Roberto Nardella: “La struttura imprenditoriale italiana è fondata sul lavoro di piccole e medie imprese, non dimentichiamolo”

Il Think Tank promosso da Re Mind lo scorso 24 settembre, ha visto la partecipazione di Roberto Nardella (Presidente Confimea Imprese – Consigliere Delegato Re Mind alle Piccole e Medie Imprese) che ha riportato il sentiment delle piccole e medie imprese nel periodo Covid e post emergenza Covid, e le azioni poste in essere al riguardo come presidente di Confimea Imprese e come delegato Re Mind alle piccole e medie imprese.

“Abbiamo sicuramente delle situazioni difficili da gestire oggi dopo il lockdown. È passato un periodo estivo dove tutte le imprese si sono date da fare pensando che si potesse, che il turismo e tutto il resto potesse dare un aiuto in senso generale: purtroppo non è stato così. La possibilità quindi di far riprendere le imprese, come si lavorava anche prima, credo che non ci sarà più. Avremo un autunno e un inverno molto difficile per le piccole e medie imprese, ed assisteremo a dei fallimenti perché le imprese non hanno la possibilità di pagare tutte queste cartelle che continuano ad arrivare, tutte quelle tasse che continuano a gravare su imprese che in sostanza in questi mesi non hanno potuto lavorare. Per vitare ulteriori disagi e non arrecare ancora più danno a una situazione già abbastanza complicata da gestire, è importante che il governo cominci a rivedere un po’ tutta la situazione sul discorso delle imprese.

Parlare anche di lavoro sul discorso delle imprese, di quelle che oggi lavorano, e come sono messe in discussione, è molto difficile. Dobbiamo sapere che il 91/92% del PIL è detenuto dalle piccole e medie imprese, quindi immaginiamoci cosa accadrebbe nel momento in cui queste si ritrovassero in una situazione di difficoltà e quanti licenziamenti potremmo trovarci oggi sul mercato. Dalle statistiche, già 500 mila persone hanno perso il posto di lavoro, e adesso è l’edilizia la parte più difficile. Se da un lato lo Stato ha messo il blocco dei licenziamenti per aiutare, dall’altro questo sta portando inevitabilmente le imprese a chiudere per poi magari riaprire più avanti.

Stiamo lavorando moltissimo sul discorso di far lavorare le imprese, soprattutto l’edilizia, su quello che è il superbonus 110%, tentiamo assolutamente di far riprendere i lavori, ma devono essere ripresi con serietà, efficacia, e dobbiamo dare a queste imprese la possibilità di credere ancora nel loro lavoro. Non è facile fare tutto ciò di questi tempi, oggi stiamo vivendo un momento molto difficile, molto duro, e noi come Confimea ci mettiamo vicino a queste imprese, ne abbiamo moltissime, abbiamo oltre 200 partite iva all’interno che vanno a costituire una forza incredibile e per dare a queste imprese la possibilità di riprendersi dobbiamo farci ascoltare da tutti, soprattutto dalle istituzioni. Dobbiamo assolutamente riprendere a credere alle piccole e medie imprese, i nostri governanti dovrebbero battere un po’ i pugni in Europa e sollevare queste criticità ma devono farlo con convinzione, perchè l’Europa al momento non crede al nostro sistema imprenditoriale.

Sono un uomo molto positivo e come Confimea dico che ce la metteremo tutta, ma abbiamo bisogno di essere aiutati per riprendere a lavorare, questa è la cosa più importante per il nostro sistema imprenditoriale. Se muoiono le piccole e medie imprese muore tutta l’impresa e la struttura imprenditoriale italiana, perché è fondata su di esse, ed è l’unica in Europa che è fondata su questo, per cui per l’Europa è ingovernabile: gestire 100 aziende grandi è molto più semplice che gestire migliaia e migliaia di aziende piccole. Ragioniamo su questi dati e vedremo poi come le cose cambieranno”.

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