All’Assemblea pubblica Re Mind “Campioni d’Italia – Le Buone Pratiche Pubbliche e Private per il Rilancio del Paese”, promossa dal presidente di Re Mind Paolo Crisafi, è intervenuto Pino Musolino (Presidente Autorità Portuale di Civitavecchia) che ha così dichiarato:
“Grazie a Re Mind e a Paolo Crisafi per l’invito a questo interessante meeting. E’ bello poter parlare e porre un focus sulle buone pratiche, in un Paese dove spesso siamo molto bravi a parlare male della pubblica amministrazione e dove invece non valorizziamo abbastanza le nostre best practice nazionali.
Mi presento brevemente, sono stato quattro anni presidente dei board del porto di Venezia e di Chioggia, e dal dicembre del 2020 sono stato nominato presidente dei porti di Roma, quindi Fiumicino e Gaeta.
In generale, anche attraverso esperienze all’estero, ho puntato molto sulla mia formazione, in linea con il pensiero che ogni individuo che investa in se stesso e che permetta di far avere un valore aggiunto alla sua organizzazione contribuisce senz’altro al miglioramento della stessa.
Purtroppo, devo dire che in Italia, ancora oggi, l’elemento di puntare sul proprio percorso di formazione professionale non viene visto come un valore, come una risorsa, ma quasi come una perdita di tempo.
Da questo di vista, come autorità di sistema portuale, stiamo invece investendo moltissimo nelle attività di formazione, sia in quelle applicate, cioè istituite in collaborazione con gli istituti tecnici, sia in quelle che hanno che fare con le costruzioni di reti di relazioni con le grandi università del territorio.
Promuoviamo in generale una ricerca applicata, non fine a se stessa, ma che è in grado di generare di per sé economie e su cui si possono dare vita a dei percorsi professionali specifici.
Come ente pubblico non economico, di rilevanza nazionale e che ha come stakeholders veri e propri attori economici, il nostro scopo è quello di creare le condizioni in termini strategici, in termini tattici e di amministrazione e di funzionamento della macchina, per far sì che le imprese e gli imprenditori attuali che vorrebbero investire nei nostri porti, si sentano protetti, tutelati e messi nelle condizioni di poter fare al massimo il loro mestiere.
In questo contesto, naturalmente, oltre a una certa forma mentis che dobbiamo inevitabilmente avere e che dobbiamo trasferire a tutti i dipendenti dell’amministrazione, avremmo anche la necessità di avere degli strumenti adeguati, essendo alcuni tempi della pubblica amministrazione non in linea con quelli dei nostri stakeholders.
Bisogna secondo me in questo avere l’inventiva, nel rispetto complessivo delle regole, di pensare “out of box”, per non essere sempre all’interno di binari del pubblico, soprattutto se questo, in alcuni passaggi, è sinonimo di inefficienza. Il mio auspicio è allora quello di vivere in un Paese in cui il pubblico non sia un freno allo sviluppo, ma, al contrario, un elemento che, attraverso delle linee di moltiplicazione, permetta di avere di più e meglio.
In generale, ritengo sia doveroso andare oltre i nostri limiti culturali, guardarci intorno, prendendo come esempio di buona pratica anche altri paesi europei, fare scambio fattivo di informazioni, strutturarci meglio, al fine di essere costantemente dei catalizzatori di energia, di innovazione e di sviluppo integrato; sempre comunque all’interno di uno schema che non può prescindere dai rapporti con i nostri i territori e che sia improntato alla sostenibilità”.