Massimiliano Fuksas al Webinar Remind “La Bellezza Salverà il Mondo – Natale di Roma 2022”

Al Webinar Remind “La Bellezza Salverà il Mondo – Natale di Roma 2022” è intervenuto Massimiliano Fuksas (Architetto) che ha così dichiarato:

Ab Urbe condita vuol dire semplicemente che Roma, che lo sviluppo del mondo, le guerre, le conquista appartiene completamente alla nascita di Roma. La nascita di Roma é infatti molto diversa da quello che noi pensiamo. Per esempio, la città di Roma sotto Augusto era circa due milioni persone quando poi da l’Alto Medioevo sono diventati 15.000 persone  e quando poi i Piemontesi arriveranno a Roma nel 1870, Roma lì sarà ridotta ad appena a 162.000-165.000 abitanti.
La città di Roma ha avuto – nei ultimi anni – un’espansione caotica, confusa e non programmata, senza un vero e proprio piano che l’ha portata, nel tempo, molto lontana da quel disegno originale. La città di Roma deve sperare semplicemente in una cosa: che da i 3-4 milioni di abitanti che esistono, utilizzatori della città, ci siano dei servizi che trasformano una gran parte della periferia, una gran parte del territorio di Roma, in qualche modo estremamente abitabili: servizi culturali, servizi per anziani, servizi per i nuovi arrivati nella città.
Alla fine, l’accoglienza che é stata sempre il simbolo di Roma, sinonimo di Roma, perché Roma aveva una accoglienza fin dall’epoca più antica,  imperiale, adesso deve ritrovare la sua caratteristica, la sua capacità di mettere insieme poli differenti.
Vicino a questo c’é la sostenibilità, la cura del verde e il pensare alle forme di nuove energia. La nuova energia probabilmente sarà un incrocio oppure qualche cosa molto simile e non saranno più i combustibili fossili.
 
Roma a questo punto può aspirare a prendere il suo ruolo, il suo posto nella sua collocazione nello sviluppo della globalizzazione, del mondo della cultura internazionale che gli è sempre appartenuto. Roma deve ritornare a essere quello che é stata, non solo un centro importante d’un soltanto, perché il centro della regione cattolica, ma anche della cultura ormai millenaria.
L’architettura é sempre stata una parte dello sviluppo della città, specialmente nel Cinquecento, nel Seicento l’architettura é stato il sinonimo dello sviluppo di Roma. Borromini, Bernini, Pietro da Cortona, il periodo barocco, alla fine del Cinquecento, all’inizio del Seicento e poi gli artisti, i grandi artisti come ad esempio Caravaggio, che aveva in testa un’idea della popolazione e del mondo basato sul realismo, basata sul fatto della sua presenza in quanto parte integrante della città.
La cultura e l’architettura hanno sempre sviluppato questa città, come ad esempio: quando Roma era nel momento della massima estensione, fra il Cinquecento e Seicento, sia dal punto di vista culturale sia dal punto di vista le grande opere, i Papi sostituiranno ai principi e diventeranno la parte più importante dello sviluppo  della città.
L’Architettura può cambiare la città? Lo ha già fatto. Ci sono opere importanti, non sono i moltissimi, ma negli anni sessanta a Roma con la grande Olimpiade Romana riesce avere una modificazione tale anche della struttura urbanistica e di integrazione che non erano ancora state nello sviluppo. Credo che anche negli ultimi anni abbiamo visto riaffermare la possibilità di avere costruzioni, architetture e idee per la nuova città come nel caso dell’Auditorium, del museo MAXXI e della NUVOLA. Già in questi casi la città ha cominciato a ricuperare parte del terreno che aveva perduto.
Roma dovrebbe sviluppare il Suo patrimonio immobiliare in questo senso, non salto soltanto il passato, il recente passato, ma dovrebbe sviluppare anche l’accoglienza, perciò bisognerebbe ripensare ad un piano della città per la sostenibilità ambientale, più importante per la sostenibilità legata ai nuovi abitanti e cittadini romani. Questo fa pensare a un piano che sia ecosostenibile e sia anche umanamente sostenibile. Allora vicino a questo, vicino alla cura del territorio, vicino alla cura del verde, vicino al “pensare” un’integrazione di queste nuove costrizioni nate che sono molto più verdi e sono più curate dal punto di vista di vivibilità, dell’organizzazione e dei gestione dei servizi, bisogna pensare a ridisegnare completamente il verde della città che nei ultimi anni ne ha perso molto.
Ci siamo trovati nei ultimi anni fra la pandemia e le guerre e queste non sono assolutamente un sinonimo dell’architettura.
L’architettura é un arte della pace, é un arte dello sviluppo, l’arte che da’ ai esseri umani la possibilità di vivere meglio. In un mondo di pace si pensa che architettura possa avere un maggior sviluppo. L’architettura anche in questo può essere estremamente utile. Credo che in città di Roma bisogna ripensare completamente alla qualità dell’architettura e alla sua capacità di esprimere la bellezza e di esprimere gioia di vivere per le persone”.
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