Federico Carli all’incontro “GRAND (TOUR)ISMO ITALIA” Remind

All’incontro “GRAND (TOUR)ISMO ITALIA” Remind del 27 settembre 2021 ha contribuito l’Economista e Federico Carli, che ha così dichiarato:

“L’Italia è un paese di straordinaria bellezza naturale con un patrimonio artistico senza rivali al mondo. Il clima che ci donano il Mediterraneo e le nostre montagne è considerato un privilegio raro, la stessa luce che illumina monumenti e paesaggi – in ciascuna stagione dell’anno – sembra avere un’aura magica, quasi irreale. La varietà culturale che caratterizza noi italiani, che si riflette nella diversità delle tradizioni e degli stili di vita attuali, non già tra regione e regione ma tra comune e comune, rappresenta un altro elemento di ricchezza che ci distingue dagli altri stati europei, rendendoci unici. La nostra apertura mentale, il nostro amore per la vita, la nostra giovialità sono da tutti apprezzati e perfino invidiati. Non sorprende pertanto che per secoli l’Italia abbia attratto viaggiatori e turisti, tra i maggiori nomi della letteratura, delle scienze, delle arti, dell’imprenditoria, della finanza, così come milioni e milioni di cittadini di ogni livello economico e sociale. E non sorprende dunque che il turismo costituisca un pilastro fondamentale per il benessere del Paese, rappresentando “in tempi normali” il 14,9% della nostra forza occupazionale e il 13,2% del Pil.

La pandemia ha inflitto un colpo durissimo agli operatori di questo importantissimo settore. È dunque naturale dedicare attenzione particolare al comparto turistico, nell’ambito del piano di ripresa post-Covid. Un comparto che negli anni ha tratto la sua forza dalla straordinaria e impareggiabile bellezza del Paese, non su una chiara strategia a lungo termine volta a favorire l’intelligente sviluppo qualitativo e quantitativo dei flussi turistici.

Una strategia solida e coerente dovrebbe avere lo scopo di massimizzarne i benefici economici sull’intero territorio nazionale, per l’intero arco dell’anno, e allo stesso tempo di scoraggiarne alcune forme negative quali l’eccessiva concentrazione di persone in alcuni luoghi e in alcuni periodi (overtourism).

Dopo il blocco dei trasporti provocato dall’emergenza sanitaria, abbiamo oggi l’opportunità di delineare concretamente una visione per un rilancio quantitativo e qualitativo dei flussi dei viaggiatori, priva degli errori commessi nel passato. Siamo all’anno zero del turismo. Bisogna porre in essere azioni in grado di innalzare la qualità dei flussi turistici, avendo l’obiettivo finale di attivare un meccanismo nuovo attraverso il quale sia possibile recare il maggiore beneficio all’economia italiana in termini di reddito, ricchezza e occupazione. Per fare questo occorre innanzi tutto individuare con chiarezza i target di mercato coerenti con il nostro fine, definendo i paesi e i segmenti più adatti a ciascuno dei territori italiani.

Una volta assicurata la sopravvivenza degli operatori duramente colpiti dalla crisi, è giunto il momento di recuperare l’ambizione di perseguire obiettivi che in passato sono stati trascurati: 1) affrontare il problema dell’eccessiva concentrazione di turisti soltanto in alcuni luoghi e in alcuni periodi dell’anno (overtourism); 2) favorire la diffusione dei benefici del turismo sull’intero territorio nazionale; 3) innalzare la qualità media dei turisti, attirando in Italia i segmenti più pregiati del mercato, che naturalmente sono oggetto dell’attenzione degli altri paesi e sui quali quindi c’è una forte concorrenza. Alcune fasce di visitatori, infatti, costituiscono un costo netto per le aree verso cui si dirigono, poiché spendono pochissimo in loco. E, viceversa, consumano beni e servizi pubblici quali la sanità, i trasporti, la sicurezza, producono rifiuti e pongono una forte pressione sulla sostenibilità stessa del nostro patrimonio naturale e artistico.

Individuare i bacini di provenienza e i settori su cui puntare è il primo passo da compiere. Parallelamente bisogna definire gli strumenti su cui fare leva raggiungere quei target per innescare il circolo virtuoso: sport, cultura, enogastronomia, eventi, arte, natura, benessere, richiamo delle origini sono alcuni esempi.

Il piano non può essere parziale. Il Paese nella sua interezza deve trarne vantaggio: Roma e le grandi città d’arte – includendo le aree di prossimità attualmente trascurate dai viaggiatori – ma anche mare, montagna, borghi, laghi, fiumi. Insomma, il nostro straordinario territorio nella sua varietà e ricchezza.

In questo senso, occorre considerare che l’attività di rilancio del settore è strettamente legata alla salvaguardia del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico italiano. Essa si interseca quindi con gli sforzi per la tutela dell’ambiente, così fortemente sollecitati dalle linee guida europee per il PNRR; dunque, di concerto con gli altri dicasteri competenti, il Ministero del Turismo è chiamato a giocare un ruolo attivo nella definizione delle aree d’intervento per la messa in sicurezza del nostro territorio.

L’Italia è ancora oggi uno tra i paesi in cima ai pensieri dei potenziali viaggiatori, non solo europei. La comunicazione e la digitalizzazione diventano imprescindibili per trasformare in azione il desiderio. Impiegando questi due strumenti sarà possibile favorire una crescita del fatturato generato dal turismo più che proporzionale rispetto all’incremento del numero di turisti. Questo significa lavorare sulla qualità, oltre che sulla quantità dei turisti. Il ruolo dell’Enit, opportunamente trasformato, può essere decisivo per vincere la sfida.

Nel mondo esistono esempi di paesi che nel settore turistico hanno attuato politiche intelligenti e ottenuto risultati tangibili in un lasso di tempo breve.

Non ci sono ragioni per dubitare che l’Italia – paese sognato e amato per secoli da milioni di persone di ogni cultura – sappia appropriarsi del proprio futuro attuando una strategia di sviluppo del turismo coerente e concreta a beneficio di ciascuna nostra regione”.

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