Daniela Franzosi al Webinar Remind “MILANO, Le Prospettive di una Città Metropolitana Europea nello Stato di emergenza”

Al Webinar Remind “MILANO, Le Prospettive di una Città Metropolitana Europea nello Stato di emergenza” è intervenuto Daniela Franzosi (Partner MPartner) che ha così dichiarato:

“La nuova unità di misura per la progettazione sostenibile è il quartiere.

Già nel periodo precedente alla pandemia erano chiari i segnali in tal senso provenienti sia dagli investitori privati che dalle programmazioni predisposte dall’ente pubblico.

Il successo dell’iniziativa immobiliare dipende soprattutto dalla rivitalizzazione (e rivalutazione) del contesto in cui si inserisce, ovvero dalla sua capacità di coglierne e strutturare al meglio i collegamenti funzionali e sociali esistenti o da costruire/ricostruire.

Quartiere-Iniziativa-Osmosi-Quartiere: questa circolarità funzionale comporta una pianificazione strategica condivisa e di lungo respiro che coinvolge tutta la filiera decisionale, di sviluppo e progetto ma anche quella attiva nella gestione e nell’utilizzo (gestori sociali e comitati).

Abbiamo visto sempre più interventi in ambito Social Housing che interpretano questi concetti fondativi sviluppandoli anche in ottica smart e di interoperabilità. Su Milano e la Lombardia sono attive molte iniziative, in cui Mpartner è impegnata.

L’epoca Covid nella sua improvvisa manifestazione ha reso ancor più evidente la necessità di strutturare questi processi rafforzando l’unità di misura principale in un’ottica di differente prospettiva: il quartiere.

Lavorare per pianificare affinché l’intervento virtuoso, (sia esso Social Housing, residenza libera, complesso terziario etc..) possa essere il fulcro di un rinnovamento funzionale che, non solo per naturale osmosi, trasferisca la sua forza di rinnovamento.

Per accelerare tale processo e dare risposta al bisogno di una vita più di prossimità comprendente tutte le necessità funzionali dei diversi attori (abitativa, lavorativa, aggregativa, servizi alla persona) bisogna allargare la maglia del progetto singolo in una rete di pensieri che, comprendendo i servizi, si inserisca come una ragnatela nel contesto con fulcro il nuovo intervento.

Milano ha attivato più percorsi di riqualificazione urbana, dagli scali ferroviari alle aree industriali dismesse di prossima riconversione.

Mpartner in questo periodo è inserita nel gruppo di progettazione che si sta occupando della riconversione dell’area dell’Ex-Macello, inserita nel concorso Reinveting City C40, oltre che sullo sviluppo del Villaggio Olimpico, primo tassello della riconversione in chiave urbana dell’area dello Scalo Romana.

Ogni progetto ormai non si limita più a pensare l’edificio, ma pone l’attenzione per il suo successo a dare risposta alle importanti richieste e obiettivi imposti dai criteri ESG. Il dialogo con l’amministrazione pubblica è di rinnovato entusiasmo programmatico per la riqualificazione e la visione della città futura. Ciò è, e sarà, fondamentale.

In questo periodo di “Nuovo Rinascimento” abbiamo rinnovate opportunità e importanti responsabilità, in primis noi che svolgiamo un lavoro che ha ritrovato il suo più profondo senso etico. Molto semplicemente, credo che il nostro mestiere contenga e debba contenere in modo intrinseco i valori ESG, riportando l’architettura al suo compito primo: dare un luogo a un bisogno, o a una funzione, a beneficio dell’uomo che la svolge, e che segna il territorio oltre noi stessi.

Milano ha una grande opportunità e responsabilità

Da un lato l’opportunità di impostare e sviluppare i prossimi interventi di riqualificazione seguendo le logiche ESG, dall’altro lato ha la responsabilità di implementare ulteriormente e rapidamente un modello di sviluppo che preveda la corretta sinergia fra pubblico e privato per esportare il “modello Milano” anche in altre città d’Italia.

Il vero intervento sociale (a prescindere dalla funzione insediata) deve essere un sapiente equilibrio di benessere per chi vivrà l’edificio e opportunità di rivitalizzazione, aggregazione e fruizione da parte della comunità e della città. Ma questo equilibrio non deve prevedere esclusione delle fasce deboli e la trasformazione in quartieri di lusso, pur avendo tale modello l’innegabile pregio di portare valore più ampio alla città stessa.

Per questo la programmazione urbanistica e la visione strategica, che appartengono alla sfera pubblica, si devono accompagnare agli investitori privati che lo svilupperanno in larga misura. Uso il plurale proprio perché un intervento sostenibile deve essere un sistema di interventi che unisce in una visione più operatori privati nelle diverse fasi di progettazione e realizzazione.

Questa opportunità se ben sviluppata, porterà Milano ad essere uno dei principali poli della riqualificazione urbana in Europa anche perché altre città europee hanno vissuto questa fase di rinnovamento in anticipo, quando gli obiettivi di sostenibilità e i dettami ESG erano ben diversi. Barcellona, ad esempio, è stato un virtuoso esempio nel ventennio passato.

Tutto ciò non potrà prescindere da un’implementazione di sistemi di Data-management per misurare e confrontare i differenti parametri di sostenibilità, complessi da valutare e misurare in generale, e ancora incerti soprattutto relativamente alla lettera S (Social), il cui effetto è si manifesta nel tempo.

Stiamo anche vivendo un periodo paradossale in quanto il livello e l’importanza delle opportunità si scontra con budget che risentono pesantemente del caro materie prime e della penuria di Imprese e Sub-appaltatori. Penuria dovuta all’insano massacro dell’ultima decade, con appalti aggiudicati spesso a meno dei costi diretti, che ha lasciato in vita poche realtà solide, che oggi stentano a trovare la forza strutturale necessaria per affrontare quanto necessario da produrre. Penuria di forza lavoro, dovuta anche al fatto che quota parte dell’edilizia è attratta dal mercato dei bonus, alterando i valori economici del libero mercato.

Altrettanto, vale per l’ingegneria in genere. Carenza di personale qualificato ad essere impiegato su progetti di riqualificazione di ampio respiro, in quanto molto si è dedicato allo sviluppo dell’indubbia opportunità dei Superbonus.

In ultima analisi, questo paradosso, evidenzia ancor più l’opportunità che abbiamo e la responsabilità Etica che la riqualificazione urbana ci pone e che deve essere colta in modo coerente da tutte le parti in causa.

In fondo i criteri ESG, altro non sono che una misurazione dell’Etica che dovrebbe essere insita, come fosse un giuramento di Ippocrate, nella nostra professione.

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