Al Think Tank Remind “Politiche Industriali per lo Sviluppo e la Messa in Sicurezza dei Territori e delle Città per il Benessere delle Persone in Armonia con il Creato”, è intervenuto Michele De Lucchi (Architetto e Design, Consigliere del Comitato Tecnico Scientifico di Remind e Consigliere dell’Osservatorio per la Cura della Casa Comune ) che ha così dichiarato:
“Innanzitutto ti ringrazio per questa occasione di confronto e di dare un contributo. Io credo che si possa fare molto, anzi moltissimo, perchè si può, proprio partendo dalle cose molto vicine a noi, trovare nuovi comportamenti, nuove immagini, nuove ambizioni da far diventare le ambizioni, i desideri e i sogni di tutti quanti noi.
Ne abbiamo bisogno, perchè i vecchi sogni, le vecchie ambizioni, non vanno più bene. Dobbiamo trovare proprio quello che si adatta in maniera totale, e oramai urgente, all’unico grande problema che è quello della sostenibilità perchè non c’è verso: difronte alla probabile estinzione, tutti dobbiamo contribuire a far sì che ciò non succeda.
Io sono un architetto, e sono veramente e fieramente convinto che quando, io da architetto ma tutti gli architetti miei colleghi, quando progettiamo qualche cosa, non progettiamo solamente le forme, i muri, le finestre, le porte, ma progettiamo i comportamenti delle persone che vivranno e che utilizzeranno quegli spazi dentro quei muri, che cammineranno attraverso quelle porte e che si affacceranno a quelle finestre.
Per cui è fondamentale che anche chi come me fa il progettista, progetti sapendo che quello che sta facendo non è solamente una forma, un ingombro in più sulla superficie di questo pianeta, ma è un incitamento ai comportamenti migliori.
Si incomincia proprio sulle cose più semplici, i comportamenti migliori li realizziamo fin da subito, con noi stessi e con gli esempi che diamo attraverso il nostro comportamento.
Sono convinto che per raggiungere questa unanimità di accordo sul tema della sostenibilità, dobbiamo partire da noi e da chi abbiamo vicino. Dobbiamo partire proprio dalle persone che contiamo, con le quali viviamo, con le quali ci interfacciamo, e con le quali proprio ci scambiamo un saluto con gli occhi, tutti i giorni e tutti i momenti della giornata.
Io mi sono lanciato in una serie di progetti che non sono progetti di case, o di costruzioni da realizzare subito per degli investimenti immediati che rispondono alle necessità concrete di oggi, ma che rispondono a una necessità molto più concreta di domani. Penso soprattutto a quello che la mia generazione di architetti lascia alla prossima generazione di architetti; penso soprattutto a quello che le nuove generazioni imparano da noi, dopo che noi abbiamo imparato così tanto da loro, perchè le cose più straordinarie le vediamo proprio nel comportamento dei giovani, nel comportamento di quelli che si dedicano con passione a questo grande unico tema della natura e della sostenibilità.
Questo progetto visionario che ho fatto per rigenerazioni che saranno attive negli anni 2030, 2040, 2050, quando anche io non ci sarò più, si chiamano Earth Station, si chiamano stazioni, perchè in questo momento di così totale trasformazione, di una trasformazione che è in atto ma che dobbiamo rendere ancora più travolgente proprio per le ragioni che dicevo, dobbiamo trovare una stazione, dobbiamo trovare un posto dove fermarci un attimo e decidere qual è la nostra destinazione, che poi è quella la nostra destinazione non molto lontana da quello che dicevo, ma che ha bisogno di un attimo di scegliere il treno giusto, e di trovare proprio la direzione giusta verso la quale incamminarsi.
Queste stazioni che ho disegnato sono di tanti tipi, ma riguardano molto la nostra capacità di inter relazionarci, la nostra capacità di entrare in contatto gli uni con gli altri, e di mettere a profitto le buone, straordinarie, intenzioni che molti di noi hanno e che molti di noi devono poter, in qualche maniera, trasmettere e iniettare dentro gli altri.
Spero poi, come ho cercato di fare con voi oggi, di poter dare un piccolo contributo anche ad altri, con l’inaugurazione appena avvenuta del padiglione a Venezia, perchè bastano veramente pochi millimetri per cambiare il senso del passo che stai facendo”.