Franco Mencarelli: “No alla ‘Società dello Scarto’, Sì a una Maggiore Efficienza”

Al Think Tank dello scorso 2 ottobre promosso da Re Mind Filiera Immobiliare, tenutosi al Circolo Canottieri Roma, è intervenuto anche Franco Mencarelli (Consigliere della Corte dei Conti a.r.) che ha fornito un quadro complessivo sulla questione annosa della pubblica amministrazione.

Il rapporto con le amministrazioni pubbliche è uno dei gap del nostro Paese, un’amministrazione che per molti anni ha faticato ad ammodernarsi e quindi anche a stare dietro alle innovazioni tecnologiche. La digitalizzazione è un passaggio fondamentale a cui stiamo assistendo nella contemporaneità per non parlare dell’utilizzo sempre più massiccio dello smart working, ma come sta rispondendo a tutti questi veloci cambiamenti questo settore?

“Partirei da un dato di fatto, ovvero le critiche alla nostra pubblica amministrazione (centrale, regioni, comuni, ed enti vari)”, risponde Mencarelli, “tutti questi organi sono composti da esseri umani e queste persone sono a volte efficaci ed altre abbandonate a sé stesse”.

Riportando la propria esperienza professionale nella pubblica amministrazione, il consigliere Mencarelli ha raccontato al Think Tank che di gruppi di 30/35 persone che incontrava sul lavoro, solo 5/6 erano veramente competenti e motivati mentre gli altri 25/26 apparivano totalmente disinteressati.

A questo punto emerge il tema di come far ‘affezionare’ il pubblico dipendente alle proprie funzioni. “Io sono stato consigliere alla Corte dei Conti” spiega “e ho scoperto con orrore che normalmente una parte dei pubblici dipendenti non ha neanche cura di sé stessa, della professione. Se noi non motiviamo, se non diamo il senso del valore di ciò che fa il singolo, tutto il resto è inutile”.

Ritornando quindi ai pubblici dipendenti, le strutture che operano sono composte da gente che nella maggior parte dei casi, eccetto alcune eccezioni, non hanno alcun interesse per la materia. “Cosa si può fare con il materiale di cui disponiamo? Materiale umano sì, fa parte di una struttura. Cosa si può fare? Qui entra in gioco la politica. Noi abbiamo distrutto una struttura amministrativa, gerarchica ecc, che certamente aveva fatto il suo tempo. Abbiamo pensato di compensare questo sistema con nomine alla radice, con il consigliere che sta vicino al ministro, al sottosegretario, con una marea di persone che lavorano al riguardo che poco conoscono. Adesso fatto questo quadro arrivo alla mia idea: mi si chiede una risposta, è semplicissimo. Chi è nei ruoli più alti deve camminare, non esiste struttura al mondo, per fortuna adesso abbiamo anche l’informatica che può vivere senza che colui che da direttive non guarda ciò che fanno, non guarda. Un eccesso di personale c’è indubbiamente e vorrei precisare che la pubblica amministrazione non è il luogo per diciamo sottoccupati” si avvia a concludere Mencarelli, “la pubblica amministrazione è un luogo e non uno strumento di eliminazione della disoccupazione, ma è indispensabile avere un’idea chiara di ciò che vogliamo unita alla condivisione di chi deve eseguire”.

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