Angelica Donati (Presidente Ance Giovani) al Think Tank Futuro Italia Remind


Angelica Donati (Presidente Ance Giovani) al Think Tank Futuro Italia Remind del 5 Giugno 2023 ha dichiarato:

“La sostenibilità è centrale per lo sviluppo e contiene in sé molte dimensioni che devono essere bilanciate. Certo quella ambientale, decisiva in un’epoca in cui vediamo le conseguenze della crisi climatica, ma anche sociale ed economica. Come imprenditori del comparto costruzioni siamo pienamente consapevoli del nostro ruolo nel raggiungimento dei target di emissioni dell’accordo di Parigi. La partecipazione pubblico – privata è la chiave per far sì che la direttiva green europea diventi un driver di crescita e di efficienza, con la certezza che la sostenibilità ha un costo e dunque devono investirvi tutti, non solo le aziende. Ho partecipato a Futuro Italia, l’incontro promosso in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente da Remind, associazione del comparto immobiliare allargato, per portare la voce del comparto delle costruzioni.

Un convegno, aperto dal messaggio del Presidente Giorgia Meloni, con rappresentanti delle istituzioni, esperti e professionisti di vari settori produttivi, per delineare un quadro generale sulle prospettive e gli orizzonti dell’economia italiana e promuovere la tutela del Pianeta e il benessere delle persone negli spazi, luoghi e territori dove vivono, operano e transitano.

Come Ance Giovani ci troviamo perfettamente in quello che è stato detto, ovvero che la sostenibilità va vista a 360 gradi; la sigla Esg corrisponde a tre parole: Environmental, Social e Governance.  Sono tre parole che sottolineando come non è possibile ottenerne una senza le altre. Quindi noi dobbiamo pensare a una sostenibilità integrale che sia assolutamente ambientale ma anche sociale e di gestione del processo, altrimenti non abbiamo chance. A livello ambientale lo sappiamo tutti: siamo al punto di non ritorno ed è molto chiaro che se non agiamo adesso non si potranno più riparare i danni che già stanno avvenendo. Lo abbiamo vissuto e lo stiamo continuando a vivere sulle nostre pelli tutti i giorni. Ultima di in una serie di grandissime catastrofi, quello che è successo in Emilia-Romagna. C’è poco tempo e abbiamo l’obbligo, non la necessità, di far sì di non superare la soglia del grado e mezzo di riscaldamento globale stabilito durante i patti di Parigi. Al momento siamo on track per arrivare a due gradi e mezzo, il che avrebbe delle conseguenze devastanti e catastrofiche, quasi da scenario apocalittico. Quindi non possiamo non adempiere ai nostri obblighi e sappiamo benissimo che, come ambiente costruito, dobbiamo lavorare in prima linea per il raggiungimento di questi obiettivi, in quanto le costruzioni e l’ambiente costruito causano il 40% delle emissioni di CO2 in Europa, oltre a un terzo dei rifiuti. Quindi come comparto immobiliare allargato, a partire dalle costruzioni fino alla gestione, siamo ben consci del fatto che bisogna lavorare oggi per garantire un domani.E’ molto importante anche che l’Italia cali bene sulla nostra realtà la costituenda direttiva green europea. Come ben sappiamo adesso sono stati approvati dei principi che hanno portato all’individuazione di obbiettivi, poi come applicarli sarà compito degli Stati membri. Dunque l’Italia dovrà far bene a recepire questa direttiva in modo che sia realistica per il nostro patrimonio, molto storico. In Germania vi faccio l’esempio solo il 4% degli edifici cade nelle due classi peggiori in Italia il 60%. Quindi è chiaro che noi abbiamo molta strada da fare, molti più vincoli perché abbiamo tanti edifici nei centri storici ma dobbiamo farlo bene per un discorso anche di responsabilità sociale verso il mondo non solo verso noi stessi. E ‘importante sottolineare anche che la sostenibilità ha un costo, quindi diciamo si passa in maniera tangenziale al tema della sostenibilità sociale. E’ un investimento che va fatto da tutti.  Motivo per cui chiediamo anche all’Europa di stanziare molte risorse a supporto di queste iniziative.

Il Superbonus 110% ha fatto scuola, ha fornito degli esempi. Chiaramente non è replicabile a lungo termine, però bisogna trarre dall’esperienza fatta qualche principio, qualche best practices, che è legata anche ad un cofinanziamento di questo genere di interventi. Per quanto riguarda l’attore pubblico, quindi tutto quello che è il mondo degli appalti pubblici serve che ci sia un allineamento del valore delle opere perché gli investimenti in sostenibilità sono investimenti che vanno fatti lungo tutta la filiera.

Per quanto riguarda il tema della sostenibilità sociale, che per noi giovani è quella a cui teniamo di più di tutte le altre, non posso non enfatizzare quanto l’Italia stia perdendo in confronto ad altri Stati europei nel mondo per il mancato investimento nelle risorse umane che possiede. Purtroppo abbiamo un problema demografico enorme. Noi abbiamo una serie di inverni che ci apprestiamo ad affrontare, tra cui l’inverno demografico, perché purtroppo siamo la Nazione al mondo più vecchia dopo il Giappone e non abbiamo, in questo momento, nessuna speranza di uscire da questa empasse. Tant’è che se continuiamo su questo trend noi, nel 2050, avremo 12 milioni di persone oltre 75 anni cosa che sarebbe devastante per la tenuta sociale italiana.

Quindi non solo dobbiamo investire materialmente, ma dobbiamo investire anche socialmente. Dobbiamo massimizzare la partecipazione al mercato del lavoro dei giovani che sono sempre di meno.  È folle dal mio punto di vista che ci siano 3 milioni di NEET, cioè giovani che non studiano, che non lavorano. Giovani senza futuro, senza speranze. Le aziende come la mia cercano di assumere gente e non ne trovano. Quindi è chiaro che c’è uno scollamento sociale, uno scollamento anche a livello formativo tra domanda e offerta e bisogna intervenire subito. Intervenire per i giovani e intervenire anche per le donne perché c’è una correlazione diretta tra l’inserimento delle donne nel mondo del lavoro e i risultati economici del Paese. L’Italia è una delle ultime Nazioni in classifica in Europa da sempre, purtroppo. In questo campo ci sono dei dati abbastanza forti che dimostrano che se solo riuscissimo a raggiungere la media europea per l’occupazione femminile in Italia avremmo un aumento del PIL di svariati punti percentuali. Volevo sottolineare in questa sede di Futuro Italia Remind che la sostenibilità va vista anche attraverso quest’ottica, quindi favorendo la piena occupazione delle risorse che abbiamo a disposizione.”

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