Marco Mari: “Gli strumenti ci sono, le misure europee vanno nella direzione giusta, è il momento di agire”

Durante il Think Tank del 15 ottobre 2020 promosso da Re Mind Filiera Immobiliare, il Presidente Gbc Italia Marco Mari ha espresso le proprie considerazioni circa il prossimo futuro della filiera immobiliare.

Nello specifico secondo le parole dello stesso Presidente:

“Come giustamente diceva il Presidente Crisafi ora più che mai è fondamentale dare segnali positivi alla filiera, ponendoci come obiettivo primario quello di rigenerare all’insegna della sostenibilità gli ambienti costruiti del nostro territorio, in linea con quello spirito già presente nel periodo precedente alla pandemia e ora come mai  ancora più sentito.

La crisi pandemica ci ha toccato in fronte, ci ha strappato dalla presunzione di essere padroni del mondo; è stato un risveglio amaro, siamo passati da una civiltà che parlava di mobilità ad una inciviltà che parla di immobilità, che rivela tutta la sua fragilità.

Tre, allora, sono i punti che secondo me che devono essere analizzati alla luce di tutto ciò.

Il primo è appunto il miglioramento della salute del pianeta grazie alla drastica diminuzione delle emissioni globali dovute alle limitazioni dell’attività economica e dei trasporti (si stima circa un 8,8% di riduzione di emissioni su scala mondiale).

Il secondo è che questa crisi globale ha spazzato via quelle che erano le precedenti idee economiche sull’austerità espansiva, idee legate all’ormai desueto concetto del “teniamo fermo” e che ora sono state sostituite da ideali di programmazione economica all’insegna del supporto, della condivisione e dello sviluppo sostenibile.

il terzo elemento è che a seguito di questi miglioramenti, l’Unione Europea sta fortemente accelerando il processo di transizione a un’economia sostenibile attraverso il rinomato green new deal, un ambizioso piano di politica economica a medio lungo periodo, che si pone l’obiettivo di raggiungere la neutralità delle emissioni nell’anno 2050 dal punto di vista climatico-ambientale.

Essendo quindi ancora più consci di prima su questi temi cruciali, è necessario, in quest’ottica, puntare anche a una riqualificazione energetica e sostenibile del nostro ambiente costruito. Ricordiamoci infatti come gli edifici siano responsabili a livello globale del circa un terzo delle emissioni di gas serra.

Seguendo quindi le linee guida indicate dall’Europa dobbiamo porci come fine ultimo quello di rendere 35 milioni di edifici più efficienti dal punto di vista energetico – ambientale, con un possibile sviluppo economico di oltre 160.000 posti di valore, i cosiddetti green jobs.

In questo senso, ritengo allora che sia necessario affrontare le costruzioni, e soprattutto quelle presenti nelle aree urbane, come sistemi complessi, per ammodernarli e rivalutarli sotto più aspetti possibili.

A livello di governance, invece, serve un approccio che unisca i vari attori e che prenda le migliori competenze mettendole a fattor comune, sul modello, ad esempio, di questo Think Tank, tenendo a mente come le prassi attuali, legate a protocolli energetico – ambientali realizzati in modo inclusivo e secondo principi di sussidiarietà, sono state definite dalla stessa filiera immobiliare.

In questo quadro, la finanza deve pertanto investire per supportare quanto più possibile il settore del mattone, al fine di raggiungere maggiore resilienza, sostenibilità e salubrità.

Gli strumenti ci sono, le misure europee vanno nella direzione giusta, è il momento di agire”.

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