponenti del Pubblico e del Provato che intervengono oggi. Come ha sottolineato il Vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, l’essenza dell’Europa non siamo noi funzionari, ma sono gli eletti, cioè quelli che cheprendono decisioni politiche sulla base delle elezioni. Le prossime ci saranno il 6 e il 9 giugno 2024 e le nuove maggioranze in Parlamento sosterranno una nuova Commissione che quindi avrà in qualche modo un rapporto di fiducia con il nuovo Parlamento. Poi l’altra Camera quella fatta dai ministri dei 27 Stati deciderà. Qui siamo nella sede di Esperienza Europa dedicata a David Sassoli in cui, ogni giorno, vengono delle scuole a simulare come funziona la codecisione.

Una simulazione in cui ragazzi che si confrontano con il Parlamento e con la Commissione, discutono con il Consiglio e poi alla fine, divisi in gruppi politici, approvano la legislazione europea. Tutto quello che alla fine viene approvato di questa Europa, che a volte vediamo come una matrigna, sono cose che vengono fuori dalla democrazia europea e sono il frutto dell’elezione che facciamo ogni cinque anni. L’altro giorno ho avuto l’onore di essere invitato alla Festa della Repubblica e, dopo l’inno Nazionale, c’era anche l’inno Europeo proprio perché l’Europa è una cornice naturale che, come sottolineava il Vicepresidente Gasparri, è un mondo in cui noi esercitiamo una parte della nostra sovranità. Potremmo avere una sovranità sull’ambiente, sulla lotta ai cambiamenti climatici, sull’energia o sull’agricoltura se non avessimo questa cornice europea che ci consente di esercitarla? Negoziando, discutendo, arrabbiandoci, litigando, ma poi alla fine trovando la sintesi europea che è in linea, non solo con l’interesse generale europeo, ma anche con il nostro interesse nazionale. Il vero punto qual è? Il punto è che in Europa non bisogna giocare in difesa, ma giocare in attacco. L’Europa per fortuna è un dato di fatto, una realtà naturale in cui noi siamo immersi e in cui bisogna presenziare da attori. Un buon esempio è il Partito Popolare europeo che è sempre stato nel cuore del processo decisionale. I parlamentari italiani quando sono inseriti in gruppi che contano difendono ancora meglio il nostro interesse Nazionale nel quadro Europeo. Per giocare da protagonisti bisogna fare delle scelte europee, cioè non mettersi all’angolo a criticare, specialmente quando si è al Governo, ma cercare di stare laddove si decide per influire sulla decisione. Chiudo ricordando quelle che sono le vere sfide delle prossime elezioni. Le autorità presenti e i settori produttivi dell’Immobiliare allargato hanno ricordato alcune decisioni sulla nuova direttiva sull’efficienza energetica degli edifici che toglie la gratuità delle quote dello scambio di emissione; il meccanismo di compensazione in carbonio alla frontiera; tante cose che incidono sulla nostra industria ed è chiaro che ci sono due scuole di pensiero: chi pensa che il Green Deal abbia bisogno di un’industria europea protagonista che deve rafforzare la nostra base manifatturiera; e chi invece ha un approccio più ideologico e pensa che forse tanto vale spingere l’industria produrre in India o in Cina perché così facciamo contente le ONG. La mia posizione è chiara e penso sia la stessa della grande maggioranza dei Parlamentari Europei. È legittimo pensare che uscire dall’auto a combustione nel 2035 abbia dei rischi molto seri per l’industria Europea. Come è legittimo pensare che ci voglia più gradualità per salire di classe di efficienza energetica degli edifici, il cui Trilogo inizierà nei prossimi giorni, e via dicendo. È un dibattito politico e credo che sarà al cuore della prossima campagna elettorale. Chiudo con un’ultima notazione. È chiaro che l’Europa è fatta di alleanze e i grandi Stati fondatori di solito si muovono abbastanza in armonia. Quindi va benissimo cercare di far rientrare nel gioco anche i Paesi della cosiddetta nuova Europa, i Paesi dell’Europa centro-orientale però tenendo conto di un punto fondamentale: il codice genetico dell’Unione Europea non è l’euro, non è il mercato interno, ma l’articolo due, dove sono i diritti fondamentali.

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Related Posts