Alfredo Ingletti al Webinar Remind “Benessere delle Persone in Epoca Covid-19”

Al Webinar Remind “Benessere delle Persone in Epoca Covid-19” è intervenuto Alfredo Ingletti (Consigliere Delegato alle Infrastrutture e alla Internazionalizzazione Remind & Presidente 3TI Progetti S.p.A) che ha così dichiarato:

Grazie Paolo per avermi invitato a dare un contributo a questa discussione. Sicuramente il punto di vista di un’impresa, di una di una società come la nostra che ha sempre lavorato in italia all’estero in questi ultimi due anni è profondamente profondamente cambiato, sia sul versante domestico sia sul versante internazionale. Sul versante internazionale, indubbiamente, la complessità maggiore è stata rappresentato dalla difficoltà di spostamento. Noi siamo sempre stati un’organizzazione abituata a vivere con la valigia in mano. Fino al marzo del 2020 normalmente il 30% o 40% del nostro team era ogni giorno da qualche parte nel mondo. Dalla metà di marzo dell’anno scorso, quando abbiamo sospeso per policy aziendale i viaggi all’estero, non abbiamo più potuto seguire i nostri progetti internazionali.

Questo ha creato significativi problemi nella gestione, in quanto da un lato ci ha costretti a coinvolgere molto più consistentemente partner locali, consulenti, fornitori, riscontrando anche in qualche caso difficoltà gestionali per strumentalizzazioni da parte di soggetti che hanno attuato una forma di protezionismo locale approfittando di questa situazione, questo soprattutto nella fase centrale. Nella primissima fase questa cosa quasi non si capiva. Noi vincemmo una gara importante su un progetto di alta velocità ferroviaria chiamato Rail baltica che è un una linea ferroviaria che collega la polonia con la finlandia passando attraverso le tre repubbliche baltiche, in un momento in cui la pandemia e il lockdown c’erano solo in italia. Loro, a tal riguardo, si chiedevano come fosse possibile che noi non possa venire qua a firmare il contratto qua siamo tutti bene li eviti sì ma siamo noi che ci abbiamo ancora poi dopo arrivati pure loro pure peggio di noi e quindi poi alla fine questa cosa si è librato però

Sicuramente questo ci ha determinato una una grande cambi difficoltà che speriamo, piano piano, scemi e torni a situazioni normali. In Italia la difficoltà maggiore è legata proprio al l’impatto diretto che la malattia e tutte le sue propaggini con quarantenne, quaranene incrociate, contatti stretti, meno stretti latenti, vicini e lontani, come diceva il grande presentatore, che impattano sulla gestione del lavoro; soprattutto per un’attività come la nostra che vive della collegialità, del confronto, del dello stare intorno a un tavolo, del condividere idee e scambiare opinioni su un pezzo di carta.

Dall’altro lato abbiamo imparato, come stiamo facendo, ad utilizzare questi strumenti in maniera più eco-friendly. Ci muoviamo di meno, quindi impattiamo di meno sull’ambiente e sicuramente, da questo punto di vista, ci sono stati tanti miglioramenti. Tuttavia si patisce la difficoltà di incontrarsi, la mancanza di quei momenti, l’incontro diretto personale, fisico che erano anche momenti di scambio anche umano oltre che professionale. E questo si sente, al di là di green pass, green card e tutto quello che possiamo ammettere: psicologicamente siamo tutti sempre un po sulla difensiva. Speriamo che sicuramente quest’ultima fase ha patti molto meno sensibili rispetto a quelli dell’anno scorso. Perlomeno nella media delle persone che sono colpite dalla malattia si vede che gli effetti sono molto più modesti, sono molto più lenti, più gestibili. Però gli impatti ancora si vedono e pesano sulla produzione, sulla produttività in maniera inequivocabile. Inutile nascondersi, siamo ai ritmi di produzione e di produttività che avevamo che avevamo prima prima della pandemia. Speriamo di tornare più rapidamente possibile alla situazione di normalità, ammesso che sia una normalità uguale a quella che vivevamo prima, però confidiamo e siamo speranzosi e fiduciosi.

Se potessi suggerire al Governo Draghi, che finora ha già posto in essere tutta una serie di attività di sostegni, qualcosa che possa aiutare ancora di più l’economia italiana, personalmente la prima cosa chiederei è di trasformare il superbonus in una misura strutturale senza scadenza in quanto è una misura che veramente aiuta la ripresa capillare dell’economia nel settore delle costruzioni che un settore che pre-pandemia, negli ultimi 15 anni, ha vissuto una crisi disperata e disperante, perché comunque ha visto impatti sui più grandi gruppi industriali che se si sono configurati come un terremoto lungo e forte. A mio giudizio è uno strumento importante per il rilancio da un punto di vista dell’investimento pubblico, anche perché poi a delle oggettive ricadute positive sull’impatto ambientale, sui consumi, sulla gestione, del patrimonio edilizio”.

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