Paolo Mazzanti (Direttore Askanews) all’Assemblea pubblica Re Mind Campioni d’Italia

All’Assemblea pubblica Re Mind “Campioni d’Italia – Le Buone Pratiche Pubbliche e Private per il Rilancio del Paese”, promossa dal presidente di Re Mind Paolo Crisafi, è intervenuto Paolo Mazzanti (Direttore Askanews) che ha così dichiarato:

“Le indicazioni, i principi a cui cerchiamo di ispirare la nostra attività giornalistica credo che in questo momento vengano condivisi non solo da me come Askanews ma anche da tantissimi miei colleghi.

Qui è chiaro che la responsabilità del giornalismo è importante in questa fase, lo è sempre stata ma lo è molto di più in questa fase in cui l’esplosione dei social media e dell’attività web, consente praticamente a tutti di diventare in qualche modo giornalisti, perché chiunque può sui suoi social, sui propri media, diffondere informazioni che possono anche non essere fondate, quindi è sempre più necessario avere un ruolo professionale del giornalista che è proprio colui che è incaricato diciamo dalla società, dal mercato, di verificare la veridicità delle notizie.

Il primo principio a cui bisogna ispirare l’attività giornalistica è esattamente quello della completezza e della verifica delle informazioni. La completezza si riassume nelle 5 “why” del giornalismo anglosassone, che in italiano si traducono “chi, come, dove, quando, perché”, cioè i cinque elementi fondamentali dell’informazione per consentire ai lettori di farsi un’idea il più possibile completa dell’informazione che hanno di fronte. Lo step successivo è poi quello della verifica delle informazioni, particolarmente importante e determinante: non basta cogliere una notizia al volo, ma occorre anche verificare che questa notizia sia, per quanto possibile, vera. Questo è un compito precipuo dei giornalisti e soprattutto delle agenzie di stampa, perché sono definite fonti primarie proprio perché ricavano le loro informazioni dalla fonte primaria che le emette, quindi noi non possiamo, proprio per deontologia professionale, per etica professionale, rilanciare informazioni che raccogliamo come capita, ma è imperativo verificarle andando alla fonte e quindi facendoci confermare una fonte autorizzata che questa notizia sia vera.

E’ chiaro poi che il giornalismo è soggetto alle passioni, alle emozioni, anche ai sentimenti dei singoli giornalisti, per cui forse il mito dell’obbiettività è appunto un mito, perché ognuno di noi in quanto cittadino, in quanto persona umana, ha le su sensibilità, i suoi orientamenti, che si riverberano anche sull’attività giornalistica.

Quello cui io posso auspicare è che i giornalisti che debbono essere appassionati della propria attività e non fare del giornalismo un trampolino per arrivare ad altri mestieri. Il giornalista deve inseguire l’obiettività, concetto limite a cui tutti dobbiamo tendere, agendo con onestà, quella intellettuale, applicando gli stessi principi di giudizio agli amici e agli avversari”.

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