Maurizio Savoncelli:“Partiamo dai nostri Giovani e Lavoriamo su più fronti”

“Volevo fare un riferimento molto attuale al primo tassello del quale un’economia, un Paese, si deve occupare, e cioè i nostri giovani. Noi stiamo lavorando moltissimo perché uno dei problemi più grandi del nostro Paese è rappresentato dalla dispersione scolastica, dall’abbandono, ragazzi che non lavorano, non studiano, e quindi uno sforzo importantissimo deve essere fatto da tutti noi, dalla nostra generazione, proprio per mettere i nostri giovani nelle condizioni di saper scegliere intanto. In queste ore abbiamo visto i provvedimenti del governo in materia di chiusura o meno delle scuole a seconda dei colori delle regioni; qui si apre un problema importante perché l’orientamento scolastico, soprattutto quello che si fa in terza media, deve essere reinventato. Noi proprio in queste ore stiamo cercando di reinventarci un sistema per raggiungere i nostri giovani, per consentire loro di fare una scelta sensata che li porti verso un futuro prosperoso e ricco di iniziative. Parallelamente sapete che anche il Ministro Manfredi sta provando a rendere abilitanti molti percorsi di laurea arricchendoli di un tirocinio edificante, che forse era mancato in alcuni percorsi di laurea, e quindi anche agevolando e avvicinando il mondo del lavoro al mondo della scuola e dell’università.

Quindi c’è bisogno di fare un gioco di squadra, ognuno di noi deve fare la propria parte. Noi come professionalità tecniche lo stiamo facendo e devo riconoscere l’utilità di alcuni argomenti, le semplificazioni, la riforma che è stata presentata recentemente per la rigenerazione urbana, ma anche il super bonus 110% che consentirà di muovere un attimo quel volano che era inceppato, che non riusciva a partire con gli incentivi fiscali tradizionali, ecco tutto questo incarna la sfida per il prossimo futuro. L’emergenza sanitaria ha messo a nudo tutta una serie di situazioni, ad esempio le caratteristiche delle nostre abitazioni dove adesso ci troviamo a lavorare, a studiare in smart working. La convivenza e l’attività sono diventate difficili.

Aggiungo poi anche un altro tema: lo smart working della pubblica amministrazione. Purtroppo la pubblica amministrazione non è ancora preparata a un’attività di smart working così diffusa e così prevalente. Sapete che ormai le percentuali sono molto alte, e allora tutto ciò che dipende dalla conoscenza di alcuni documenti custoditi nelle varie banche dati catastali, comunali, delle regioni, che non sono ancora stati digitalizzati e sono tantissimi, impediranno proprio la partenza di questo 110%. Quindi uno dei compiti che abbiamo molto importante è proprio quello di adattare la nostra pubblica amministrazione a questa nuova modalità, perché oggi ci siamo in mezzo in modo molto consistente, ma non è da escludere che ci siano altre situazioni per cui lo smart working diventi non dico un’abitudine però una modalità nuova. Ecco allora l’importanza di coniugare lo smart working alla possibilità effettiva di lavorare: questa è una grande sfida. Noi abbiamo come squadra Italia, come squadra di tutti coloro che vivono questo periodo, l’impegno ad utilizzare per esempio nel miglior modo possibile i fondi del recovery fund, perché se non c’è buona progettualità non ci saranno buoni fondi, e se non riusciremo a realizzare le opere e a rendicontare perderemo un’occasione importante. I temi sono all’evidenza di tutti, quindi risulta importante più che mai riuscire a coniugare le necessità di questo Paese con questi fondi: questa sarà proprio la sfida di tutti noi sulla quale si basa molto del nostro futuro. Però, ribadisco, partiamo dai nostri giovani, aiutiamo i nostri giovani a scegliere, a decidere, a studiare e ad avvicinarsi al mondo del lavoro con le conoscenze, con le abilità, con le competenze, con le circostanze e le condizioni ottimali”.

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