Marco Granelli al Webinar Remind “MILANO, Le Prospettive di una Città Metropolitana Europea nello Stato di emergenza”

Al Webinar Remind “MILANO, Le Prospettive di una Città Metropolitana Europea nello Stato di emergenza” è intervenuto  Marco Granelli (Assessore alla Sicurezza MI) che ha così dichiarato:

“Mi fa piacere aver avuto il nostro invito per questa interessante iniziativa. Un momento di confronto che vede diversi colleghi insieme che provengono da città che in questi anni hanno avuto diverse esperienze e che in alcuni casi ho avuto anche la fortuna di conoscere personalmente. Il fatto di incrociare le istituzioni, i cittadini privati, quel modo di essere impresa nella nostra città è fondamentale. La sicurezza è un ambito molto importante. Qualche volta rischia di non essere visto come determinante per costruire delle azioni forti di sviluppo, ma poi nel momento in cui ci sono alcuni problemi torna ad essere all’attenzione di tutti. Quindi io penso che avete fatto bene a mettere nel panel anche un intervento di questo tipo. la sicurezza è un presupposto fondamentale per creare quelle condizioni per le quali cittadini e imprese scelgono di vivere e di investire in una città.

Quindi il lavoro che tutti possiamo fare per migliorare la sicurezza reale, la sicurezza percepita, è fondamentale per creare situazioni di investimento e di sviluppo. E’ un bisogno dei cittadini, delle imprese per poter svolgere bene la propria attività e stiamo parlando sia della sicurezza, intesa come sicurezza nelle strade, ma anche sicurezza come prevenzione dei reati; sicurezza come condizione di legalità, perché chi investe, chi mette risorse umane e risorse economiche ha bisogno di un tessuto sano e non deve essere scoraggiato da presenze che preferiscono stare in ombra e non rispettare le regole. La legalità è il presupposto della democrazia e dello sviluppo.

Questo in generale, ma certamente a io aggiungerei a questo una riflessione che stiamo facendo e abbiamo fatto anche una settimana fa proprio con la Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, col prefetto Renato Saccone, il questore Giuseppe Petronzi e anche il procuratore della Repubblica di Milano sui tempi particolari che stiamo vivendo. Un tempo in cui da una parte abbiamo visto le relazioni fisiche assenti o difficoltose. Tutti noi sappiamo quanto vivere le relazioni con le persone sia fondamentale, e quindi noi tutti soffriamo dal fatto di averle vissute in questi due anni in maniera limitata o, comunque, schermata, abbiamo trovato delle alternative e ci siamo adattati ma continuiamo a rimpiangere la relazione fisica che è fondamentale.

D’altra parte questi due anni ci lasciano in una condizione di forte preoccupazione verso futuro che ci costringe ripensare il nostro essere e vivere in una condizione di fragilità. La pandemia ci ha rimesso sotto gli occhi il fatto che il delirio di onnipotenza che un po’ vivevano non è reale. Quindi il confrontarsi col limite, con le difficoltà ci deve far vivere meglio. Del resto, riconoscere un limite vuol dire capire come vivere meglio lo spazio che ci è dato a muoverci entro i suoi limiti. Tutti noi sappiamo quanto questo sia fondamentale. Il valore della sicurezza, il tempo speciale che stiamo vivendo, i due anni vissuti, gli scenari di apertura che possiamo vedere ma anche la consapevolezza di sapere che noi tutti siamo in un contesto dove dobbiamo fare i conti con i limiti e con la fragilità delle nostre persone, delle relazioni e delle imprese. Ma se la viviamo bene, la fragilità e il limite diventano strumenti per essere ancora più forti e solidi. Questo dobbiamo impararlo perché forse in qualche occasione lo abbiamo dimenticato. Per esempio tutto il tema dell’ambiente sta proprio dentro questi limiti.

Ma allora qual è la città per essere, sentirsi e vivere al sicuro? Noi abbiamo i luoghi. I luoghi nella sicurezza sono fondamentali.

I luoghi pubblici, le strade, le piazze, i nostri quartieri sono circondati dalle case, dai luoghi dell’abitare, dai luoghi degli incontri, dai luoghi del divertimento, della cultura, del lavoro; e quindi non possiamo pensare che la sicurezza delle strade e delle piazze non sia connessa con la qualità dell’abitare, degli spazi del lavoro, degli spazi del vivere e dell’incontrarsi.

Se noi dobbiamo rendere i luoghi pubblici per antonomasia (quali strade e piazze) luoghi dove ci incontriamo, viviamo, dobbiamo certamente invocare di avere il controllo attraverso le persone, le telecamere. Anche con il Ministro, lunedì abbiamo parlato di più uomini e più donne che ci aiutino a controllare. Ma se noi non riempiamo le strade di relazioni, se noi non facciamo in modo che le strade siano lo spazio fra le case, lo spazio fra i luoghi di incontro e ci sia questa forte permeabilità e la vita le renda sicure, non possiamo pensare ad una sicurezza fatta solo da chi controlla.

La sicurezza vera ha bisogno di vita, di frequentazione, di spazi vivi che sono vissuti dalle persone perché si sentono sicuri e questo porta più sicurezza. Questo non è solo un compito del pubblico, ma un compito che possiamo fare insieme. Il pubblico può e deve creare le condizioni perché ci sia quest’azione proattiva dei soggetti vivi del corpo sociale che va dal singolo cittadino agli associati, alle imprese, e oggi abbiamo sempre più un mix che incrocia queste risorse.

Certamente il nostro investimento come amministrazione è quello di creare una maggiore presenza di uomini e donne attente a rispetto delle regole, a creare quelle condizioni perché questi luoghi siano il più possibile vissuti.

L’altro giorno, ad esempio, eravamo alla Loggia dei Mercanti a riflettere su come un luogo di forte connotazione storica e civica, la Loggia è un esempio di architettura medioevale unico nella nostra città ma è anche un monumento ai partigiani – , in pieno centro città, si sia scoperto insicuro. Abbiamo incrementato la presenza di polizia e miglioreremo la dotazione di telecamere. Ma poi ci siamo detti che se noi non siamo capaci, non tentiamo, di trasmettere ai ragazzi che vi si ritrovano il peso di questo luogo, a viverne con rispetto la storia e il messaggio noi avremo perso una grande occasione. Ma questo vale anche per il quartiere San Siro o per il quartiere Quarto Oggiaro dove è importante mettere in campo nuove capacità di gestire l’abitare e un nuovo modo di fare cultura e di fare impresa,  quello ad esempio che nel Lorenteggio vuol dire un buon mercato ..

Quindi come assessorato alla sicurezza dobbiamo sicuramente mettere a disposizione il controllo ma poi lavorare molto in sinergia con gli altri colleghi e le altre direzioni. Non c’è un prima e un dopo. No. C’è un essere contemporanei e nell’agire in maniera sinergica insieme con i privati e il mondo del privato può anche aiutarci nel costruire queste condizioni. Allora avere luoghi illuminati, luoghi vissuti, avere anche l’attenzione del privato, avere sicurezza e quindi non pensare più una sicurezza come solo una cosa che concerne la quantità di uomini e donne delle forze dell’ordine ci aiuta.

Ma poi, volevo sottolineare anche un altro aspetto, che è quello di come il bello, la qualità degli spazi dà, da solo, una percezione di maggiore sicurezza. Il degrado passa anche attraverso il modo in cui i luoghi pubblici sono tenuti. I luoghi pubblici sono tenuti bene se c’è una continua attenzione alla bellezza, un gusto del bello, un gusto della qualità e questo la storia di Milano, della nostra città, ci dice che il gusto della bellezza, dell’architettura è stato fatto da   grandi personaggi, investitori privati, mecenati che hanno messo risorse, intuizioni e qualità. Questo dobbiamo tutti un po’ impararlo. Quindi l’investimento diretto, più uomini e donne, più tecnologia, più relazioni con chi investe nei quartieri e dialoga con alcuni mondi.

Chiudo dicendo che noi abbiamo tutti un debito col mondo giovanile, dell’adolescenza. Sono le età a cui abbiamo chiesto i maggiori sacrifici in questi due anni perché tutti siamo stati adolescenti, molti noi sono genitori e sappiamo bene quanto sia delicata la relazione. Quindi noi abbiamo un debito nei loro confronti, sia perché stiamo usando risorse del loro futuro sia perché dobbiamo ricostruire subito delle condizioni di relazione fisica fondamentale per la loro crescita. Lavorare sulla sicurezza è un investimento sulla città e un modo per risarcire i nostri giovani di quello che hanno sofferto in questi due anni per permetterci di vincere la pandemia. Quindi qui io penso dobbiamo fare di più e anche il mio assessorato sta lavorando su questo per ricostruire questa relazione vincente con queste generazioni. Grazie.

(testo tratto dal video intervento dell’ assessore)

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