Andrea Gori: “Contact Tracing indispensabile per interrompere la Catena di Trasmissione”

 

È intervenuto in chiusura del Think Thank dello scorso 15 ottobre, promosso da Re Mind Filiera Immobiliare, anche Andrea Gori (Infettivologo, Direttore Unità Operativa Complessa Policlinico di Milano):

“I dati parlano chiaro: la situazione in Italia preoccupa nuovamente, in particolare spaventa la crescita esponenziale dei casi positivi nella città di Milano: i numeri dei contagiati salgono e gli ospedali si stanno nuovamente riempiendo. L’intervento della macchina sanitaria è stato tempestivo e le rianimazioni hanno una curva ancora non esponenziale, ma tutto ciò non basta.

Le raccomandazioni generali sono sempre le stesse: in primis, ovviamente, quella di evitare di andare nei luoghi affollati. È opportuno però essere a conoscenza del fatto che il contagio adesso avviene soprattutto all’interno delle famiglie.

Nel luogo più intimo, dove ti abbassi la mascherina, ti prendi il Covid. La gente non si infetta più in ufficio perché le persone sono attente e così anche le aziende: è l’ambiente familiare quello che non è più protetto. Serve un surplus di attenzione. I giovani che hanno più contatti sociali e che sono quasi sempre asintomatici si sono contagiati, e questo ha messo in crisi il sistema visto che non li identifichi facilmente. Solo che i genitori e i nonni che se lo prendono non sono sempre asintomatici e l’infezione per loro diventa più grave.

È proprio il fatto che i giovani nella maggior parte dei casi risultino asintomatici che spaventa, perché essere asintomatico non significa non essere contagioso.

Tra le varie categorie i giovani, logicamente, hanno vita sociale più intensa quindi maggiori contatti, risultano difficili da individuare e ancora di più da tracciare. Per arginare la progressione dell’infezione è indispensabile il contact tracing in tempo reale, diagnosi rapide e isolamenti rapidi. Solo così potremo interrompere la catena di trasmissione.

Adesso stiamo assistendo a un progressivo aumento dell’epidemia all’interno dei nuclei familiari e conseguentemente a un aumento dell’età media dei contagiati, ad oggi intorno ai 45 anni. Abbiamo registrato un 80% di contagi in ambito familiare, l’età media dei pazienti sta salendo e conseguentemente aumenta il grado di compromissione che la malattia comporta. Un conto sono i giovani che per il 65% sono asintomatici e per il restante 35% hanno in genere sintomi più lievi, un conto sono gli anziani. Quando ci si ammala di Covid-19 in età più avanzata, le persone con estrema facilità e più frequentemente sviluppano una polmonite più grave.

È una situazione in cui ancora possiamo intervenire, mi riferisco alla popolazione giovane infetta, siamo in una fase intermedia che preoccupa ma è ancora gestibile: la grande incognita adesso è rappresentata dalle grandi realtà metropolitane (Roma, Milano, Napoli) e come vivranno e gestiranno questa imminente seconda ondata”.

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