All’assemblea Re Mind “Buone e Cattive Pratiche nell’Immobiliare per la Cura del Creato” é intervenuto Francesco Burrelli (Vice Presidente di Re Mind e Presidente di Anaci) che ha così dichiarato:
“Come punto di partenza per capire cosa vogliamo fare è bene capire dove siamo noi, dove noi operiamo nello specifico.
Continuiamo a parlare di sostenibilità come se fosse una novità e la prima volta che abbiamo sentito parlare di sostenibilità era il 1987, 34 anni fa. Io credo che in questi 34 anni sia stato fatto molto poco rispetto a quello che avremmo potuto fare, e questo in parte è accaduto anche perché numerose risorse sono state impiegate in altro, ad esempio per la guerra in Afghanistan.
Per il Paese (piano d’azione per l’energia sostenibile) ad esempio poco si è fatto, e quella parte dei contributi sono tornati in Europa perché progetti per far arrivare quei soldi all’interno del Paese, che erano stati messi a disposizione per il Paese, non li abbiamo utilizzati perché non siamo stati in grado di fare degli altri progetti.
Venendo poi alle cose che ci capitano tutti i giorni, spesso i progetti sono ineccepibili, e anche il collaudo conseguente viene svolto con rigore, ma la manutenzione? Per l’edificio che è andato a fuoco a Milano la manutenzione programmata chi l’ha fatta e chi l’ha controllata? Dalle poche indagini svolte mi risulta che le bocchette antincendio dal quinto al sedicesimo piano non funzionavano e non erano attive, altrimenti forse non sarebbe capitato quell’effetto camino.
Il libretto di manutenzione per esempio, per accedere e uscire da un edificio e sapere cosa bisognava toccare se c’era qualche cosa, come funziona il cancello, come funziona l’ingresso, non c’era per quella casa di Milano, come non c’e per molte altre case che vengono comprate a 8000/10000 euro al m², anche perché non c’è l’obbligo legislativo per farlo.
Per il milione e duecento mila condomini che è presente in Italia intanto inizierei a dare delle regole precise, a fare i controlli, a vedere la manutenzione, non aspettiamo che ci sia la fuga del gas, non aspettiamo che si verifichino incidenti anche mortali perché magari per un piccolo incendio sarebbe bastato un segnale antincendio per far partire solo un piano, solo un ingresso, e non tutti quei piani.
Quello che stiamo facendo per l’energia, per la salute va tutto bene, ma il nostro patrimonio immobiliare necessita di un’attenzione maggiore soprattutto per quanto riguarda la manutenzione che deve essere periodica, che necessita di essere regolamentata meglio e verificata meglio, perché riguarda la sicurezza di tutti noi. Non dobbiamo muoverci in seguito a una catastrofe, ma in maniera preventiva perché anche solo una vita salvata vale tutto quello che spendiamo, perché è vero che costa ma costa di più l’ignoranza”.