“Grazie, buongiorno a tutti, vorrei ringraziare in particolare il presidente di Re Mind Filiera Immobiliare Paolo Crisafi per questo riconoscimento e per il suo costante impegno.
Dunque ci sono tante definizioni per cultura, quella però che preferisco è quella di cultura come conoscenza, come competenza, come capacità di fare le cose; da questo punto di vista nessuna cultura è mai definita, e mai stabilita una volta per sempre, ma si tratta sempre di un processo in divenire, qualcosa in cui si accumulano, sperabilmente, le buone pratiche. È vero che come ci sono delle cose da migliorare ce ne sono molte che sono migliorate in questi anni, e io come economista prendo atto del fatto che il miglioramento è nel dna, nella storia delle nostre società, e possiamo leggere il miglioramento con tanti indicatori, senza farci condizionare troppo dagli indicatori negativi del momento. È vero che siamo all’interno di una pandemia, in una situazione che ha cambiato la nostra vita, ma è altrettanto vero che siamo anche all’interno di processi di crescita, di sviluppo, di innovazione tecnologica, di cambiamento sociale, di crescita nella possibilità di consumare, di investire, e così via, quindi sono tanti gli aspetti che rientrano nel discorso progresso.
Ultimamente come parola il progresso è diventato un termine desueto, ci si vergogna un po’ a utilizzarlo; se guardiamo al mondo immobiliare, che è questo a cui facciamo riferimento in questo incontro, la riflessione che la pandemia ci induce a fare è se la congiuntura sarà una congiuntura nell’ambito di un percorso di alti e bassi, di cicli economici, di cicli immobiliari, nei quali la curva sale e scende, con una tendenza verso la crescita, o se sarà qualcosa che modificherà in modo sostanziale il percorso precedente e innescherà dei nuovi percorsi.
Allora l’immobiliare non morirà con questa crisi e rimarrà certamente uno dei settori portanti dell’economia, il premio nobel dell’economia negli anni’60, Lewis, aveva individuato una regolarità empirica per quello che riguarda il mondo immobiliare e delle costruzioni e cioè che in tutti i Paesi del mondo e in tutte le fasi storiche, mediamente metà degli investimenti fissi lordi, sono investimenti nel settore delle costruzioni e degli immobili, gli altri sono nelle macchine, nelle tecnologie, nell’istruzione, e così via. Quindi è una parte molto importante, storicamente, dei nostri investimenti e nulla fa pensare che tutto questo si possa ridurre, perché comunque c’è bisogno di luoghi costruiti per la produzione, per il consumo, per la vita. Poi sicuramente questa geografia cambierà. Fino a qualche anno fa i luoghi costruiti della logistica stavano in una nicchia e nessuno se ne occupava, qualche magazzino nella campagna; poi con Amazon e tutti gli altri cambiamenti che sono venuti appresso, la logistica e quindi anche i luoghi dove la logistica transita sono diventati un punto decisivo. Il mondo delle costruzioni continuerà ad avere un ruolo importante che si giocherà con modalità forse diverse. L’immobile continuerà a costare tanto per tanti motivi, perché il valore degli immobili è fatto da varie componenti, tra cui il valore del terreno; quello buono dove l’uomo vuole stare, dove vuole vivere e dove vuole trascorrere il tempo è comunque limitato e quindi la domanda di questi luoghi continuerà ad esserci. Nell’impasto che determina il valore dell’immobile poi, oltre il terreno, ci sono il costo del lavoro, c’è la rendita che continuerà ad essere dominante nel mondo degli immobili, in funzione della domanda, del desiderio che le persone, le organizzazioni, le imprese hanno di disporre di certi luoghi nell’esercitare la loro attività. E’ vero che il luogo può venire molto meno di importanza, ad esempio l’incontro a cui stiamo partecipando oggi dove ognuno se ne sta nel suo ufficio, nella sua stanza, nella propria città, con la possibilità di interloquire ugualmente; ma ricordo una previsione che fu fatta qualche decennio fa, quando la possibilità di mobilità, con lo sviluppo di tutti i sistemi di comunicazione, in particolare con la telefonia, computer, internet e così via, sembrava che si potesse fare a meno della ‘congressualità’, non essendoci più bisogno di spostarsi, che le persone si incontrassero, e quindi quel poco di attrezzatura immobiliare che all’epoca esisteva sembrava, secondo alcune previsioni di sociologi ed economisti, che fosse un mondo destinato a scomparire. Poi invece si è visto che nonostante il moltiplicarsi quasi infinito delle possibilità di connettività non ha assolutamente fermato la necessità, da parte delle persone, delle organizzazioni, di muoversi, aggiungendosi a questo anche il turismo.
Quindi noi possiamo pensare oggi che l’immobiliare ci sarà ancora, probabilmente prenderà delle strade nuove sulle quali si affannano, ci affanniamo un po’ tutti quanti, mettendo in fila gli elementi che giocano su queste novità che andranno a modificare il quadro, in un contesto in cui però, come dicevo prima, costruzioni, immobili e loro valore, continueranno ad essere una parte strutturalmente molto importante della società.
Cos’è che va a cambiare con questa situazione: l’evoluzione del lavoro. Lo smart working per gli immobiliaristi, per esempio, o per chi fa investimenti in campo immobiliare, diventa una situazione su cui porre molta attenzione. Leggevo qualche giorno fa dichiarazioni di esponenti del mondo dell’investimento immobiliare, amministratori delegati delle principali società di investimento immobiliare, che dichiaravano che la grande struttura a ufficio con un solo inquilino è qualcosa che andrà a scomparire, passando adesso ad uffici divisi piano per piano perché tanta gente resterà a casa a lavorare. Allora le case come diventeranno, quando dovremmo stare tutti a casa a lavorare? Insomma, tutto ciò che ha a che fare con l’evoluzione del lavoro cambierà e avrà delle conseguenze. Ci sono percorsi che erano già stati definiti prima dello smart working, processi che già erano in atto, questi probabilmente verranno accelerati, così come, diciamo, la tecnologia; ed è impressionante il cambiamento che sta portando anche nel mondo immobiliare.
È stato scritto da tutti coloro che si sono occupati di immobiliare e costruzioni che questo settore è ‘normativo dipendente’, cioè la quantità di norme che ne determinano la traiettoria e lo stato è un qualcosa che non è presente in tutti gli altri settori, con la stessa importanza, con la stessa intensità, con lo stesso ruolo. Quindi questo diciamo che rimane uno degli elementi cardine sul quale riflettere quando noi guardiamo al divenire della situazione.
Quindi, l’unica conclusione che da stagionato economista posso proporre è che siamo in una fase di grande cambiamento, il percorso è ancora tutto quanto da definire e le strade che oggi intravediamo continueranno a manifestare i loro effetti e ci sarà sempre più bisogno, quindi, di competenza. Nella storia umana è sempre stata la capacità di adattamento quella che ha spiegato il successo delle popolazioni, dei gruppi, e tutto ciò continuerà ad essere il quadro in cui ci muoveremo. Continueremo ad avere bisogno di studiare, di cultura, di competenze e di conoscenze”.