Fabio Bandirali:“Economia Immobiliare Sportiva: Futuro Investimento per il nostro Paese”

“Grazie per il riconoscimento, il mio è stato un percorso sicuramente molto diversificato e ancora in fieri e ultimamente mi sono interessato a quella che definisco l’‘economia immobiliare sportiva’, che non fa che affinare il mio percorso. Mi sono occupato di finanza immobiliare per tanti anni e ho conosciuto da vicino molti, quasi tutti i player, alcuni di voi li vedo anche qui riuniti e li saluto. Un percorso che sicuramente è stato molto interessante da un punto di vista dello sviluppo di quello che è stato il mercato immobiliare a partire dalla fine degli anni ’90. L’ultima mia attenzione appunto, come dicevo, è rivolta al mondo dello sport che, a mio modo di vedere, rappresenta un nuovo segmento di quello che è il mercato immobiliare: sport come impianto sportivo, quale infrastruttura per lo sport, quale nuovo asset immobiliare. Tra gli effetti della pandemia c’è stato quello di allontanare il pubblico dalla fruizione dello spettacolo sportivo, e sappiamo tutti che le dirette, gli effetti speciali e l’alta definizione non sono altro che un pallido sostituto di quella che è la fruizione dello spettacolo sportivo. Sicuramente l’introduzione di particolari tecnologie potrà sicuramente essere d’aiuto e deve essere portata avanti, mi riferisco ad esempio al riconoscimento facciale, però è indiscusso il ritorno a un tipo di fruizione in strutture idonee. Di qualche percorso di eccellenza abbiamo già qualche esempio in Italia, l’esperienza fatta a Torino o anche quella di Frosinone, questo sviluppo della nuova infrastruttura allo sport riguarda tutte le dimensioni, riguarda tutte le visioni, riguarda tutti i tipi di sport. Stiamo parlando di un futuro che deve tornare alla realizzazione di impianti, ci sono esempi in essere, pensiamo a Cagliari, pensiamo alla situazione di Milano, pensiamo all’atteso recupero di quello che sarà il nuovo impianto di Roma, pensiamo a Bergamo, e via dicendo. Abbiamo la possibilità di andare a realizzare qualcosa che abbiamo già visto ben sviluppato in un percorso virtuoso che è tranquillamente rilevabile a livello internazionale, quindi le buone pratiche che sono state qua e là sviluppate possono essere tranquillamente trasferite, declinate, in quello che è la situazione in Italia. Dobbiamo però pensare alla possibilità di tornare. Sappiamo tutti che gli effetti a livello economico apportati dalla situazione di crisi della pandemia non ha fatto altro che un gran male a quelli che sono i bilanci delle società sportive di qualsivoglia disciplina, bilanci che erano già di per sé patologicamente sofferenti. È chiaro che lo sviluppo, e qua entra a funzione il sistema immobiliare, delle infrastrutture allo sport, la cui funzione fondamentale è sicuramente della rappresentazione dello spettacolo dello sport, può essere anche declinata secondo l’utilizzo dei volumi interni ed esterni degli impianti sportivi, con classiche e tipiche funzioni immobiliari. Quindi questa attività che potrà attirare l’interesse di sviluppatori e investitori immobiliari, potrà rappresentare forse la chiave di volta per ripartire da una situazione che sicuramente oggi non è tra le più rosee. La situazione dovrà per forza spostarsi nuovamente, una volta risolto il problema della pandemia, alla realizzazione di impianti secondo quello che abbiamo visto realizzato in altri Paesi europei. Il percorso è tracciato, e ricordiamoci un altro aspetto poi, sull’esempio di quanto verificato già in altri Paesi, ad esempio quello del Tottenham. A Londra l’impianto sportivo rappresenta anche un importante driver, il primo motore di un percorso virtuoso di rigenerazione urbana che può portare quindi alla rinascita. È uno sviluppo secondo nuovi criteri di determinati quartieri. Facile in questo caso tornare a parlare di Milano, dove si sta discutendo molto, ma dove di fatto, a prescindere dall’impianto che verrà realizzato, sicuramente assisteremo a un percorso di creazione di un nuovo quartiere che avrà delle caratteristiche di vivibilità e di qualità assolutamente non pensabili di fronte alla situazione attuale. Quindi concludo ringraziandovi per questo premio, auspicando che sia uno stimolo per la prosecuzione della mia carriera, perché c’è ancora tantissimo da fare per le infrastrutture dello sport, e quindi non mi resta che continuare fiducioso a pensare di poter tornare allo sviluppo di un segmento di mercato che potrebbe rappresentare una nuova attività di futuro investimento per il nostro Paese”.

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