Monsignor Francesco Pesce al Webinar Remind “Benessere delle Persone in Epoca Covid-19”

Al Webinar Remind “Benessere delle Persone in Epoca Covid-19” è intervenuto Monsignor Francesco Pesce (Diocesi di Roma) che ha così dichiarato:

“Buonasera a tutti e grazie per l’invito.

Il mio saluto vuole portare un attimo questa tematica così importante, che sta prendendo colorito in questa primavera, dato che le cose stanno migliorando, toccando un po la pagina del vangelo e della scrittura in particolare, perché può dare un contributo molto importante ad una lettura forse più profonda.Ecco quando parliamo di benessere dell’uomo, quando parliamo di benessere della vita, la prospettiva cristiana dice questo: dobbiamo sentire ad esempio come i profeti, come Isaia, di avere le labbra impure. Oppure come Pietro che dice “Io sono un peccatore”. Oppure come Paolo che dice “Io sono l’ultimo degli apostoli per poter annunciare il vangelo”, per poter diciamo parlare di bene comune. Ecco, questo cosa è importante, perché questa confessione così di indegnità non ha nulla a che fare con il senso di colpa o con la colpevolezza.

E’ qualcosa di più profondo del senso di colpa, e un’esperienza liberante perché ci farà capire che dobbiamo metterci fuori, quando parliamo di benessere, da quella scacchiera dove ci sono solo i quadrati bianchi e i quadrati neri. Ecco non è così semplice la lettura della società, non è così semplice: non ci sono i quadrati bianchi e i quadrati neri, quindi dobbiamo stare attenti anche a dare dei giudizi. Nella chiesa noi diciamo che il vero credente tu lo riconosci subito perché uno che non giudica, perché prima di tutto ha giudicato se stesso.
Allora quale potrebbe essere ho molta umidità un punto di partenza per parlare di benessere, per incidere su questo? La chiesa suggerisce questo: ecco noi siamo in debito gli uni gli altri ecco, in questi tempi noi siamo in debito di un po di misericordia, di un po di pietà.
Ecco questo è un debito importante per parlare di benessere: io devo all’altro un po di pietà, un po di pazienza, un po di misericordia, qualche parola buona proprio perché il malessere è comune a tutti e quando diciamo siamo tutti sulla stessa barca è molto di più che uno slogan.

Questo è un primo punto che tengo a sottolineare, noi siamo debitori in questi tempi di un po di pietà verso gli altri e di un po di benessere proprio, un po di misericordia gli uni gli altri. Ecco se questo è il punto di partenza allora la bibbia dice “tu puoi dire come profeti: manda me, il signore ti manda in missione – verso il benessere”
Per questo nel vangelo Gesù parla di quella famosa pesca miracolosa, con questa bella domanda che Pietro gli rivolge quando Gesù gli dice: “Getta ancora le tue reti” e cosa gli dice pietà Pietro:” Maestro abbiamo faticato tutta la notte ma non abbiamo preso niente, però sulla tua parola getterò la rete”.

Ecco vorrei citare questo versetto nel contesto di questo incontro perché quante notti che non solo ci racconta la bibbia, ma quante notti vive la nostra società, quante notti del mondo intero, quante notti intere generazioni hanno vissuto ben prima della pandemia. Ci sono popoli interi che sono nel malessere ben prima della pandemia, forse ce ne accorgiamo solo adesso. Ecco, questa è una fragilità naturale. Ecco io starei attento a dare sempre la colpa agli agenti esterni: alla pandemia, magari al secolarismo, al relativismo, al soggettivismo. Sono agenti che influenzano, però la chiesa dice attenzione, bisogna prima guardare dentro di se. Noi lo chiamiamo peccato originale questo, potremmo considerarla una fragilità naturale di una natura corrotta dal mistero del male, dal mistero del peccato.

Ecco i Cristiani dicono che il signore questa fragilità la conoscendo, non la giudica, ma la accompagna. Questo è il secondo punto che volevo comunicare con voi. Noi siamo chiamati ad accompagnare le fragilità, primo perché sono anche le nostre, secondo perché accompagnandole noi gettiamo nella – visione cristiana – la rete proprio sulla sua parola, non tanto solo sulle nostre. Le nostre sono un po alla conseguenza della sua parola perché anche le nostre parole sono fragili. Questo è il secondo punto: accompagniamo le fragilità perché la fragilità fa parte della natura, non è soltanto una condizione che viene dall’esterno, che pure naturalmente influisce. Per questo, come terzo punto volevo proprio leggervi il vangelo di oggi. Sentite cosa dice Gesù, lo lascio come punto finale: Gesù parla e dice così sentite “ascoltate e capite bene dice così non c’è nulla fuori dall’uomo che entrando in lui possa renderlo impuro” niente neanche la pandemia “ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro”. Sono cose che escono dell’uomo rendono impuro. Allora elenca queste cose dice “non capite che tutto ciò che entra nell’uovo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma va nella fogna”. “Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo lo elenca. “Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male, impurità, furti, omicidi, adulteri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza; tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno dell’uomo e lo rende impuro”. Dunque io direi che bisognerebbe tener conto anche di questi fattori. Certamente i fattori esterni condizionano non poco il benessere, ma forse anche quelli interni, forse anche quelli nel nostro cuore che a mio parere spesso sottovalutiamo. Vi ringrazio”.

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Related Posts