Anna Messia: “Le Sfide del Giornalismo e dell’Economia”

“Ringrazio NewsReminder e il Parlamento Europeo – Ufficio Italia per questo importante riconoscimento. Giornalismo ed Economia entrambi si trovano davanti a un periodo incerto e a sfide che solo un anno fa erano inimmaginabili. Il settore del giornalismo, negli ultimi 20 anni, quando io ho iniziato questo mestiere, si è completamente trasformato con la crescita di internet e i la diffusione social network. Quando ho iniziato questo lavoro c’era i floppy disk e si spedivano le prime mail. Oggi la fonte maggiore di informazione per le persone sono diventati i social network. Secondo l’Osservatorio Disinformazione online di Agcom, pubblicato a luglio emerge che le persone si informano sempre più sulle piattaforme social o i motori di ricerca, con i giovani (il 25% dice l’agcom) che utilizzano quasi esclusivamente questi canali per raccogliere notizie; i contenuti di disinformazione aumentano e i cittadini hanno difficoltà a distinguere notizie vere e false. Non è un caso che le fake news sul coronavirus, avendo in molti casi ricadute dirette sulla salute pubblica, hanno costretto i big tech- ad aumentare il proprio impegno in materia per contrastarle.
Nella primavera 2020, in piena pandemia, il peso della disinformazione sul totale delle notizie inerenti al coronavirus circolate online è tornato a crescere, fino al 6% alla fine di maggio. C’è un tema dell’informazione di qualità che deve essere sostenibile e diffusa, con gli editori che devono imparare ad utilizzare sempre di più anche i nuovi canali di informazione. Ma questo apre anche una questione legata alla sostenibilità dell’informazione di qualità, con equilibri economici che erano già precari prima del coronavirus e che sono stati ulteriormente colpiti dalla pandemia che ha portato un inevitabile calo delle inserzioni pubblicitarie. La pandemia ha aggravato la situazione una situazione già difficile ma ha avuto anche l’effetto di far riscoprire l’importanza di un’informazione di qualità e ora la sfida, penso soprattutto alle nuove generazioni, è far sì che la qualità venga percepita da chi si informa. Il segnale che è arrivato dal governo, di riaprire le scuole, di ogni ordine e grado, con un rischio ragionato ha detto il premier Draghi, mi sembra vada nella giusta direzione perché rimette al centro i giovani e le nuove generazioni. Saranno loro del resto che dovranno farsi carico del debito pubblico che inevitabilmente aumenterà ulteriormente dopo la pandemia.
Sul fronte economico la sfida più grande sarà dare fiducia e spazio alle nuove generazioni ovviamente far riparte il pil. Ci sono settori che hanno retto alla crisi, penso, al risparmio gestito e ai conti correnti che hanno registrato record di liquidità, ma anche allo settore immobiliare con i gestori professionali che sono riusciti a tenere la rotta. Ma c’è anche un problema sociale e di settori che sono stati pesantemente colpiti, turismo, ristorazione, attività commerciali.
Lo scostamento di 40 miliardi nel def del deficit, poco meno del 12%; che punta al 3% nel 2025, è una scommessa sulla crescita, cambiando le cose che non hanno funzionato finora, dalla burocrazia, alla difficoltà storica di utilizzare per esempio i fondi europei”.

Anna Messia, Giornalista “Milano Finanza”
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