Pierluigi Bartolomei: “Impegniamoci oggi per lasciare un’eredità strepitosa ai posteri”

Al Think Tank organizzato da Re Mind Filiera Immobiliare lo scorso 2 ottobre, tenutosi presso il Circolo Canottieri Roma, è intervenuto Pierluigi Bartolomei (Direttore Generale Centro Elis) che, riportando la propria esperienza personale, ha concluso i lavori della giornata facendo un po’ il punto della situazione con una summa di tutti gli interventi che l’hanno preceduto: “In realtà alla base di tutti i discorsi che sono stati oggetto di dibattito in questo meeting, come minimo comun denominatore c’è l’uomo, la centralità dell’uomo e le sue virtù.

È un po’ come se mettessi l’ultima pietra visto che il mio discorso è conclusivo, metto l’ultimo mattone rimanendo in tema di immobiliare, è come se in qualche modo avessimo costruito oggi un grande edificio e sul pinnacolo ponessimo adesso la bandiera. Ecco vi lascio quest’immagine proprio della bandiera, per ricordarci, per ricordare a ciascuno di noi, che poi alla fine anche se siamo i primi a evocare un cambiamento, non è che ci piaccia molto poi cambiare: in realtà ci piacciono sempre i soliti meccanismi. E allora questo periodo di riflessione, di pandemia, di isolamento se volete, forse ci può aiutare, può aiutarci a riflettere, perché ribadisco non è tanto la politica, le commissioni parlamentari, non è tanto il palazzo, l’infrastruttura che ci risolverà i problemi, ma saremo noi, rimboccandoci le maniche. Lavorando in silenzio, di nascosto, senza alzare polveroni, come fecero i nostri padri, persone più silenziose, composte, equilibrate, che incarnavano tutti quei valori che noi oggi non siamo in grado di tramandare, noi nuova generazione.

Allora la spinta, l’esortazione, è proprio questa, a conclusione di questa bellissima occasione di incontro: di fare network, di fare alleanze, di convincerci che seppure siamo nati originali, non possiamo permetterci di morire da fotocopie, ma di lasciare traccia su questa terra. Questo ciascuno in proprio e per sé stesso, a prescindere da tutto il lamentio delle cose che non vanno e che potrebbero andare meglio, alla mistica del magari. Ognuno di noi immagina di possedere e di essere qualcos’altro, dove siamo, nel nostro ambiente di lavoro, con quella onestà, non più pensando i luoghi deputati alla formazione, le scuole e le università, come degli erogatori di competenze, ma puntando in quei luoghi a trovare delle guide e ad essere anche noi in prima persona delle guide, degli esempi, dei modelli a cui fare riferimento.

Pensate, pensiamo molto, ai giovani. Perché io credo veramente che guardando ai giovani forse ci verrà l’idea di immaginare un futuro prosperoso e radioso, potremmo effettivamente lasciare qualcosa di veramente strepitoso nell’atteggiamento, nell’esempio, l’immagine è questa. E quindi la spinta e l’augurio che mi faccio e che vi faccio è quella di approfittare di questo periodo di silenzio, di riflessione, guardando ciascuno sé stesso e pensando a che cosa si può fare di meglio ognuno nel proprio lavoro, nel rapporto con gli altri, riguardo alla collettività e non ultimo, appunto, al bene e all’armonia del creato”.

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