Daniela Franzosi: “Cambiamo la nostra direzione di intervento, cercando una nuova visione che venga supportata dallo Stato”

Lo scorso 24 settembre ha avuto luogo il Think Tank CULTURA – TURISMO – INFRASTRUTTURE – IMMOBILIARE – SOSTENIBILITA’ PER LA RIPRESA DEL PAESE IN ARMONIA CON IL CREATO, che ha visto la partecipazione di numerosissimi relatori, tra cui Daniela Franzosi (Partner MPartner), che ha fornito esempi concreti di attività in corso della filiera immobiliare specie rispetto ad un primo momento in cui tutto si è fermato e come il DL Semplificazioni ha impattato le città.

“Innanzitutto ci tengo a dire che in questo periodo abbiamo ricompreso che il nostro mestiere, parlo per i progettisti ma anche di chi tutti coloro che operano nella filiera immobiliare più in generale: si è diffusa una consapevolezza del valore etico del nostro mestiere che è imprescindibile e lo è sempre stato, ma in questo momento è assolutamente necessario. Il nostro lavoro lascia il segno, sul territorio e anche sulle persone che vivono e utilizzano gli edifici. Soprattutto i fruitori che oggi ‘occupano gli spazi’ in maniera diversa. Il nostro lavoro interpreta i bisogni e questo sarà il motore del prossimo sviluppo e della prossima ricrescita.

La sostenibilità che nel passato ha sempre portato accento sull’aspetto economico ambientale, oggi deve essere una sostenibilità sociale. E gli esempi virtuosi già ci sono stati nel passato più prossimo, periodo in cui era stato compreso che la vera sostenibilità del processo economico ambientale nasce dall’aspetto sociale. Le agevolazioni sono sicuramente necessarie e interessanti in termini di sconti, oneri, bonus, e fiscalità per interventi che riguardano il patrimonio edilizio dismesso, siti industriali, agevolando il cambio di destinazione d’uso.

In questo caso ci sono gli esempi che riporto della regione Lombardia del comune di Milano, 3 landmarks che stiamo seguendo, due per un operatore privato e uno invece per un operatore spa ma con capitale anche pubblico. Trattasi di due interventi a Porta Nuova e del prossimo headquarter di A2A a Milano. In tutte queste soluzioni si è partiti, diciamo, da un quadro normativo che ha ottimizzato quello che è il concetto di ristrutturazioni, quindi di bonus volumetrici, un’attenta analisi e sviluppo progettuale che partisse non tanto dalla massimizzazione dell’efficienza dell’edificio ma dalla massimizzazione dell’edificio nel suo contesto, ponendo al centro l’attenzione verso quelle che possono essere funzioni di condivisione con l’utente.

L’ headquarter di A2A si era fermato come progettazione a fine 2019. La nuova governance ha voluto dare un segno di fiducia per la ripresa della città, la ripresa di tutta l’area che è quella di Porta Romana, decidendo di portare avanti questa operazione con un’accelerazione notevole seppur nell’incertezza attuale, proprio per essere simbolo di una volontà di positività, ergersi a baluardo di una città come Milano che appare sempre di più come città viva e policentrica. Poi viene anche diciamo da sorridere perché l’edificio nasceva già su progetto con una forma e con una icona a forma di faro, quindi un po’ può essere il simbolo di una rinascita di quell’area di Milano dove il degrado industriale, ormai in fase di riconversione completa, traghetta verso nuove funzioni.

Siamo molto impegnati poi anche nell’ambito del social housing, e in questi mesi di lockdown tutte le iniziative che avevamo in corso in tal senso hanno trovato conferme e ulteriori fermenti, proprio perché la materia del social housing ben si inserisce in quello che può essere una rivalutazione dei pensieri, dei bisogni che effettivamente si sono così improvvisamente resi manifesti in questa crisi pandemica. La necessità di un’aggregazione diversa da prima, di funzioni distribuite su un micro territorio, quello del quartiere, quello dell’isolato, che si erano andate perse e che invece riconsegnano alla vita quotidiana la necessità di spazi condivisi. Questa visione d’insieme ha permesso di recuperare aree industriali dismesse, edifici abbandonati, non consumare suolo ma ottimizzare tutte quelle che sono le regole e le leggi vigenti relative a bonus energetici, a bonus sulle superfici, e qui mi ricollego all’ultimo tema, quello dell’ultima, diciamo, spinta che il governo ha potuto dare relativamente ai bonus in materia energetica con il super bonus 110%.

Sicuramente è un motore positivo, innanzitutto perché mette in gioco un patrimonio immobiliare, quello italiano, che è assolutamente frammentato in tantissime micro proprietà; mette in movimento un sistema economico parcellizzato in tantissime micro imprese, ma altrettanto deve essere razionalizzato al fine di non disperdere in modo non efficiente un investimento consistente su interventi che non abbiano un obiettivo di sistema edificio, di sistema del quartiere, di reale miglioramento. Inoltre deve essere razionalizzato unitamente a tutti gli altri bonus che ci sono e in maniera differente da regione a regione, rivolti anche ai grandi proprietari immobiliari.

In questo periodo di grande negatività dobbiamo cercare di trovare la giusta energia e positività: la situazione che stiamo vivendo ci ha messo davanti a delle scelte che hanno portato a delle riflessioni e a delle considerazioni molto importanti sul nostro futuro; dobbiamo sicuramente cambiare la nostra direzione di intervento, non lavorare nell’emergenza ma cercare una visione che lo Stato, l’apparato normativo, deve supportare”.

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