Stefano Distilli al Webinar Remind “Benessere delle Persone in Epoca Covid-19”

Al Webinar Remind “Benessere delle Persone in Epoca Covid-19” è intervenuto Stefano Distilli (Presidente Cassa dei Dottori Commercialisti – Cnpadc) che ha così dichiarato:

“Nella duplice veste di professionista e anche di presidente della cassa di previdenza dei dottori commercialisti, in un momento come questo che abbiamo vissuto da dall’inizio della pandemia, la nostra professione probabilmente è stata una di quelle che in qualche modo non si è mai fermata e sui vari versanti hanno dovuto anche fare da supporto nel sostenere una società che su tutti gli ambiti incontrava difficoltà, incertezze.

Credo che proprio la parola incertezza sia il nodo fondamentale, infatti dal nostro canto, come casse di previdenza, noi viviamo e dobbiamo ragionare in un clima di incertezza misurato sui prossimi decenni, in quanto dobbiamo fare previsioni mirate a 50 anni e dobbiamo far quadrare i conti in modo che tra 20/30/50 anni i nostri colleghi che con grande sforzo hanno cercato di pagare i loro contributi, abbiano poi delle prestazioni. La pandemia e tutto quello che ne è conseguito hanno moltiplicato di gran lunga il fattore d’incertezza.

Sicuramente sul lato attuariale, sul lato delle previsioni perché, appunto, le previsioni si basano su dati, su ipotesi che a volte sono dei puri esercizi di stile. stimare dati di crescita dell’economia, dati di crescita dell’occupazione a 50 anni, in qualche modo, può sembrare spesso un puro esercizio di stile.

Quindi da un lato l’incertezza nel nostro ruolo come come presidenti di casse, come amministratori di casse, per monitorare per riuscire a interpretare gli effetti di questa pandemia sull’economia, sulle professioni, sul lavoro e sulle sulle evoluzioni; ma dall’altro lato l’incertezza a livello di ognuna delle nostre professioni.

Tutti noi rispetto alle nostre professioni ci siamo interrogati, prima di tutto, su quali erano i possibili interventi per poter andare a sostenere, in un momento così difficile, quelle che erano – appunto – i problemi a cui si andava incontro. La nostra categoria è una di quelle a cui tutti si sono rivolti in questi due anni; una categoria che poi ha la caratteristica tipica di essere al di fuori dei cicli, perché tanto più sono le difficoltà, tanto più sono i problemi, tanto più sono le complicazioni, tanto più diventa necessario il nostro ruolo come risolutore di problemi.

Ci siamo trovati in questa fase a fare un po da fulcro per la risoluzione dei problemi. Da un lato c’erano i nostri clienti: i cittadini, le imprese e gli enti locali che avevano bisogno di interpretare norme che si sono succedute settimanalmente mensilmente con i vari decreti spesso non così chiari. Chiari nell’intento, chiari negli obbiettivi, chiari forse nella quantificazione delle risorse messe a disposizione; ma poi non così chiari nelle modalità applicative. Quindi ci siamo trovati comunque con tutte le difficoltà che che ognuno di noi, come qualunque cittadino vissuto, ad essere poi i consulenti e spesso anche gli psicologi dei dei nostri clienti che per poter presentare una pratica per l’ottenimento del mutuo garantito dallo Stato, per ottenere qualunque forma di di sostegno e per potersi muovere tra le varie norme hanno dovuto sempre fare riferimento a noi. Dall’altro lato fulcro anche rispetto al all’altra parte, allo Stato, a chi ha fatto le norme; a chi poi è andato man mano ad interpretarle – spesso anche con con contraddizioni. In questi due anni diciamo probabilmente sarebbe stato utile una fusione delle due professioni: quella di psicologo e quella di dottore commercialista in quanto abbiamo svolto anche quella senza tener conto che invece ne avremmo tanto avuto bisogno anche noi. Abbiamo lavorato 7 giorni su 7 senza senza interruzione, con tutte le difficoltà a livello di redditi, soprattutto rispetto al farsi retribuire il lavoro svolto che per la nostra professione è diventato sempre più difficile, in quanto da parte dello stato, delle agenzia delle entrate, è diventato in questi anni un’abitudine quella di attribuirci funzioni che sono diventate consuetudine senza poi garantirci una remunerazione.

Dall’altra parte ci siamo dovuti ci siamo trovati a fare da da sostegno ai nostri clienti: le attività commerciali, gli artigiani, le imprese e tanto più le attività turistiche e le attività ricettive, in situazioni spesso disperate, ma che quindi facendo spesso un’attività per poter andare ad usufruire di quelle che erano le misure messe a disposizione a titolo gratuito. Quindi sicuramente una una situazione molto complicata e, come dicevo, sul lato cassa in questo ci siamo interrogati come tutte le altre casse professionali su quali potevano essere, in un quadro il distinto, le migliori misure da adottare nell’immediato per poter essere un sostegno adeguato ai ai nostri colleghi. Credo così come gli altri colleghi delle altre casse, per la prima fase siamo andati un po a tentativi per individuare misura che potessero essere utili. Dall’altra per fortuna in questo quadro, lo Stato, per la prima volta ha riconosciuto anche il nostro ruolo attraverso le misure che ha citato: l’esonero contributivo, il reddito di ultima istanza, che sono state una boccata di ossigeno, ma anche un riconoscimento per un mondo – quello delle libere professioni – che spesso è visto un po come un qualche cosa qualche cosa a sé.

In tutto questo e per concludere il nostro ruolo ruolo di professionisti e di presidenti di casse di amministratori di casse deve essere quello di dare continuità al nostro al nostro impegno, al nostro lavoro, e l’unico modo per farlo è quello di investire sulla professione, investire sulla specializzazione delle professioni, sulla collaborazione tra professioni che diventa sempre più fondamentale. Non come ognun sa come un corpo a sé, ma come si fa in sede di Adepp, ragionare in modo in modo comune. Questo è poi il fattore fondamentale poi per il sostegno per la sostenibilità futura delle nostre casse. Senza una professione che si rinnova, senza i nuovi ingressi, senza la possibilità che ci sia lavoro e attività per i nuovi professionisti, evidentemente anche la sostenibilità futura delle casse non è pensabile. Questo rientra appunto in un discorso sicuramente più complessivo, di riconoscimento del ruolo delle professioni nell’ambito del pnrr, nell’ambito di tutte quelle che saranno le strategie future per la ripresa e per lo sviluppo del nostro Paese, che devono vedere sicuramente i liberi professionisti come un tassello fondamentale a supporto ognuno nel proprio ruolo; a supporto del sistema, a supporto dei cittadini, ma anche al supporto del dell’economia in quanto come casse professionali siamo investitori che possono mettere a frutto anche le loro risorse nello nello sviluppo del Paese.
Quindi auspichiamo e speriamo in un riconoscimento sempre più di questo ruolo, anche dal punto di vista dai trattamenti fiscali, anche dal punto di vista del coinvolgimento nella definizione delle strategie di sviluppo di questo Paese. Quindi diciamo l’auspicio va in questa direzione”.

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