Carlo Corazza: “Per una trasformazione dell’economia UE in un senso più sostenibile e più digitale”

Lo scorso 24 settembre al Think Tank CULTURA – TURISMO – INFRASTRUTTURE – IMMOBILIARE – SOSTENIBILITA’ PER LA RIPRESA DEL PAESE IN ARMONIA CON IL CREATO, promosso da Re Mind Filiera Immobiliare, è intervenuto Carlo Corazza (Capo dell’Ufficio in Italia del Parlamento Europeo) che ha fornito un quadro a 360° della situazione europea con un focus sulle eventuali pratiche che l’Italia potrebbe adottare e seguire, come stanno facendo anche altri Stati membri, per ripartire e rilanciare l’intero sistema Paese.

“Ammiro profondamente l’intenso lavoro svolto da Re Mind e dal suo presidente Paolo Crisafi, penso che mettere il focus sugli investimenti che sono necessari al nostro Paese per una transizione energetica a cominciare da un’edilizia anche più sostenibile, ma che tocchi tutti i settori, sia esattamente quello che serve in questo momento.

Credo che il lavoro di Re Mind di focalizzarsi su progetti che riguardano le città, l’edilizia, che riguardano in generale la transizione verso un’economia più sostenibile, in questa fase in cui lo Stato italiano deve elaborare un piano nazionale, sia indispensabile e logicamente che rappresenti una risorsa davvero preziosa. A tal riguardo risulta necessario ascoltare i territori, le città, le province, le regioni; soprattutto è necessario ascoltare gli investitori privati perché questo piano per la ripartenza può funzionare soltanto se anche i privati investono e rischiano.

Io come rappresentante del Parlamento Europeo ho visto un’Europa al bivio: da un lato si poteva andare verso una disgregazione anche del mercato interno, della condizione economica e sociale; dall’altro c’era un’occasione di rilancio. Per fortuna, anche grazie molto al lavoro che ha svolto il Parlamento Europeo con due risoluzioni importanti (una ad aprile e una a maggio), siamo andati nella direzione giusta: adesso abbiamo un piano per la ripartenza basato su un debito europeo che si forma anche su delle risorse proprie quindi che non va a pesare ancora di più sulle tasse dei cittadini. Ecco adesso si tratta di usare bene questo piano per la ripartenza, questo next generation europe e il nuovo bilancio pluriennale”.

Carlo Corazza ha poi fatto presente quali sarebbero gli obiettivi generali europei da perseguire: in primo luogo una profonda trasformazione dell’economia UE in un senso più sostenibile e più digitale, e in secondo luogo, propedeutico al primo, la necessità di possedere e poter contare su alcuni pilastri politici, in primis una politica industriale che tocchi la transizione energetica.

“Noi ci siamo posti dei target molto ambiziosi, il Parlamento chiede addirittura una decarbonizzazione alle nazioni di un taglio del 60% delle emissioni, da qui al 2030, per il momento la commissione è sul 55% di taglio, e la neutralità/totalità delle emissioni di carbonio al 2050. Per arrivare a questi target è necessario che anche le città facciano un grande lavoro. Si è parlato molto negli ultimi anni di smart city: si tratta di investire sulla mobilità urbana, sull’efficienza energetica degli edifici, sull’utilizzo di energie rinnovabili, su punti di ricarica per i trasporti, avere un sistema dei trasporti intermodali che privilegi i trasporti pubblici, il car sharing e comunque l’utilizzo il più possibile di auto elettriche e l’eliminazione graduale delle auto a combustibili fossili. Insomma non c’è nessun settore che non sarà toccato da questa politica e la buona notizia è che queste politiche possono portare alla creazione di nuovi posti di lavoro e di competitività completa, nel senso di capacità di creare ricchezza e creare crescita per tutti.

Naturalmente non bisogna sbagliare, i soldi ci sono, abbiamo un piano da 750 miliardi per la ripartenza, abbiamo un bilancio da 1.074 miliardi e abbiamo vari fondi. È evidente però che se non si avranno le idee chiare su dove far convergere i fondi si rischierà di sprecare le risorse disponibili, quindi sarà necessario avere dei progetti molto concreti da presentare già all’inizio del 2021.

Un investimento molto importante sarà quello nella ricerca e nell’ innovazione, perché è chiaro che ancora non abbiamo tutte le tecnologie che ci servono per questa transizione, serve svilupparne di nuove ed è molto importante che anche nel territorio si investa nella ricerca, nell’innovazione, in stretto dialogo con un’industria, che poi è quella che deve sviluppare i prototipi e andare avanti con le tecnologie che possono avere mercato. L’Unione Europea in tutto ciò farà la sua parte, quindi si tratta adesso di utilizzare al meglio le risorse a disposizione con dei progetti magari combinati, con fondi regionali europei, quindi sempre molto legati al territorio.

Ultimo focus importante secondo me è il fatto che non possiamo lavorare su un’edilizia sostenibile, anche riguardo ai materiali edili, sull’acciaio pulito, sul tessile pulito e poi avere una concorrenza dalla Cina o dall’India che magari importano da noi l’acciaio per le costruzioni fatto con le centrali a carbone; è molto importante a tal fine il correttivo che propone il Parlamento Europeo, su cui la commissione è d’accordo, ovvero quello di un prelievo dei prodotti ad alto contenuto di carbonio che vengono importati nel mercato europeo.

Questo mi sembra un po’ il quadro generale, la direzione da prendere, come l’Unione Europea ha trasformato la tragedia economica, e soprattutto umana, del Covid in opportunità per intraprendere un percorso di cambiamento, rafforzarsi ed avere finalmente una politica industriale molto robusta, uscendo dalla trappola degli eccessi di austerità; allo stesso modo anche l’altra grandissima sfida, ovvero quella di limitare il surriscaldamento a un grado e mezzo, deve diventare una grande opportunità di crescita e di creazione di nuovi posti di lavoro”.

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