Tommaso Sacchi al Webinar Remind “MILANO, Le Prospettive di una Città Metropolitana Europea nello Stato di emergenza”

Al Webinar Remind “MILANO, Le Prospettive di una Città Metropolitana Europea nello Stato di emergenza” è intervenuto Tommaso Sacchi (Assessore alla Cultura di Milano) che ha così dichiarato:

“Innanzitutto permettetemi di ringraziare dicendo che per me è un bellissimo piacere prendere parte a questo webinar Remind.
Ringrazio in particolare Paolo Crisafi e Tommaso Accetta e tutti coloro che hanno dato vita a questo confronto. Saluto anche l’architetto Michele De Lucchi che so essere con noi in questo pomeriggio di riflessioni su Milano e mi è piaciuto molto ascoltare i precedenti interventi e in particolare Donato Iacovone che mi ha preceduto perché, se da un lato ha potuto portare l’esperienza, il racconto di un Romano che vive spesso a Milano, io porto il punto di vista di un di un Assessore che ha avuto il grande onore di poter servire come amministratore pubblico una città straordinaria come Firenze – nonostante io sia milanese di nascita, di crescita e di famiglia – fino a qualche mese fa quando poi si è insediata la giunta guidata dal sindaco Sala che mi ha chiamato e coinvolto nella partita di governo della città di Milano. Ma io devo dire che ci aspettano degli anni di straordinaria intensità, sicuramente non facili. Non è mai facile la partita di governo, ma non è mai facile anche lato operatori, gestori della cultura e delle partite importanti di cui è fatto il calendario di una città come Milano. Non è mai facile ma, se è possibile, abbiamo sicuramente davanti a noi un tempo di grandi ambizioni perché da un lato abbiamo ricevuto recentemente conferme e le nuove notizie in termini di investimento infrastrutturale che riguardano la cultura. I fondi del del governo che sono atti a una ripartenza dell’Italia guarderanno in maniera molto seria, molto solida verso la nostra città, verso il capoluogo lombardo. Pensiamo quasi 135 milioni di euro che andranno a cambiare il volto di alcune porzioni della città.

La biblioteca Europea: 101 milioni per installare la BEIC, la biblioteca più innovativa d’Europa che arriverà a Milano con una missione molto specifica: raccontare come nel nuovo millennio e soprattutto come negli anni venti dettati influenzati negativamente questo va da sé ma in un certo senso a noi la sfida anche di ripartire nel dopo pandemia una biblioteca soprattutto nel rapporto con il digitale nel nuovo patto che va scritto tra i cittadini di una metropoli e la relazione con il digitale e supporti culturali. Pensiamo al ruolo che hanno avuto i libri, i film in questi anni difficile. La Biblioteca Europea sarà sicuramente una sfida che dovrà raccontare il nostro tempo incerto ma guardare a delle prospettive e delle soluzioni future in termini di fruizione culturale. Credo che non ci sia voce contraria nel pensare che la cultura debba e dovrà sicuramente rappresentare una chiave fondamentale per la ripartenza. Questa occasione dei 135 milioni di euro che in cinque anni andremo a investire per attivare dei grandi cantieri, delle nuove grandi istituzioni per Milano, in un certo senso, ci fanno capire quale porzione importante di strada stiamo tracciando. Il museo da di arte digitale: circa 6 milioni di investimento. Il museo della resistenza che andrà a completare un’area che è stato oggetto di un vorticoso ripensamento aggiornamento. Io sono stato distante da Milano per sette anni e ho trovato nella zona di porta volta una nuova città che guarda al futuro, che guarda ai grandi progettisti e grandi architetti globali. Ecco questo luogo sarà anche luogo per sottolineare le radici di Milano, il racconto rivolto in questo caso anche – nel nel caso del museo della resistenza – ad una chiave futura di lettura e di fruizione di una istituzione museale come quella che sta per essere insediata. Così come il lavoro che riguarda i fondi del fondo unico per lo spettacolo che 48 ore fa ci sono stati comunicati che saranno circa 2 milioni e mezzo di euro che andranno a finanziare non infrastrutture, non nuovi musei, non nuovi teatri, ma a finanziare la produzione, cioè a rimettere in circolo quella linfa così vitale per una città come Milano che è quella che si compone degli operatori e dei soggetti attivi nel mondo della produzione di cultura. La città che più di ogni altra, soprattutto in relazione alle altre città italiane, ha questo coefficiente altissimo di presenza delle imprese nel settore della cultura rispetto al parterre generale delle imprese, degli istituti presenti. Poi le grandi sfide per il futuro si completano, dal punto di vista infrastrutturale, con delle operazioni di decentramento molto solide e molto importanti. Pensiamo alla cittadella della scala, rubattino, l’ex area industriale delle industrie innocenti: quella porzione industriale che viene riletta attraverso la presenza della massima istituzione della cultura.

La scala con i suoi laboratori, la sua attività museale, il suo racconto sempre aggiornato. Così come il museo del novecento. Con un rimbalzo continuo tra dentro e fuori dal centro e di valorizzazione continua ed alternata delle periferie della nostra città, in questo caso però siamo invece in piazza del duomo il Secondo Arengario collegato alla prima porzione museale del museo del novecento con una nuova generosa attività di prestito che ci permetterà di aprire l’altra metà del museo di arte moderna di piazza del duomo. Ecco io credo che questi cantieri già possano essere sufficienti per raccontare come Milano sia una città complessa che ha bisogno di una lettura multipla che non può solo concentrarsi su un buon servizio culturale, un innalzamento della qualità dell’offerta d’arte di cultura; ma debba guardare sempre ai vari livelli di cui si compone il complesso mondo della cultura della e produzione. Da un lato raccontare come una città come la nostra disegna le sue nuove infrastrutture, come parla declinando i tempi al futuro guardando ai nuovi soggetti che abiteranno i quartieri vecchio e nuovi a seconda di come li guardiamo e a seconda di quanto sono permeati dalla presenza culturale della Milano degli anni 20 del 2000. Dall’altra parte, però, non può non guardare a quel mondo così vitale che è quello della produzione culturale cosiddetta indipendente, quel mondo dell’associazionismo, il terzo settore, il mondo che incrocia il sociale alla vita culturale della città. Ed è così che investiremo i fondi che sono destinati proprio all’attività decentrata, l’attività della periferia e devo dire rendo chiaramente merito al nostro sindaco che tra i primi amministratori e sindaci ha voluto guardare a come investire nella cintura urbana per creare al servizio culturale sempre più capillare. Questa sarà chiaramente una sfida futura ma di un futuro molto prossimo. Io esco ora da una riunione con la direzione e cultura con la direzione delle arti dal vivo che stanno mettendo a punto i sistemi di incentivo e di finanziamento di questa serie di tantissimi eventi e appuntamenti che abiteranno la nostra città. Ecco devo dire tutto questo si accosta ad una fase molto delicata, quella in cui ci troviamo oggi. Io non posso nascondere il dolore che provo da amministratore nel veder chiudere un cinema a Milano e un cinema Roma. Chiaramente questo punto non possiamo dimenticarlo ed è un aspetto che riguarda questo nostro tempo così incerto così discontinua dove gli usi i costumi di una popolazione si sono allontanati spesso da quelli a cui eravamo abituati. La prudenza delle persone, il virus: tanti agenti che hanno messo in discussione una filiera socio culturale che chiaramente tutti noi conosciamo e che tutti noi dobbiamo aiutare a raddrizzarsi in una fase di rinascita così delicata e così necessaria.

In ultimo, e concludo ringraziandovi ancora per avermi dato l’occasione di proseguire insieme una riflessione su Milano e su i tempi futuri della nostra città, penso che sarà il tempo dell’insieme, cioè il tempo del fare le cose in insieme, in il gruppo allargato di lavori. Di intendere la città come uno straordinario laboratorio di vita socio-culturale che deve essere riattivato a partire dalla valorizzazione della dimensione dei quartieri. Io sta lavorando molto con i presidenti dei municipi, con gli assessori localizzati all’interno dei municipi che hanno davvero quella straordinario impulso di passione, di dedizione, di competenza politica per spesso volta a creare un servizio e ad andare nella direzione della città 15 minuti di cui tutti parliamo. Io penso che in questo disegno in questo affresco futuro della città che vogliamo sicuramente la cultura, le nuove sfide e le nuove infrastrutture avranno un certo protagonismo, quindi sarò felice costruirlo insieme. Grazie e buon proseguimento.”

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