Angelo Pepetti (Responsabile Ufficio Credito e Sviluppo ABI) alla Web Conference Remind “Immobiliare allargato – Sviluppo Sostenibile, Messa in Sicurezza, Direttiva Epbd e Pnrr”

Angelo Pepetti (Responsabile Ufficio Credito e Sviluppo ABI) alla Web Conference Remind “Immobiliare allargato – Sviluppo Sostenibile, Messa in Sicurezza, Direttiva Epbd e Pnrr” del 20 Marzo 2023 che ha così dichiarato:

“Apprezzo i momenti di confronto organizzati da Remind utili per fare chiarezza su tematiche così importanti come quelle del piano di sviluppo sostenibile dei territori e delle città’.

In Europa, l’importanza del tema ambientale e, in particolare, dell’efficienza energetica è stato recentemente ribadito con forza nella Comunicazione “EU Save Energy”, il nuovo piano per il risparmio energetico che la Commissione europea ha presentato il 18 maggio 2022, con un particolare accento sulla riqualificazione degli edifici. Per questo obiettivo la Commissione Europea propone azioni specifiche nell’ambito della “Direttiva sulla prestazione energetica degli immobili (EPBD)”. Con la proposta adottata il 15 dicembre 2021 la Commissione Europea traccia il percorso di miglioramento della performance energetica degli immobili residenziali nell’UE, che dovrebbe portare ad edifici ad emissioni zero entro il 2050 e comunque con classe energetica almeno “F” a partire dal 2030, “E” a partire dal 2033 (o almeno pari a D secondo le proposte del Consiglio e recentemente del Parlamento Europeo). Per gli immobili non residenziali i menzionati obiettivi di classificazione energetica dovrebbero essere raggiunti anche in anticipo, rispettivamente nel 2027 e nel 2030.

In Italia, per raggiungere almeno l’obiettivo intermedio della classe energetica F, andrebbe ristrutturato il 60% del patrimonio immobiliare residenziale (circa 8 milioni di edifici).

Nel nostro Paese c’è la preoccupazione che l’adozione dell’EPDB, nella formulazione attualmente in discussione, (i) non consenta alla nostra Nazione di raggiungere gli obiettivi di performance energetica degli immobili con la tempistica – molto stringente – da essa prevista e (ii) rischi di produrre una significativa riduzione del valore di mercato degli edifici – che come detto per il 60% presentano classi energetiche più basse – con impatti rilevanti sulla ricchezza delle famiglie italiane che, come dicevo precedentemente, per oltre il 50% è rappresentata da immobili.

È auspicabile che nell’iter di definizione della Direttiva Europea sulla riqualificazione energetica degli immobili, siano introdotti elementi di maggiore “flessibilità” che consentano:

(i) a ciascuno Stato Membro di definire una propria “traiettoria” per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del proprio patrimonio immobiliare entro il 2050, senza livelli minimi di classe energetiche a specifiche date intermedie. I programmi di riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare dovrebbero inoltre essere accompagnati da una coerente politica di incentivazione pubblica, sostenuta anche da risorse europee;

di derogare agli obblighi di riqualificazione che non siano economicamente sostenibili per i proprietari degli immobili ovvero non comportino una significativa diminuzione dell’emissione complessiva di gas serra, tenuto conto della vetustà e/o delle caratteristiche dell’edificio.

Il mondo bancario è comunque pronto a fare la propria parte per sostenere i finanziariamente gli investimenti delle famiglie nella direzione tracciata dall’Unione Europea.

In realtà le banche lo stanno già facendo: i cosiddetti mutui “verdi” – ossia, finanziamenti per l’acquisto di immobili ad alta performance energetica o finalizzati alla riqualificazione energetica degli edifici secondo gli ultimi dati disponibili, sono cresciuti nel primo trimestre 2022 di oltre 38 volte rispetto al terzo trimestre 2020.

La crescita di questo mercato è anche favorita dalle condizioni di offerta di questi finanziamenti che, in generale, sono molto più favorevoli rispetto alle tradizionali forme di credito per l’acquisto e la ristrutturazione di immobili residenziali.

L’entità degli investimenti da realizzare richiede peraltro misure di sostegno pubblico in un quadro di regole certe, che consentano ai diversi soggetti interessati (famiglie, imprese edili e banche) di programmare gli interventi richiesti nell’arco almeno dei prossimi dieci anni.

A questo riguardo, ABI sta elaborando una serie di proposte – che verranno presentate in tempi brevi – a supporto del mercato dei finanziamenti green, che riguardano: a) l’introduzione/rafforzamento di strumenti di mitigazione del rischio per questa tipologia di finanziamenti; b) l’ampliamento delle possibilità di raccolta da parte delle banche, destinata all’erogazione dei finanziamenti green; c) la valutazione del finanziamento come sostenibile dal punto vista ambientale, secondo la Tassonomia europea.

Le proposte, una volta perfezionate, vorremmo portarle all’attenzione delle AACC e delle associazioni di categoria imprenditoriali per l’auspicabile condivisione e nella logica di «fare squadra» al fine di perseguire il comune obiettivo di riqualificazione del patrimonio immobiliare nazionale”.

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