Dino Pesole al think tank Remind “Insieme per la Pace nel Mondo – Giornata Internazionale della Pace” del 21 settembre 2022

E’ intervenuto al think tank Remind “Insieme per la Pace nel Mondo – Giornata Internazionale della Pace” del 21 settembre 2022 Dino Pesole, Editorialista “Il Sole 24 Ore”, che ha così dichiarato: 

“Il quesito che ogni osservatore e commentatore si sta ponendo in questo momento è se quello che stiamo passando si può configurare come una vera e propria tempesta perfetta.
Siamo infatti di fronte a un drastico rallentamento della attività produttiva e delle prospettive di crescita tanto in Europa quanto in Italia e abbiamo a che fare con un’ipotesi di crescita dei prezzi del gas delle materie prime assolutamente imprevedibile.
In questo senso, come Sole 24 Ore, abbiamo registrato nelle ultime settimane un vero e proprio grido d’allarme di molte imprese che, in alcuni casi estremi, registrano aumenti della bolletta energetica fino al 700% in più.
Bisogna pertanto fare i conti con questa realtà e ciò vuol dire anche che la risposta alla crisi deve essere europea e nazionale. Mi auguro allora che le misure che il prossimo metterà in campo delle siano non solo efficaci, ma anche “di concerto” con la stessa Unione Europea.
 
Nel 2020 abbiamo avuto a causa della pandemia una contrazione del prodotto, ovvero della ricchezza nazionale, dell’8,9%.
Una caduta del PIL così vistosa non si era mai verificata in tempo di pace.
A fronte di questo, tuttavia, nel 2021, l’economia italiana non solo si è ripresa velocemente ma è anche cresciuta del 6,6% recuperando, in gran parte le perdite.
Ma la cosa che più ci deve indurre a uno cauto ottimismo è il fatto che nel corso del 2022, a fronte di un rallentamento che già era evidente nell’ultimo semestre del 2021, l’economia italiana ha registrato dei tassi di crescita incoraggianti, tanto che nel secondo trimestre il PIL è aumentato dell’1,1%, una delle performance migliori in Europa.
Evidentemente, allora, il nostro tessuto produttivo, formato in gran parte da piccole e medie imprese, di concerto con il settore terziario, è riuscito a dare una forte spinta verso la ripresa post-pandemica e questo ci ha portato ad attutire il colpo della crisi economica.
 
Come tuttavia però sappiamo tutti, fronteggiamo ora un ulteriore crisi, quella energetica.
Da questa prospettiva, il tema fondamentale a questo punto è come far fronte a questo aumento esponenziale dei costi dell’energia, tema che sarà al centro del Consiglio dei Ministri europeo dell’energia del prossimo 30 settembre.
Nello specifico, il Consiglio è chiamato a istituire un pacchetto di iniziative, che dovrebbe poi essere sottoposto all’esame del Consiglio nel suo complesso, e che dovrebbe riguardare sia l’imposizione di un tetto all’importazione del gas, sia l’avvio di una strategia attraverso cui liberarsi gradualmente dalla problematica dell’eccessiva dipendenza europea dal gas russo e sia la messa in pratica di un disaccoppiamento tra il prezzo dell’energia e delle rinnovabili e quello del gas.
Ebbene, se tali misure verranno adottate e se arriveremo a un accordo europeo in questo senso, e io credo che ci siano le premesse affinchè si arrivi a ciò, avremo fatto un grande passo in avanti in questa crisi.  
 
Se quindi questo è il contesto, le prospettive che io intravedo in questa fase sono con un punto interrogativo, a metà se vogliamo tra i catastrofisti e gli eccessivamente ottimisti.
Da questo punto di vista, come sistema-Paese, abbiamo sicuramente dei punti di forza innegabili sui cui bisogna assolutamente far leva, quali per esempio la vitalità del sistema produttivo, il turismo, l’immobiliare ecc.
Anche in questo, tuttavia, il tema fondamentale è quello delle risposte che la classe politica e il nuovo governo potranno dare da qui ai prossimi anni.
Un nuovo governo e un nuovo Parlamento a cui quali bisognerà inevitabilmente porre il tema delle buone pratiche, che io individuerei sostanzialmente in alcuni punti sintetici.
Il primo è che questo Paese deve assolutamente portare a casa il PNRR, senza il quale aumentare il PIL potenziale è un’impresa improba, soprattutto per una Nazione che per vent’anni è stata il fanalino di coda dell’economia europea, con tassi di produttività pari a zero.
Questa è quindi un’occasione unica, si tratta infatti di ben 191 miliardi, più i 30 del fondo complementare, che dovremo utilizzare attraverso un piano di investimenti e di riforme puntuale da qui al 2026.
 
La seconda buona pratica assoluta è poi quella di una conduzione della finanza pubblica che sia in linea con quanto fatto dal governo Draghi, ovvero, senza alcuno scostamento di bilancio per quanto possibile, e facendo ricorso al debito sola a condizione che siano finanziamenti produttivi che diano occupazione.
Sappiamo infatti bene che ogni deviazione dal percorso di riduzione del debito ci porta nelle mani dei mercati e alla possibilità di ripetere una stagione come quella del 2011, quando il nostro Spread toccò quota 575 punti.
 
La terza buona pratica riguarda invece, da una parte, l’investimento in capitale umano e, dall’altra, il proseguimento lungo gli assi della transizione ecologica e di quella digitale.
Ultima tema da considerare, e di cui non si è parlato molto in campagna elettorale, è poi quello del declino demografico, rispetto al quale bisogna implementare delle politiche attive vere per favorire l’economia.
 
Il compito del prossimo governo sarà quindi enorme e penso che anche voi come filiera immobiliare potrete dare un contributo importante in questo senso. Grazie.”

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