Fabrizio Cola al Webinar Remind “La Bellezza Salverà il Mondo – Natale di Roma 2022”

Al Webinar Remind “La Bellezza Salverà il Mondo – Natale di Roma 2022” è intervenuto Fabrizio Cola (Presidente di Firtech The Culture of Innovation) che ha così dichiarato:

“Salvaguardare e rafforzare l’infrastruttura culturale, in ogni territorio e a livello nazionale, favorendo una relazione integrata fra mondi della cultura, dell’educazione e del turismo.

Ad integrazione di un concetto caro a Dostoevskij, la bellezza salverà il mondo, aggiungerei che la cura nel tempo e la consapevolezza lo renderà migliore.

E’ stupefacente pensare come certe idee, certi valori e certe tradizioni che si susseguono da tempi precedenti al nostro, siano intramontabili e quindi sempre attuali e non smettano di appassionare i viaggiatori come un capitale a cielo aperto di insegnamenti perenni. Sta a noi “valorizzatori” di questa immensa grandezza predisporla ad essere colta. “La bellezza salverà il mondo” è una delle affermazioni che meglio descrivono ciò che si dovrebbe preservare e difendere, poiché solo difendendo il nostro patrimonio potremo continuare a sostenere la beltà. Anche per questo è fondamentale munire l’Italia di una sempre maggiore consapevolezza appunto della propria identità, approfittando proprio di questo momento di “smarrimento” delle direzioni per un ritorno ad un’autentica rivalutazione dei luoghi e delle professionalità che operano nei settori più trainanti del Paese, la cultura e il turismo, comparti che proprio dalla drammaticità del momento possono trarre nuova linfa vitale e approfittare per un processo di “rieducazione territoriale al bello”.

La bellezza, astrazione che di per sé contiene una gran mole di significati ma che si sostanzia in ciò che garantisce l’identità del nostro Paese, e di tutte le culture del mondo attraverso le espressioni diversificate delle esperienze che può offrire. Per questo appare centrale la creazione di progetti e itinerari alternativi che permettano di valorizzare la grande diversità che caratterizza l’Italia, prima al mondo per numero di siti dichiarati Patrimonio dell’Unesco, ben 55. A differenza di quello che si potrebbe credere, la bellezza può essere utile, e non futile come si potrebbe pensare.

La bellezza infatti non ha solo un ruolo nell’arte o nella natura, ma anche nell’economia e un impatto nella vita quotidiana. A ciò da aggiungersi i concetti di messa in sicurezza secondo criteri di sostenibilità energetica-ambientale e di sviluppo economico in armonia con il Creato e per il benessere delle persone.

Per avviare la descrizione di questa azione che stiamo portando avanti, partiamo da un po’ di dati statistici:

a) 4980 Musei o strutture simili aperti al pubblico (dati ISTAT 2018) di cui 282 aree archeologiche, 537 complessi monumentali. Inoltre, sono 110000 i beni immobili di valore culturale, abbandonati o non utilizzati, classificati nel Carta del rischio del patrimonio Culturale 2012 dal MIBAC. Oltre a ciò, abbiamo 37000 luoghi sotto tutela ambientale e culturale, privati (dati FAI, Fondo ambiente italiano 2020). Come è noto, e confermato dai dati presentati, l’Italia ha il più grande patrimonio culturale del Mondo.

b) Per quanto riguarda il livello di istruzione scolastica ed universitaria (dati ISTAT 2020) la quota della popolazione con titolo di studio terziario è del 19,6%, contro il 33,2% della media europea.
Nel Mezzogiorno rimangono decisamente inferiori sia i livelli di istruzione (il 54% possiede almeno un diploma, 65,7% nel Nord) sia i tassi di occupazione anche delle persone più istruite (71,2% tra i laureati, 86,4% nel Nord). Il divario territoriale nei tassi di occupazione dei laureati è più ampio tra i giovani e raggiunge i 24,9 punti.
Migliora il tasso di occupazione dei giovani diplomati e laureati alla fine del percorso di istruzione e formazione (+2,2 punti sul 2018; 22,8 punti di divario dall’Ue).

c) Secondo l’indagine condotta dalla Banca d’Italia sul turismo internazionale, nel 2019 la spesa dei viaggiatori stranieri in Italia ha continuato ad aumentare a un tasso sostenuto (6,2 per cento), ancora sospinta dai turisti provenienti dai paesi europei e dal Nord America. La spesa dei viaggiatori italiani all’estero è cresciuta in modo analogo (6,3 per cento). Ne è derivato un aumento dell’avanzo della bilancia dei pagamenti turistica (all’1,0 per cento del PIL da 0,9 nel 2018) che, se pur marginale, prosegue una tendenza in atto dall’inizio del decennio. In un contesto di forte espansione del turismo internazionale a livello mondiale, la quota di mercato dell’Italia è rimasta costante. Sempre dalla stessa indagine di Banca d’Italia, alla crescita delle entrate turistiche dell’Italia nel 2019 ha contribuito soprattutto la spesa dei viaggiatori provenienti dalla Germania e dall’Austria, tra i paesi europei, oltre che dagli Stati Uniti e dal Canada. Le entrate riconducibili ai viaggiatori asiatici, il cui peso sul totale rimane ancora piuttosto limitato, sono tornate a crescere. Sebbene la spesa dei viaggiatori in Italia sia aumentata sia per viaggi d’affari sia per vacanze, è stata quest’ultima tipologia a trainare la crescita delle entrate complessive, in particolare la spesa per vacanze in montagna e balneari, mentre quella per vacanze culturali o in città d’arte, la tipologia più diffusa tra gli stranieri in Italia, è aumentata a un ritmo più modesto.
Proseguendo, secondo i dati di bilancia dei pagamenti, in Italia le entrate per viaggi internazionali nel 2019 hanno raggiunto i 44,3 miliardi, pari al 41 per cento delle esportazioni di servizi e a circa l’8 per cento di quelle complessive; le spese per viaggi all’estero (27,1 miliardi) hanno rappresentato un quarto delle importazioni di servizi e il 5 per cento di quelle complessive. Il saldo dei viaggi dell’Italia è strutturalmente positivo: ha raggiunto i 17,2 miliardi di euro nel 2019 (pari all’1,0 per cento del PIL), contribuendo per circa un terzo al saldo del conto corrente (52,9 miliardi).

Anche valutate a prezzi costanti, nel 2019 le entrate per viaggi internazionali hanno continuato a espandersi, proseguendo una tendenza in atto dalla fine della crisi finanziaria internazionale.

L’integrazione di questi tre mondi che sembrano distinti, ma in realtà fortemente collegati, darà un valore aggiunto proprio perché il contesto di riferimento è l’Italia.

Si, perché considerare i tre elementi delineati come componenti di un unico obbiettivo comune comporterà una trasformazione resiliente dei tre settori (cultura, istruzione, turismo) potrà essere una della chiavi vincenti delle sfide per il futuro della nostra società e per i nostri giovani.

La valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale italiano deve passare dallo stato della tutela-protezione, allo stato di rigenerazione-conservazione-uso.

L’Italia dispone di un ingente patrimonio immobiliare, con valenza storico-testimoniale, in gran parte a disposizione dello Stato e degli enti locali.

Considerato che oltre il 30% degli asset immobiliari risale a prima del 1940, e vengono comunemente intesi come manufatti edilizi che costituiscono “testimonianza materiale avente valore di civiltà” (secondo la definizione di “bene culturale” fornita dalla Commissione presieduta dall’On. Francesco Franceschini nel 1967). Gli stessi edifici rappresentano per la Convenzione di Faro, recentemente recepita dal Senato Italiano, “un patrimonio culturale da salvaguardare e valorizzare”.

E’ necessaria, quindi, una programmazione qualitativa pluriennale infrastrutturale ed immobiliare che preveda anche la valorizzazione e la gestione dei beni culturali e paesaggistici del Paese.

Condizioni di garanzia delle prestazioni e della sostenibilità  sono la conferma dell’applicazione obbligatoria dei Criteri Ambientali Minimi per l’Edilizia e la loro estensione all’edilizia storico-testimoniale e dunque alle opere di restauro (applicabili esclusivamente per beni di proprietà pubblica).

Incentivazione della applicazione dei protocolli energetico-ambientali (rating system) nazionali o internazionali per l’edilizia specificamente applicabili agli interventi di conservazione, recupero e integrazione di manufatti storici nel rispetto e nella tutela del loro valore storico-testimoniale e culturale, con impegno a perseguire certificazione terza (applicabili per beni di proprietà pubblica e privata).

Stessa cosa deve avvenire per la edilizia scolastica. Eliminando il dedalo di competenze e proprietà degli immobili scolastici tra lo Stato e gli enti Locali, accorpando le risorse ingenti disponibili in un unico “contenitore”, nominando un commissario o una struttura di missione nazionale.

Stante le condizione di garanzia di cui sopra, sarà necessario avviare i seguenti processi trasformativi:

  1. Identificazione di provvedimenti ad hoc, finalizzati a valorizzare tutto il patrimonio, con priorità agli edifici storici adibiti a uso museale, formativo, culturale e altro, che necessitano di messa in sicurezza e riqualificazione complessiva (sismica, energetico-ambientale ambientale, antincendio);
  2. Favorire gli investimenti pubblici e privati, consentendo l’utilizzo del patrimonio culturale non utilizzato per attività compatibili con i tre temi che consentono una fonte di sviluppo economico del Paese: Cultura, Educazione e Turismo;
  3. Identificazione di provvedimenti e deroghe analoghe a quanto previsto negli appalti realizzati per il ponte Morandi;
  4. A questa Riforma, va condotta in parallelo un processo di riforma pluriennale del sistema di istruzione, già in parte avviata, con l’obiettivo di innalzare i livelli di apprendimento che, come già detto, sono tra i più bassi del mondo occidentale anche a parità di spesa per studente. Troppo ampi restano i divari interni al Paese: tra il Sud e Nord, tra scuole della stessa area, anche nella scuola d’obbligo.

Nell’università è desiderabile una maggiore concorrenza fra Atenei, che porti a poli di eccellenza in grado di competere con il Mondo. Ad oggi è ancora basso, nel confronto internazionale, il numero complessivo di laureati.

Qualificare le eccellenze produttive Italiane attraverso un sistema di istruzione pubblica tecnico-professionale di alto livello e in accordo con il sistema delle imprese.

Inoltre, utilizzando il patrimonio edilizio prima descritto, i campus diventerebbero dei punti di eccellenza scolastica, di bellezza e di piacere nello studio, in ambienti salubri, sicuri, idonei alla didattica, e ricchi di storia e cultura.

Stessa cosa vale per il turismo: aumentare la ricettività del nostro Paese valorizzando i Borghi e Città “minori”, proprio attraverso la valorizzazione del patrimonio, consentendo la sua rigenerazione e l’utilizzo.

Non è bello girare per l’Italia e vedere bellezze abbandonate e cadenti ma sicuramente “tutelate e protette nel rispetto degli attuali parametri del MIBAC”.

In questo quadro complessivo si inserisce l’idea del progetto SAFENG Patrimonio Culturale, coordinato dalla Start-up FIRETCH, che nasce dalla volontà di proteggere il patrimonio artistico e culturale dal rischio incendi, utilizzando tecnologie specifiche, moderne, efficaci e non dannose per l’uomo e l’ambiente con un design esclusivo made in Italy.

Consapevoli dell’importanza di una rete di collaborazione tra esperti di diversi settori, la ricerca è frutto di un accordo tra Firtech S.r.l. e Tema Sistemi S.p.a., l’Università di Ferrara, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e Ferrara Fiere Congressi.

Inoltre, il progetto contribuisce al raggiungimento degli obiettivi del programma Horizon Europe e dell’Agenda ONU 2030 di ridurre il consumo di risorse e mitigare l’impatto dei cambiamenti climatici, nonché di rafforzare l’identità e l’integrazione della popolazione europea.

L’obiettivo del lavoro è quello di sviluppare nuovi sistemi antincendio, di protezione attiva, efficaci per la protezione di opere d’arte di valore inestimabile utilizzando agenti estinguenti naturali, compatibili e a zero impatto ambientale, che garantiscano anche la protezione per la movimentazione e l’infomobilità dei beni culturali legati ai percorsi espositivi e alle attività di restauro. Inoltre, il progetto si propone di studiare soluzioni per la fruizione, la digitalizzazione e la valorizzazione dei depositi, nonché lo sviluppo di conoscenze approfondite sulla prevenzione incendi per i siti culturali con l’obiettivo di formare figure specifiche del settore.

Al fine di studiare e analizzare le migliori soluzioni e sistemi green specifici per la prevenzione incendi nei luoghi della cultura, sono stati identificati, in collaborazione con il Ministero della Cultura, tre siti rappresentativi per lo sviluppo del progetto: una biblioteca storica (in cui si trovano principalmente materiali lignei e cartacei) e due palazzi storici (diversi tipi di materiali come legno, tessuti, materiali lapidei, affreschi, ecc.).

I passaggi chiave della ricerca riguardano principalmente lo studio completo delle normative vigenti relative alla prevenzione incendi per i siti culturali, l’indagine degli agenti estinguenti in commercio e delle tecnologie attualmente esistenti in relazione alle strutture di pregio e ai “contenitori” di opere d’arte (depositi, archivi, ecc.), e le interazione che si sviluppano con i diversi materiali del patrimonio culturale e con le strutture che li ospitano, fra cui la loro reazione al fuoco e ai gas di combustione.

Inoltre, non meno importante, si vuole considerato a livello progettuale l’impatto architettonico del sistema selezionato con l’ambiente di pregio.

Il primo sito sperimentale sarà Il Museo galleria Borghese di Roma, per poi proseguire con la reggia di Caserta, il Palazzo Ducale di Mantova e la Biblioteca Marucelliana di Firenze. Un progetto ambizioso e unico nel genere a livello Europeo.

Resilienza Trasformativa, in questi nevralgici settori economici, sociali e culturali, deve significare proprio un cambiamento di paradigma, facendoci così diventare leader nell’ospitilità turistica, di studio e di usufruizione culturale, nei luoghi unici più belli del Mondo.

L’integrazione tra cultura, educazione e turismo verso il nostro Bel Paese è la chiave vincente per uno sviluppo economico senza limiti e confini.

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