Ettore Rosato (Segretario Comitato Parlamentare Sicurezza Repubblica) al Think Tank Futuro Italia Remind

Ettore Rosato (Segretario Comitato Parlamentare Sicurezza Repubblica) al Think Tank Futuro Italia Remind del 5 Giugno 2023 ha dichiarato:
 
“Mi complimento con Remind e il Presidente Paolo Crisafi per l’iniziativa e per questa magnifica sede con Carlo Corazza il Direttore del Parlamento Europeo Ufficio Italia l’augurio di sfruttarla al meglio con iniziative di questo valore che aiutano il nostro Paese. Quando si aiuta l’Italia si aiuta anche l’Europa. Penso che questo sia un momento particolarmente importante in cui dobbiamo comprendere che bisogna cambiare registro. Cambiare registro prima di tutto a partire dal lavoro politico, tra partiti, tra maggioranza e opposizioni; ma anche tra forze produttive e Istituzioni. Deve essere un registro diverso rispetto a quanto abbiamo visto negli ultimi anni. O c’è uno stile di collaborazione forte che riesce a trasmettere anche il senso di unità in cui il Paese si colloca per cercare di dare risposte, ognuno nei suoi ruoli naturalmente, o noi resteremo sempre più marginali.  L’Europa, già di per sé, rischia di essere marginale in uno sviluppo economico che vede tassi di crescita da altre parti maggiori; vede capacità di crescita demografica negli altri continenti maggiori e quindi possibilità di investimenti, possibilità di interesse, di essere luoghi aggregativi per la politica e per l’economia nettamente superiori. O si fa sistema, e quindi si è un Paese competitivo in un Europa competitiva, oppure noi diventeremo sempre più marginali. Penso al futuro dei nostri nipoti e dei nostri figli. In questo ci sono grandi opportunità da cogliere e che dobbiamo da saper cogliere. Le prime sono quelle legate alla contingenza, nei prossimi mesi e non nei prossimi anni. Abbiamo il Pnrr che è oggetto di una sfida tra Governo, maggioranza e opposizioni che io non riesco proprio a vedere in quanto c’è una discreta continuità nei Governi che si sono succeduti sulle modalità e le finalità del Piano. Alla luce poi delle difficoltà che abbiamo, queste non sono frutto di una cattiva gestione politica, ma sono di un’abitudine Italiana, e anche europea, di burocratizzare tutto a scapito di una semplificazione che invece dovrebbe essere la chiave per affrontare ogni cosa. Io provo a pensare ad una grande democrazia come l’India, che veniva citata prima durante il think Tank Futuro Italia Remind, se dovesse affrontare diciamo la gestione di 1 miliardo e 300 mila persone con il modello “nostrano”, probabilmente avrebbe qualche difficoltà in più. Penso che noi dobbiamo concentrarci sulla capacità di spesa, una capacità di spesa utile. Il tema non è se chiedere o non chiedere tutti i soldi, ma far sì che questi 250 miliardi siano utili allo sviluppo. Nessun imprenditore chiede a prestito risorse per fare investimenti fine a se stessi. Oggi questo tema mi sembra non sia il tema centrale, ma io invece penso che debba essere centrale. Purtroppo non è centrale neanche nella prospettiva con cui l’Europa lo ha impostato. Penso che noi dobbiamo dirci e chiederci questo. Prima o poi ci sarà qualcuno che dovrà pagare questi mutui. Che siano mutui Europei o che siano mutui Italiani, sempre mutui sono. A fronte di questi mutui è necessario che ci sia una ricaduta di carattere economico diretto. Ulteriore questione relativa al titolo della sezione sulla Sicurezza delle Persone e del Patrimonio che può essere realizzata anche in questo caso con la migliore sinergia tra pubblico e privato. E in particolare vorrei soffermarmi su una specifica sicurezza che rappresenta una frontiera gigantesca, che si configura come il quinto luogo in cui si fa la guerra oggi. Sto parlando del cyberspazio, un luogo dove attualmente si combatte in maniera molto molto intensa. Basta pensare alla guerra in Ucraina, che ci ha mostrato l’importanza strategica di questo luogo in cui vi è prevalentemente una guerra asimmetrica in quanto ci sono Paesi che consentono qualsiasi cosa, mentre altri, come nel nostro Paese, ciò non è consentito fortunatamente. Una guerra asimmetrica perché ci possiamo difendere, ma non possiamo mai andare all’attacco, come è richiesto ad una democrazia. Questo vuol dire che dobbiamo investire moltissimo in questo settore, in immobiliare allargato, in formazione e in conoscenza perché oggi purtroppo, sia nel pubblico sia nel privato, riscontriamo delle difficoltà a reperire professionalità essenziali. Nell’ambito della formazione, per allinearci ad altre Nazioni, dobbiamo evidentemente fare uno sforzo di fantasia, ma soprattutto di concretezza.”
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