Renato Loiero (Consigliere per le Politiche di Bilancio del Presidente del Consiglio) al Think Tank Remind Futuro Italia

Al Think Tank Remind “Futuro Italia” ha partecipato Renato Loiero Consigliere per le Politiche di Bilancio del Presidente del Consiglio, intervenuto come Membro del Comitato Tecnico-Scientifico Remind, che ha così dichiarato:

“So che il Presidente del Consiglio avrebbe avuto piacere di partecipare ma, come potete immaginare, gli impegni sono pressanti e stamattina è dovuto intervenire alla Camera in vista del Consiglio Europeo. Domani dovrà ripetere l’intervento al Senato.

Ho visto le tre dimensioni generali, con riferimento al mio ambito di competenza, quello della politica bilancio che intersecano le politiche di bilancio nazionale, politiche di bilancio europeo e il tema del PNRR.

Non posso non segnalare in primis un dato quantitativo.

Forse non è stato sufficientemente sottolineato che questa manovra di bilancio, e in prospettiva anche dei documenti programmatici sulle prossime, traguardano una riduzione del debito e una riduzione del deficit che per altro è un obiettivo dichiarato che si opera anche in una situazione contro-ciclica.

Come sapete, i migliori osservatori internazionali, con un evidente, naturale, fisiologico, range di differenza fra le previsioni, prevedono un PIL dell’anno prossimo che potrebbe avere un segno negativo. In questo contesto le regole di bilancio previdenti dell’UE avrebbero consentito una manovra molto più espansiva di quella che invece il Governo ha ritenuto di adottare. Certo, non voglio arrogarmi il merito di questo, nonostante quest’anno e l’anno prossimo si applicherà la General Escape Close, cioè la sospensione per l’ambito del patto di sostenibilità e crescita.

In teoria avremmo potuto approfittare di questa condizione di sospensione delle regole per decidere un disavanzo di bilancio più elevato. Invece si è scelto politicamente di mantenere un bilancio in riduzione.

Sottolineo anche un altro dato quantitativo, come ha già accennato il Presidente della Commissione Finanze della Camera Osnato, quasi circa due terzi di questa manovra sono finalizzati a ridurre l’impatto della crisi energetica. Le misure le conoscete già: sono soprattutto misure di proroga delle misure già adottate precedentemente. Quindi se non avessimo adottato queste misure avremmo avuto una manovra ancora più ulteriormente restrittiva che avrebbe ulteriormente ridotto il deficit del debito.

Un po’ risponde a quell’affermazione che ha fatto il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il primo Presidente del Consiglio donna, una sorta di madre che ha guardato oltre le prossime elezioni. Spesso si cita quel motto degasperiano che dice che ‘il politico guarda le prossime elezioni, lo statista guarda le prossime generazioni’. Questo si è tradotto in quella espressione che durante la campagna elettorale che la Presidente Meloni ha affermato: ‘non facciamo promesse che non possiamo mantenere’. Questo dal punto di vista di un tecnico, ascoltare questo tipo di frasi sicuramente fa venire la pelle d’oca.

Di quella che sarà la politica di bilancio Europea, quindi del nuovo patto di stabilità e crescita, si è già avviato il dibattito. C’è una comunicazione della Commissione Europea su quella che dovranno/potranno essere il nuovo quadro del patto di stabilità d crescita che per certi versi riprende il tema della condizionalità.

Semplificando poi il quadro rispetto ad una riforma la quale si dibatterà ancora nei prossimi mesi, l’Unione Europea intende sottolinea i caratteri di condizionalità del nuovo patto di stabilità e crescita: ‘ti concedo di derogare un percorso di bilancio predefinito, ovviamente in termini espansivi, se riesci a raggiungere certi obiettivi’.

Si allinea al nostro modo di essere nel cercare di affiancare all’attenuazione dei vincoli di bilancio – che sono necessariamente debbano essere condivisi in un’area economica comune che condivide una parte di essa, una stessa moneta – la concentrazione sul tema della condizionalità.

Il tema della condizionalità introduce il tema delle riforme strutturali che si riconnette sul tema di Remind, l’immobiliare allargato, e che introduce sia il tema del PNRR e quello dei due miliardi che sono allocati per le politiche di riqualificazione energetica dell’edilizia residenziale.

Il tema che introduce e qualifica in particolare l’intervento Europeo a favore dei singoli Paesi, come si accennava prima l’Italia è la Nazione che ha beneficiato della maggior quantità di risorse (per a due terzi a debito) dell’Unione Europea, e quindi deve dimostrare più di altri di riuscire a spendere bene quelle risorse.

Tutto questo nell’ambito di un contesto di un’Unione Europea che ha scelto di concentrare buona parte delle risorse sul tema della riduzione dell’impatto carbonico nonostante l’UE produca solo l’8% dell’emissione carboniche a livello mondiale.

Quindi questi 3 temi si inseriscano ed hanno un punto di caduta proprio sui temi affrontati da Remind, come quello della sostenibilità, del nuovo modo di concepire l’immobiliare allargato. Questo, come segnalato da Remind, arriva a cifrare quasi il 30% del PIL Italiano ed interseca numerose dimensioni del vivere italiano, soprattutto rispetto ai 3 sistemi che fanno forte il nostro interscambio commerciale.

Su questo tema, per esempio, il Presidente del Consiglio è particolarmente attento sul tema del made in Italy, sui famosi tre sistemi italiani: il sistema moda, il sistema casa e il sistema alimentazione. Una sfida di tali proporzioni è impossibile da affrontare senza una forte e ampia collaborazione fra istituzioni centrali e locali, pubbliche e private. In particolar modo, oggi risulta essere indispensabile il ruolo rivestito dalle città, che si configurano sia come laboratorio in cui sviluppare nuove strategie per l’adozione di uno stile di vita sostenibile; sia come un vero e proprio termometro capace di valutare l’adeguatezza delle politiche adottate. Il Piano Nazionale di ripresa e Resilienza è pienamente consapevole di questo. Per il PNRR, infatti, gli Stati membri hanno l’obbiettivo di rafforzare la propria capacità di risposta a shock economici, sociali, ambientali e strutturali attraverso nuove forme di governance più eque, sostenibili e inclusive.
Ciò tramite le nuove concezioni di Immobiliare allargato e di Cultura dell’Abitare per cui il rapporto che intercorre fra il benessere delle persone e la qualità dell’abitare risulta essere inestricabile.
Questa Nuova Cultura dell’Abitare è ravvisabile all’interno del Programma innovativo dedicato alla qualità dell’Abitare del PNRR, all’interno della Missione 5 “Coesione e Inclusione” e della relativa Componente 2, in cui le riforme e gli investimenti mirano – in particolare modo – sia a migliorare la condizione dei soggetti più vulnerabili, sia alla rigenerazione urbana, ai servizi sociali e ai servizi per la disabilità, con lo “scopo di ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale riqualificando le aree pubbliche”.

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