Enrico Pazzali: “Milano deve mantenere la leadership come esempio e traino per le altre realtà nazionali”

 

Al Think Tank promosso da Re Mind Filiera Immobiliare dello scorso 24 settembre, ha preso la parola Enrico Pazzali (Presidente Fondazione Fiera di Milano), che ha riportato un sentiment generale dal capoluogo lombardo. Milano ha visto negli ultimi anni una crescita esponenziale e straordinaria ma adesso, come per le altre città italiane, ha dovuto far fronte all’emergenza Covid-19. Nonostante lo stato attuale però, la città ha reagito prontamente e con grande determinazione dimostrando di non avere alcuna intenzione di rinunciare al suo attuale status di guida, esempio e traino per le altre città e realtà del Paese.

“Per chi non è del settore, vorrei innanzitutto dire che Fiera Milano è uno strumento fondamentale di politica industriale. Abbiamo calcolato. per dare qualche numero, che dentro la Fiera di Milano si generano 46,5 miliardi di euro di transazioni economiche, quindi il fatto che la fiera possa funzionare ed esistere è un elemento per le piccole e medie imprese straordinario e formidabile per raggiungere, ovviamente, il proprio risultato economico dell’anno e non solo. Tra l’altro, da questo punto di vista, abbiamo anche un rebound sul tema delle esportazioni, per cui di questi 46 miliardi, 17,5 rappresentano business legati all’esportazione che sono numeri davvero incredibili. Questi sei mesi di stasi hanno comportato una perdita del 100% del fatturato, quindi è facile immaginare quanto sia stato difficile, complesso e anche problematico tutto ciò per le piccole e medie imprese che, appunto, queste fiere non le hanno potute fare.

La seconda area su cui siamo importanti è la ricaduta sul territorio: noi generiamo circa 8,2 miliardi sul territorio, parlo di ristoranti, hotel, trasporti, quindi potete immaginare anche questa frenata che tipo di ricaduta ha avuto su Milano, in particolare, ma comunque su tutto il Paese, in tutto il mondo. Inutile ribadire quindi quanto questo elemento sia riabilitatore per il sistema, di tutto un sistema economico davvero formidabile che il nostro Paese possiede. In questo momento Milano è una città che ha tutto questo e lo aveva già sicuramente pre-Covid: per mantenere la leadership quindi deve in qualche modo traguardarsi per ritornare ad averlo.

La situazione oggi che abbiamo è ancora molto incerta, quindi fino a quando non ci sarà il vaccino e non ci saranno ancora certezze, tutte le nostre stime sono comunque legate a un ottimismo di fondo per una rapida ripresa. Sicuramente abbiamo tutti i piani e le risorse per poter ritornare ad essere come e meglio di prima, con tutti i propositi di utilizzare le nuove tecnologie, però sicuramente abbiamo di fronte un periodo molto incerto, dove nessuno di noi ha la palla di vetro e dove tutti dobbiamo essere pronti a partire per primi, e soprattutto a partire facendo delle cose giuste, anche un po’ alla cieca in questo momento, fino a quando vivremo in questo clima di incertezza.

Un qualche segno di ottimismo c’è, noi oggi siamo partiti con le Fiere, ne abbiamo di più piccole, registrando un calo del 60/70% delle dimensioni che è pazzesco, incredibile, però siamo ripartiti e già questa è una grande soddisfazione; gli imprenditori italiani e i buyer italiani, e anche esteri, che sono arrivati a Milano in questi giorni sono in misura ovviamente minore rispetto a prima, ma hanno sicuramente dato quel segnale di speranza e di ottimismo che tutti auspicavamo Recuperare questo gap che abbiamo, da cui siamo partiti, è la sfida che ognuno di noi ha per i prossimi anni; sicuramente non recupereremo nei prossimi 12 mesi e forse neanche in 24, ma il fatto di avere la consapevolezza di ciò e iniziare delle azioni di resilienza in questi e nei prossimi mesi è l’elemento essenziale dell’impresa per cercare di dare supporto a quello che è il sistema intorno a noi.

Stiamo ovviamente continuando a fare investimenti focalizzati sulla tecnologia e sui media, investimenti per gli sviluppi immobiliari che noi abbiamo, circa 200 milioni, e lo stiamo facendo anche creando e progettando nativamente la tecnologia di questi building che sono prevalentemente uffici, hotel, in sinergia con operatori internazionali: questa è una delle sfide che speriamo di azzeccare, perché, come dicevo, non abbiamo la palla di vetro e quello che stiamo portando avanti adesso lo stiamo facendo comunque in un periodo di grande incertezza.

Il settore fieristico è sicuramente ripartito con grande ottimismo, con grande forza, in un clima dove la competizione internazionale in questo momento è anche più debole per la prima volta rispetto a noi. Purtroppo, lo dico anche con una certa amarezza, i colleghi concorrenti stranieri stanno molto peggio di noi: giusto per dare un paio di esempi gli spagnoli sono chiusi totalmente e oggi ho letto che la più grande impresa fieristica francese è andata in concordato e i colleghi francesi hanno deciso di non fare fiere per i primi tre mesi. Questi sono segnali orribili per quanto riguarda il mercato, noi in questo momento viviamo in una condizione paradossalmente migliore rispetto agli altri, i numeri sicuramente ci danno ragione in particolare quelli che ci sono a Milano nonostante la pandemia che abbiamo vissuto drammatica dei primi mesi. Su questo, ovviamente, non facciamo proclami e non siamo francamente entusiasti, però stiamo iniziando a reimpostare la nostra vita in una logica di grande cautela. A Milano ci saranno delle iniziative straordinarie da qui a fine anno e speriamo con questo ovviamente di dare l’opportunità a tutto il Paese, e ovviamente, anche in questo, speriamo di dare un esempio per poter ricominciare in sicurezza auspicandoci magari di diventare anche migliori rispetto a come eravamo prima”.

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