Fabio Rampelli (Vicepresidente della Camera dei Deputati) al Think Tank Remind Futuro Italia

Al Think Tank Remind “Futuro Italia” è intervenuto Fabio Rampelli Vicepresidente della Camera dei Deputati che ha così dichiarato:

“Grazie a Paolo Crisafi per questo invito e un saluto a tutti i partecipanti.

Mi dispiace non essere fisicamente lì con voi ma in collegamento perché oggi abbiamo una seduta qui alla Camera. Sapete che il martedì ed il mercoledì sono giorni cruciali, abbastanza densi. A questa seduta si aggiunge la necessità di procedere con la Commissione bilancio in quanto c’è in previsione di discutere e di approvare , prima in commissione e poi in aula, entro i tempi stabiliti – per non andare all’esercizio provvisorio – la Legge di bilancio.

In tutto questo penso e spero che si sia potuto constatare il desiderio da parte del Governo Meloni di essere coerente con gli impegni elettorali. In compagnia dei nostri tecnici e del nostro centro studi abbiamo per molto tempo lavorato, studiato e analizzato e poi messo in campo un programma che era un vero e proprio manifesto. Non c’erano improvvisazioni, non c’erano trovate demagogiche. Soprattutto nel campo delle politiche economiche il ragionamento fatto è tutto sommato abbastanza facile, direi persino banale: l’obiettivo è quello di creare una nuova ricchezza. Per creare nuova ricchezza occorre che lo Stato faccia la sua parte perché ci sono alcuni processi che non possono vedere assente lo Stato. Alcune dimensioni economiche che non possono vedere assente lo Stato, come purtroppo è capitato negli ultimi periodi; ma lo Stato comunque da solo non ce la può fare.

La ricchezza la si produce se le imprese hanno capacità, oltre che desiderio, di mettersi in gioco e di fare la loro parte. La ricchezza viene da questa economia diffusa, rappresentata dalle tante imprese italiane che ne rappresentano, dal punto di vista economico e sociale, l’ossatura, cosa che io ritengo sia una caratteristica che non deve essere abbandonata.

Ci sono impulsi provenienti anche da organismi sovraordinari che cercano l’Italia di indurre a perdere questa caratteristica e a procedere a passi veloci verso grandi concentrazioni. Ora un conto è fare dei consorzi e altro conto è schiacciare questa economia diffusa che invece, non solo è una nostra caratteristica, ma è una garanzia di diffusione dell’economia reale, quindi delle opportunità che sono legate all’economia reale.

Nella legge di bilancio, lo hanno già detto gli altri prima di me ed io vorrei ripeterlo, nonostante le ristrettezze economiche, le difficoltà con cui ci siamo ritrovati ad operare, abbiamo attuato dalla tassa piatta al 15% sui redditi incrementati rispetto all’anno precedente che serve ad incoraggiare le imprese e anche a far emergere un sommerso che spesso è quasi fisiologico perché dovuto all’eccessiva pressione fiscale che è stata manifestata dallo stato italiano.

Poi c’è l’aumento da 65mila a 85mila euro sempre per quel che attiene l’applicazione della tassa piatta. Inoltre c’è l’intervento che si rende necessario, non solo per una questione di principio, ma anche perché le casse dello stato sono esangui – quindi da qualche parte i soldi devono reperirli – la cosiddetta rimodulazione del reddito di cittadinanza di cui voglio parlare soprattutto perché mi è stata data la possibilità anche di arrivare a questa nuova modalità per il trattamento del personale assunto dopo l’approvazione della legge del bilancio che peserà sulle aziende più o meno la metà rispetto al periodo precedente perché sarà esente dal pagamento di tasse e contributi. Quindi l’impresa pagherà lo stipendio in quanto tale e null’altro. Anche in questo caso andiamo a rendere onore a quella promessa che era stata sintetizzata dal Presidente Giorgia Meloni con uno slogan ‘più assumi e meno paghi’. Questa è la filosofia che, tra l’altro ,vale anche per la trasformazione dei contratti a tempo determinato a contratti a tempo indeterminato.

Noi intendiamo confermare le politiche assistenziali nei confronti delle persone inabili a lavoro e per inabilità non intendo soltanto disabilità, ma anche le fragilità sociali come le donne in maternità, le famiglie numerose, le persone che vengono espulse dalla catena della produzione in età avanzata. Quindi ci sono diverse categorie che entrano in questa definizione di inabilità a lavoro.

Noi confermeremo l’intervento dello Stato a soccorso – come riteniamo debba essere uno Stato giusto a soccorso – di queste persone però, contestualmente per gli abili a lavoro, che sono più o meno 500mila, noi abbiamo intenzione di fare un lavoro serio per produrre opportunità occupazionali. Già questa norma che ho citato, del minor costo del lavoro per le nuove assunzioni va in questa direzione.

Ci auguriamo che le imprese possano trovare fiducia e collaborare da questo punto di vista della costituzione del lavoro in modo tale che entro gli 8 mesi i percettori del reddito di cittadinanza saranno raggiunti da un’offerta di lavoro potranno accettarla perché se non l’accoglieranno non avranno più il beneficio della cittadinanza.

Oltretutto sappiamo dall’esame dei flussi che è stato concordato con le sigle sindacali, dai settori commercio, turismo e agricoltura, c’è una domanda di lavoro pari a 270mila posti quindi significa che più della metà degli attuali percettori del reddito di cittadinanza potrebbero, se volessero, trovare una soluzione attiva ai loro problemi sociali e alla carenza di opportunità di lavoro. Poi ci sono le grandi aziende che hanno già previsto, programmato e annunciato un numero di assunzioni importanti. Ad esempio poste italiane che da qui a qualche mese chiederà 7000 posizioni nuove tra porta lettere, amministrativi e altro. Stessa cosa con altre aziende. Quindi insomma puntiamo nel poter prosciugare questo bacino di 500mila percettori del reddito di cittadinanza abili per non lasciare indietro nessuno. Questo è l’obiettivo che ci vogliamo dare.

Poi c’è tutta la questione che riguarda la parte fiscale che io penso sia altrettanto importante. Quando non ci si trova in regola con l’agenzia delle entrare bisogna capire anche di che cosa si parla. Quando gli interessi di mora superano la sanzione in quanto tale, e la superano per moltiplicatori fino a 10 volte, io penso che ci sia una iniquità. E la pensa come me anche il Presidente Giorgia Meloni considerato l’esemplare intervento volto a ridurli ad una maggiorazione pari al 3%.

Questo è un altro segnale che va nella direzione della semplificazione. Per carità non sicuramente esauriente però va detto che con questo e altre vicende a voi note, noi ci siamo dovuti misurare in condizioni anche temporali, improbabili.

Come qualcuno ha detto sicuramente prima di me, la maggior parte della manovra economica è assorbita dall’intervento sul caro bollette per ristorare famiglie e soprattutto imprese, industrie energivore e gasivore. La manovra è per due terzi assorbita da questa necessità emergenziale.

Quindi ribadisco e concludo che ci sentiamo assolutamente impegnati a dare impulso all’economia reale, ci sentiamo fortemente impegnati a vincere questa scommessa per consentire all’Italia di riprendere una stagione di crescita e di sviluppo socio-economico, sviluppo occupazionale, di produzione di nuova ricchezza, di aumento del PIL; e conseguentemente, attraverso la produzione di nuova ricchezza, andando a minimizzare gli interessi passivi del debito pubblico, cercare di andare ad intaccare questa sorta di ipoteca che abbiamo sulle nostre spalle rappresentata dal debito pubblico che ormai si avvicina alla soglia dei 3mila miliardi. Cifre che non si coniugano con un’economia sana e in equilibrio. Infatti viaggiamo intorno a 135% di debito sul PIL.

Poi ci sarebbero altre cose da aggiungere ma non voglio farla lunga perché il think Tank Remind è una manifestazione importante quindi non intendo consumare tempo in altre considerazioni che potrebbero essere fatte in relazione al mutato rapporto con l’Europa, oppure alle questioni più di natura urbanistica, la trasformazione del territorio, la sostituzione edilizia, che potrebbe dare nuovo impulso anche al mercato immobiliare, una delle priorità della vostra realtà. Noi ci sentiamo assolutamente coinvolti e mettiamo in campo tutte le idee e progetti che abbiamo costruito nel corso del tempo e speriamo di potervi dare conforto non chiedendo niente in cambio perché non ci occorre nulla. Ognuno può pensarla come vuole, può essere di destra, di centro, di sinistra l’importante è trovare il perimetro nel quale svolere un lavoro proficuo dal punto di vista del perseguimento del bene comune.

Questa è la filosofia che ci anima”.

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Related Posts