Alfredo Ingletti al Simposio Remind “Scenari Economici e Politici per l’Italia – Oltre la crisi: cultura, economia e Istituzioni a confronto”

Nell’ambito del percorso Remind “OLTRE LE CRISI: SCENARI IMPRENDITORIALI, ECONOMICI, IMMOBILIARI, INFRASTRUTTURALI, TURISTICI E CULTURALI” è intervenuto Alfredo Ingletti (Presidente 3TI Progetti) che ha così dichiarato:

“Partecipo con piacere a questo importante incontro Remind. Quando parliamo di crisi, ci dobbiamo chiedere di quale crisi parliamo, perché, di fatto, almeno nel nostro settore, quello delle costruzioni e in senso lato quello della trasformazione della città e dell’immobiliare, la crisi del 2008 e 2009 non forse è mai finita.

In questo inizio di dibattito è stato messo inoltre in evidenza un punto che per me è stridente rispetto a tutti i complimenti del lavoro del governo, ovvero l’acrimonia con cui è stata combattuto lo strumento del superbonus.

A questo riguardo voglio ricordare come all’inizio della pandemia demmo via a una campagna per cercare di portare il superbonus sulle infrastrutture per la ricettività e il turismo, campagna risultata fallimentare non essendovi stata nessun tipo di risposta da parte del governo e delle istituzioni.

In generale, comunque, se oggi si osserva quali sono i problemi principali del patrimonio immobiliare, questi sono sicuramente quello della sismicità del territorio italiano, quello idrogeologico e di consumo del suolo.

Da questo punto di vista è bene rimarcare il fatto che nel nostro Paese si spendono ancora ogni anno circa quattro miliardi di euro per ricostruzioni post-sisma, nonostante abbiamo una misura che ci consente di fare prevenzione pre-sisma e di utilizzare quindi i quattro miliardi per finanziare le opere di prevenzione.

Il PNRR è allora in quest’ottica una grandissima opportunità e a mio giudizio una quota rilevante dei suoi fondi andrebbe posta proprio sul superbonus, essendo questa una misura che considero quasi di politica economica poiché alimenta e stimola un ampissimo spettro di operatori e innesca moltiplicatori sugli investimenti fatti.

Mi ha quindi stupito e mi continua a stupire questa acrimonia del governo nei confronti di questa misura che invece può realmente portare, secondo la mia opinione, all’attivazione di tutte le risorse del territorio e alla stimolazione degli investimenti, soprattutto al sud Italia.

Non condivido inoltre le considerazioni dei vari esponenti dei Ministeri riguardo alle transizioni ecologica e digitale, le transizioni, infatti, ci sono sempre state e quindi non vedo particolari difficoltà nell’attuarle, soprattutto se c’è una volontà di trovare un percorso efficace su delle linee che già sono state tracciate con dei programmi chiari.

È innegabile sicuramente poi che sul PNRR c’è una difficoltà nel portare sul terreno le misure programmate e c’è una difficoltà da parte dell’amministrazione nell’utilizzare i fondi per renderle efficaci.

Stiamo però attenti a considerare l’emergenza come la giustificazione per le scorciatoie, per le deroghe e per i commissariamenti. Le cose si possono fare bene anche in fase emergenziale, i tempi ci sono, le regole ci sono, basta applicarle.

A questo riguardo, come rappresentante del settore dell’ingegneria e delle costruzioni, per esempio, non sentivo grande esigenza di una nuova versione del codice appalti a così poca distanza dall’emanazione di un provvedimento così ampio articolato come è stato quello di soli pochi anni fa.  

Invece di stare continuamente a modificare le regole e le leggi per seguire le scie più o meno persistenti delle derive sociali, cerchiamo di applicare le regole che ci sono e proviamo anche a uscire da certe suggestioni ormai oggettivamente superate, come l’eco degli effetti di Tangentopoli per cui il dialogo tra amministrazione e imprenditore dovrebbe essere evitato o negato.

Al contrario, abbiamo ora la possibilità di istituire un dialogo corretto ed efficace che aiuterebbe molto la gestione di questi processi.

Stiamo quindi attenti a dire che la gara significa contenzioso e che la progettazione significa perdita di tempo. Rinunciamo allora a questi slogan che alla lunga ci portano a perdere di vista quei valori che tutti noi condividiamo e che nessuno si sentirebbe di mettere in discussione.

Ricordo infatti, e concludo, che è il modo in cui si declinano nella vita quotidiana questi valori che determina il significato che quel valore ha”.

 

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