Dialogo con Michele De Lucchi, Designer e Architetto

 

Siamo appena usciti dal salone del mobile, in anticipo rispetto a quello di aprile, e devo riconoscere che è stata una bellissima manifestazione. Inizialmente ero un po’ perplesso e mi domandavo se un salone del mobile fatto così in fretta, ristretto e con poche risorse, avrebbe avuto successo o meno. In realtà mi sono dovuto ricredere perché ha avuto un grandissimo successo, con moltissimi visitatori europei (soprattutto tedeschi, olandesi, francesi e svizzeri) sicuramente non operatori del settore, non negozi o show room ma molti collezionisti, giornalisti e appassionati.
Milano questa volta ha veramente dimostrato la sua capacità seduttiva e siamo rimasti tutti quanti molto soddisfatti, anche perché abbiamo dato prova che si può realizzare un salone del mobile senza apparati monumentali e allestimenti giganteschi. Siamo stati capaci di fare tutto ciò riducendo le risorse e mantenendo un tono su tutto quanto legato soprattutto alla capacità di stimolare l’immaginazione, alla capacità di sedurre attraverso i pensieri, le immagini, gli scenari, le visioni, senza consumare troppi materiali che poi, una volta disallestiti gli spazi espositivi, non posso trovare altri scopi.
Concludo dicendo che un salone del mobile è un’occasione strepitosa per comunicare quanto necessario, impellente e profittevole sia puntare sulla sostenibilità, sulla capacità di recuperare tutto quello che viene usato e dimostrare al mondo che la seduzione non passa attraverso il consumo esagerato di sfrenati consumatori, ma passa attraverso l’intelligenza che abbiamo nell’usare le cose.

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