Lorenzo Quinzi all’incontro “GRAND (TOUR)ISMO ITALIA” Remind

All’incontro “GRAND (TOUR)ISMO ITALIA” Remind del 27 settembre 2021 ha partecipato ai lavori il Segretario Generale Ministero del Turismo Lorenzo Quinzi che ha ricevuto l’omaggio da parte del Conservatorio di Santa Cecilia a nome del Ministero; il Dr. Quinzi ha inoltre così dichiarato:

Parlare di investimenti pubblici per il rilancio del turismo induce a pensare all’utilizzo delle risorse pubbliche come misura di “salvataggio” di un settore che, più degli altri, ha sofferto le conseguenze economiche della crisi epidemiologica da Covid-19.

Invero, la questione ha una portata ben più estesa, la cui comprensione richiede una valutazione a più ampio spettro del turismo, quale settore che richiedeva già, da almeno un decennio, una riforma strutturale di largo respiro, un radicale ripensamento delle policies di governance.

Il trasferimento delle funzioni in materia di sviluppo dei prodotti turistici e promozione dei territori alle Regioni, con la legge costituzionale n. 3 del 2001, ha fatto sì che molte di queste individuassero nel turismo uno dei settori più importanti per il proprio sviluppo economico, senza che tuttavia a ciò corrispondesse un’omogenea capacità delle stesse di trarre il maggior vantaggio possibile dalle opportunità offerte dal turismo. La frammentazione a livello normativo ha determinato altresì una significativa differenziazione della spesa pubblica per il turismo nei vari livelli amministrativi.

È stata pertanto avvertita, già da tempo, l’urgenza di una pianificazione coerente e coordinata, in cui far confluire all’interno di una visione strategica nazionale le scelte locali determinate dalle conoscenze del territorio da parte delle Regioni, così da garantire anche una maggiore certezza dei diversi livelli di finanziamento pubblico.

È indubbio, tuttavia, che affrontare la tematica nel momento storico attuale comporta una focalizzazione dell’attenzione sull’importanza delle misure di intervento pubblico per la ripresa di un settore che, in Italia, stando ai dati pre-pandemia, generava il 13% circa del PIL.

La pandemia ha determinato quella che è stata definita “una crisi senza precedenti per l’economia del turismo”, facendo registrare, in Italia, un calo di oltre 63 miliardi di euro per il consumo turistico interno e di 31 miliardi per il valore aggiunto turistico (VAT), che per il 2020 ha rappresentato il 4,5% del valore aggiunto totale e il 4,1% del PIL.

In tale contesto, investire risorse pubbliche riveste una duplice ed essenziale funzione: certamente contribuire, nel breve periodo, a una graduale ripresa del settore; ma anche “ripensare” il settore turismo, svolgendo un ruolo proattivo nella definizione di nuove linee di policy.

Una sfida di non poco conto, ove si consideri che il soggetto istituzionalmente preposto alla realizzazione di tali obiettivi è il Ministero del turismo il quale, istituito nel pieno della crisi economica in atto, ha dovuto immediatamente immaginare una programmazione a due livelli: una a breve termine, l’altra a medio-lungo termine.

In termini di presenze, il turismo inbound ha registrato nel 2020 un calo del 54,6%, con una perdita di circa 35 miliardi di euro rispetto ai livelli dell’anno precedente. Analogamente, il consumo turistico interno ha registrato una riduzione del 39,2% rispetto all’anno precedente.

A tal riguardo, tra le misure interventistiche del primo tipo, si possono annoverare le c.d. misure di recovery, quali le misure fiscali e finanziarie di sostegno alle imprese della filiera, le misure di sostegno al lavoro e i contributi a fondo perduto per gli anni 2020 e 2021.

Maggior rilievo però, in un’ottica di riconsiderazione del settore del turismo, rivestono le misure del secondo tipo, preordinate a sviluppare politiche turistiche più efficienti.

In tal senso, l’investimento pubblico per il rilancio del settore turismo non rappresenta più solo uno strumento di salvezza per le imprese in crisi, quanto condizione necessaria a dar importanza a un comparto che rappresenta uno dei fulcri dell’economia nazionale: significa investire le risorse per qualcosa che genera ricchezza.

Rilevanza cruciale riveste, in quest’ambito, la combinazione sinergica dei due principali strumenti di pianificazione: il Piano Strategico di sviluppo del Turismo (PST) e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Tra le misure fiscali, ad esempio, le diverse misure di sospensione di adempimenti e versamenti tributari ai sensi del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 (c.d. Cura Italia), convertito con modificazioni dalla Legge 24 aprile 2020, n. 27; del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137 (c.d. Ristori) convertito con modificazioni dalla Legge 18 dicembre 2020, n. 176; del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73 (c.d. Sostegni-bis), convertito con modificazioni, dalla Legge 23 luglio 2021, n. 106. Tra le misure di natura finanziaria, ad esempio, l’istituzione del Fondo turismo, finalizzato a sostenere il settore turistico mediante operazioni di mercato (tra cui sottoscrizione di quote o azioni di organismi di investimento collettivo del risparmio e fondi di investimento, per l’acquisto, ristrutturazione e valorizzazione di immobili destinati ad attività turistico-ricettive); l’istituzione del Fondo per la promozione del turismo in Italia di cui all’articolo 179 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla Legge 17 luglio 2020, n. 77; l’istituzione del Fondo destinato al ristoro delle perdite subite nel settore fieristico e congressuale.

Tra le misure adottate dal Ministero del turismo, si vedano da ultimi: il decreto del Ministro del turismo 24 giugno 2021, n. 1004, per il ristoro delle perdite subite dal settore delle fiere, dei congressi e della logistica; il decreto del Ministro del turismo 24 agosto 2021, n. 243, per il ristoro delle perdite subite da agenzie di viaggio, tour operator, guide turistiche e accompagnatori turistici, imprese di trasporto turistico mediante bus scoperti, imprese turistico-ricettive nonché agenzie di animazione per feste e villaggi turistici; il decreto del Ministro del turismo, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, del 26 agosto 2021 n. 1625, per il ristoro delle perdite subite dagli esercenti attività di impianti di risalita a fune, svolte nei comuni ubicati all’interno dei comprensori sciistici.

Il primo, quale documento programmatico di indirizzo strategico per il turismo in Italia finalizzato a promuovere un’azione coordinata nel settore turistico, risponde all’esigenza di una pianificazione unitaria che tenga conto della dimensione territoriale, declinando a livello nazionale un nuovo sistema organizzato per il

miglioramento della competitività turistica in Italia. Il secondo, recante un programma di investimenti miranti ad accrescere la capacità competitiva delle imprese e a promuovere un’offerta turistica basata su sostenibilità ambientale, innovazione e digitalizzazione dei servizi, è articolato in sei aree tematiche di intervento di cui una, la Missione 1, contiene una specifica componente relativa agli interventi in favore dei settori del turismo e della cultura (Componente C3 “Turismo e Cultura 4.0”).

A tal riguardo, gli interventi attuativi del PNRR nel settore del turismo dovranno svilupparsi lungo linee direttrici che consentano di sostenere i segmenti che rischiano di essere marginalizzati dai nuovi comportamenti turistici (ad esempio, le grandi città, l’offerta rivolta al turismo inbound) e contestualmente rafforzare i segmenti emergenti (i borghi, i piccoli centri, il turismo c.d. slow).

In quest’ottica si inseriscono le misure di investimento previste per il turismo nell’ambito del PNRR, quali in particolare la previsione di un “Digital Tourism Hub”, quale ecosistema turistico integrato; l’istituzione di un Fondo integrato per la competitività delle imprese turistiche;

il progetto Caput Mundi, per la creazione di nuovi itinerari turistici, anche attraverso interventi di restauro, e la valorizzazione del “turismo in periferia”.

Si tratta di interventi in cui l’investimento pubblico si interseca con politiche turistiche di rinnovamento rispetto al dato pre-pandemia, con particolare riferimento agli aspetti della digitalizzazione dell’offerta e della promozione turistica del Paese, dell’incentivo alla nascita e allo sviluppo delle PMI del settore, nonché della valorizzazione del Brand Italia.

Una tendenza, questa, che vede l’Italia in prima linea rispetto al resto d’Europa ove, all’adozione di misure finanziarie per assicurare la sopravvivenza delle imprese e la ripresa del mercato turistico, non ha fatto seguito un’attenzione per la valorizzazione del settore analoga a quella nazionale.

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