Massimo Improta al Think Tank Remind “Scenari Imprenditoriali – Cultura, Economia, Salute, Sicurezza, Sostenibilità & Turismo per le Future Generazioni”

Nell’ambito del percorso Remind “OLTRE LE CRISI: SCENARI IMPRENDITORIALI, ECONOMICI, IMMOBILIARI, INFRASTRUTTURALI, TURISTICI E CULTURALI” è intervenuto Massimo Improta, Dirigente Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico – Questura di Roma che ha così dichiarato:

“Grazie a Paolo Crisafi e a Remind per questo invito.

Rispetto alla città di Roma voglio iniziare dicendo che ci dobbiamo confrontare con un tessuto sociale che nell’ambito della stessa città è molto variegato; abbiamo infatti zone veramente povere, zone di periferia e zone in grandissima espansione dove su un lato della strada abbiamo case popolari e dall’altra le ville.

Nel complesso, abbiamo di fronte anche e soprattutto un problema di integrazione, un problema di cultura, che va a confliggere con una società in continua mutazione; in questo senso dobbiamo affrontare sempre più spesso una rimodulazione di servizi di vigilanza, di servizi di sicurezza e in generale di servizi al cittadino.

La stessa guerra in Ucraina, per esempio, possiamo dire di averla dentro casa, stiamo infatti accogliendo migliaia e migliaia di cittadini ucraini, dando loro la possibilità di una protezione anche a livello internazionale. E abbiamo nel complesso una continua affluenza di adulti e minori dai Paesi meno fortunati con cui dobbiamo confrontarci giornalmente.

Questo preambolo per far capire quanto possa essere difficile approcciarsi a un mondo giovanile che si è confrontato con una pandemia e con una crescita esponenziale delle attività via Internet, e senza forse uno sviluppo valoriale profondo come poteva essere per esempio negli anni ’70.

Il mondo è infatti cambiato nel giro di 10 anni, stravolto dalle nuove comunicazioni.

E da una parte, ben venga, perché abbiamo la possibilità di spaziare a 360 ° e vedere cosa succede nel resto del mondo, ma, dall’altra, dobbiamo fare attenzione, perché un giovane spesso non ha più la scelta di andare a scoprire le realtà della vita perché le trova già spiattellate in faccia attraverso i social, che spesso servono soltanto per produrre ulteriore materiale illecito.

Produzione dell’illecito che arriva di fronte a un giovanissimo già a partire dai 13, 14 anni, e che contribuisce ad alimentare il cyberbullismo.  

Tutto ciò va quindi combattuto, e lo si può fare. Come rappresentante delle forze di polizia, posso dire infatti che il sistema della sicurezza in questo senso non è soltanto il pronto intervento del 113 o il numero unico dell’emergenza, ma è anche il controllo del territorio e la prevenzione.

Da parte nostra, abbiamo per esempio un ufficio che si è costituito parecchi anni fa e che lanciava e lancia ancora oggi vari progetti di prossimità, come l’entrare nelle scuole per dare una lezione di legalità, complementare a quella che deve impartire l’istituzione, per contribuire a una crescita dalla stessa scuola, elementare, media e liceale.

Quest’anno l’iniziativa del 2022 è quella di entrare anche nelle università, dove ci poniamo come obiettivo quello di propagandare la cultura della legalità, contribuendo a diffondere un approccio sano al mondo del lavoro e facendo comprendere i rischi del guadagno illecito, dell’abusivismo, del traffico di stupefacenti o di quanto altro possa arricchirci indebitamente.

A questo riguardo, entrare nelle scuole o nelle università significa entrare in contatto con il più giovane anche attraverso delle app che sono state create appositamente, come youpol, nata per il bullismo, per lo spaccio di droga ed estesa anche ad altre criticità.

Che cosa dobbiamo tenere inoltre in considerazione da questo punto di vista? Che i giovani che ci interessano in questo momento sono soprattutto quelli nati dagli anni 80 in poi, i millennials, quelli che non hanno mai fruito appieno dei progetti di prossimità, quelli che non hanno fruito di un’attività intrapresa dalle forze di polizia, di cultura e di legalità, essendo quelli anni in cui noi stessi ci siamo rimodulati col cittadino.

In questo, fatemi dire l’errore è sempre possibile da entrambe le parti, e che se si lavora è sempre possibile sbagliare. Ricordiamoci che non c’è il dolo ma c’è l’errore, da parte magari dell’uomo che emerge rispetto all’uniforme, ma questo non significa che l’istituzione non stia dalla parte del cittadino; questo è quello che vorremmo far comprendere ai più giovani e che vorremmo che tutti comprendessero.

In questo senso è fondamentale unire le forze, prendendo spunto da chiunque possa darci delle indicazioni da settori a noi distanti, perché, per esempio, non essendo io imprenditore non potrò mai realmente capire qual è il meccanismo che possa mettere in gioco un giovane nel mondo dell’imprenditoria o ancora non potrò mai aiutare appieno un giovane che non viene incluso sul territorio se non ho l’appoggio del Comune di Roma.

Ecco, queste sono alcune delle principali criticità ed emergenze di una città che, ricordiamo, in termini di estensione contiene metaforicamente 9 delle città più importanti italiane, e che è 12 volte più grande di Parigi, di una città che vive come un poliedro, con mille novità, mille facce, mille aspetti.

In questo senso si può quasi dire che Roma è un po’ come Campo dei Fiori, che cambia aspetto e fisionomia fino quattro volte nell’arco di una stessa giornata.

Le proposte di lavoro che noi possiamo mettere in campo da questo punto di vista sono quindi quelle che ho già elencato come, per esempio, appunto, quella delle scuole e delle università, dove dobbiamo far vincere la paura di approcciarsi alle forze dell’ordine, le quali non devono essere necessariamente repressive, ma che anzi possono essere di grande aiuto.

Aiutiamo quindi il prossimo, anche attraverso per esempio le app che abbiamo messo in campo già da quattro anni e che aiutano a prevenire fatti di bullismo, di droga e di violenza domestica, in linea con una concezione delle forze dell’ordine che non sono solo la volante che sgomma ma che sono anche prevenzione e aiuto sul territorio. Laddove quindi possiamo dare un contributo, siamo ben felici di confrontarci con altri settori che forse fino ad ora abbiamo osservato solo da lontano. Grazie”.

 
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