Giuseppe Sopranzetti: “Sciogliere i nodi per riemergere dalla crisi”

Ringraziando Re Mind e il suo presidente Paolo Crisafi per l’importante occasione di confronto rappresentata dal think tank del 24 settembre, il Direttore della Sede di Milano di Banca d’Italia Giuseppe Sopranzetti ha sottolineato l’indispensabilità di guardare alla crisi attuale nella sua totalità, per lasciarci alle spalle il tremendo momento vissuto.

“Le conseguenze economiche di una crisi sconosciuta sono difficili da prevedere”, ha affermato con decisione Sopranzetti, soffermandosi sulla questione economico-finanziaria, e ricordando al riguardo le parole del presidente della Federal Reserve Jerome Powell, secondo il quale “il cammino dell’economia americano è molto incerto e molto dipenderà da quando ritornerà la fiducia”.

Il Direttore ha poi voluto richiamare, sul suddetto tema dell’incertezza, le dichiarazioni della presidente della BCE Christine Lagarde, secondo cui, nonostante l’imprevedibilità dell’economia futura, vi sarà comunque, nel terzo trimestre di quest’anno, una ripresa, sebbene “asimmetrica, incompleta e non equilibrata.”

“Non tutti andremo avanti nella stessa maniera”, ha quindi spiegato Sopranzetti, sottolineando come la contrazione del PIL nell’anno 2020 si attesterà in Italia tendenzialmente tra i meno 9 e i meno 11 punti percentuali, mentre in Europa si aggirerà attorno al meno 8 percento.

“In poco tempo abbiamo perso quanto durante la crisi finanziaria tra il 2009 e il 2014”, ha fatto pertanto notare il Direttore della sede milanese di Banca d’Italia, evidenziando la gravità di una crisi che ha approfondito le conclamate criticità finanziaria ed economiche in cui già versava il nostro Paese, contrassegnato peraltro da una difficoltà sostanziale a competere con le nazioni europee di pari dimensioni, rispetto alle quali, ha ricordato il Direttore, “l’Italia ha prodotto negli ultimi dieci anni un PIL risultante all’incirca un terzo di quello di queste ultime”.

Secondo Sopranzetti è stata quindi drammaticamente acuita la precedente crisi finanziaria e di debito sovrano, considerata, prima della diffusione del COVID-19, già “la più grave crisi economica in tempo di guerra”, e portando pertanto la terribile pandemia da coronavirus ad essere “una crisi epocale, al quadrato”, secondo le parole dello stesso Direttore.

“Dobbiamo guardare oltre la crisi per ricercare elementi di positività”, ha affermato però Sopranzetti, marcando la necessità di rimanere speranzosi e fiduciosi, nonostante il momento particolarmente drammatico.

In particolare, secondo il Direttore, il primo dei fattori di positività consiste nel fatto che “abbiamo ora consapevolezza del livello epocale del fenomeno che abbiamo di fronte”, nonché, di quell’arretratezza, di quel fardello, di quella “malattia” strutturale che caratterizza da anni il nostro Paese e che ha raggiunto il suo apice con l’avvento della pandemia.

“Finalmente l’Europa ha alzato lo sguardo, si è resa conto di guardare nel medio-lungo periodo”, ha continuato Sopranzetti, facendo riferimento al secondo elemento positivo rintracciabile in questa vicenda, da riscontrare appunto nell’azione solidale e di lunga veduta presentata dalla comunità europea, la cui politica del Recovery Fund risulta esserne l’esempio più indicativo.

In relazione a quanto detto, il Direttore Sopranzetti ha pertanto dichiarato la necessità di “alzare lo sguardo, per sciogliere quei nodi strutturali e recuperare la perduta competitività”, andando a risolvere gli aspetti di bassa innovazione, di produttività e appunto di bassa competitività che hanno caratterizzato negli ultimi venti anni il nostro sistema-paese.

“Dobbiamo inoltre avere una discontinuità rispetto a una prassi che ha caratterizzato da sempre il nostro Paese, di non utilizzare o non utilizzare bene fondi assegnati”, ha allora affermato Sopranzetti, reputando fondamentale per la crescita dell’Italia un utilizzo corretto delle risorse disponibili.

Secondo il Direttore, infatti, “occorre una presa di coscienza delle dimensioni di questa sfida, avere la consapevolezza che l’incertezza non è una scusa per non agire, ma al contrario uno stimolo per agire” al fine di presentare un disegno organico, credibile e con una prospettiva di medio-lungo termine che possa finalmente risolvere i nodi strutturali di questo Paese.

“In particolare – ha concluso Sopranzetti – bisogna aumentare l’accumulazione di capitale fisico e materiale, incrementare gli investimenti pubblici e privati, implementare le infrastrutture tradizioni e digitali, migliorare i tempi e i servizi della pubblica amministrazione, investire sul capitale umano, nonché sul patrimonio storico artistico e sul settore turistico, combattere l’economia sommersa, l’illegalità e l’evasione fiscale.” “Dobbiamo in sostanza unire le forze, innovare e cambiare, invertire il trend per renderlo coerente con i talenti del nostro Paese , la macchina è buona, il motore è buono, dobbiamo solo cambiare marcia”.

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