“Io vi ringrazio innanzitutto per averci scelto per premiare le buone pratiche, soprattutto perché il nostro è un settore davvero complesso e la società per cui lavoro è stata creata per contribuire concretamente alla sostenibilità del debito pubblico nazionale, presidiando un processo di valorizzazione e dismissione degli immobili pubblici per il tramite di uno strumento che è quello dei fondi di investimento alternativi immobiliari particolarmente privatistico per la sua natura. L’immediata conseguenza è che in ufficio si ha a che fare con norme molto eterogenee tra loro e complesse da tenere insieme. E anche soltanto per quel che riguarda la vita della società dobbiamo muoverci tra le norme relative alle partecipate pubbliche e le norme che presidiano l’attività di un soggetto vigilato quale è una società di gestione del risparmio. In una giornata o in una settimana accade di avere a che fare una volta con il MEF, un’altra con Consob, con Banca d’Italia, con i soggetti pubblici che partecipano ai fondi e contestualmente con gli investitori istituzionali in particolar modo con quelli interessati a un progetto, con tutte le persone di cui sono fatti gli organi sociali, coi fondi che appunto hanno un’anima più complessa e più ricca di quella di una società privata. Io sono arrivata in Invimit all’inizio di quest’anno qualche giorno dopo che dilagasse la pandemia perché molto affascinata veramente da questa doppia anima della società, perché è chiamata veramente a perseguire interessi pubblici notevolissimi, ma con le qualità di una società di gestione del risparmio. E qualche giorno dopo è stato lanciato un progetto molto innovativo che era stato pensato per mettere insieme, con una struttura molto articolata di diritto che utilizzava proprio le specificità dei fondi comuni di investimento, due obiettivi veramente sfidanti: da una parte quella di perseguire la riduzione del debito pubblico magari in tempi anche più rapidi di quelli che caratterizzano una dismissione immobiliare, e dall’altra quella di conservare un ruolo al pubblico tramite l’Invimit, nel processo di valorizzazione degli immobili. Contestualmente ho visto e lavorato su moltissimi progetti di valorizzazione, il più delle volte con riferimento ad immobili veramente con caratteristiche straordinarie anche se molto complessi, e questo anche nella logica di partecipare a processi di riqualificazione urbana. Concludo ringraziandovi e dicendo che mi piace molto che nella motivazione di questo premio abbiate parlato di umanità, perché spesso l’umanità non viene presa in considerazione o addirittura viene considerata una debolezza. Secondo me invece una pratica, per essere veramente buona, deve essere veramente colorata dall’umanità, perché l’arricchisce di creatività, di una visione di sapienza e di sensibilità, cose assolutamente fondamentali per fare un buon lavoro”.
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