Ivano Cincinnato al Think Tank Remind “Scenari Imprenditoriali – Cultura, Economia, Salute, Sicurezza, Sostenibilità & Turismo per le Future Generazioni”

 

Nell’ambito del percorso Remind “OLTRE LE CRISI: SCENARI IMPRENDITORIALI, ECONOMICI, IMMOBILIARI, INFRASTRUTTURALI, TURISTICI E CULTURALI” è intervenuto Ivano Cincinnato, esperto Remind per la Comunicazione Strategica e le Relazioni, che ha così dichiarato:

“Penso, innanzitutto, che un altro prezioso obiettivo sia stato ampiamente raggiunto da questa tavola rotonda, perché ancora una volta conoscenze, competenze ed esperienze diverse, portate da personalità con tratti marcatamente differenti, abbiano congiuntamente contribuito ad alimentare la speranza (sempre necessaria e mai sufficiente da sola!) che si possa agire in modo concreto ed efficace per migliorare le cose intorno a noi.

Ciò’ che in questi casi può stabilire l’efficacia di un obiettivo è il toccare concretamente temi importanti e al tempo stesso di difficile realizzazione e renderli fruibili e realizzabili in tempi brevi, mediante l’impiego di risorse umane ben organizzate e allineate in un’unica direzione.

Di fatto, le parole chiave che sono emerse in tutti gli interventi, nonostante la trasversalità dei ruoli professionali, sono state principalmente: comunicazione con i giovani, futuro dei giovani e sostenibilità dei progetti. Chiunque abbia parlato, le ha utilizzate, anche sotto forma di sinonimi e, pertanto, si è andati facilmente tutti insieme verso il conseguimento dell’obiettivo, in termini di accordo tra le parti circa l’impegno e i mezzi da impiegare. Ne sono dimostrazione le molteplici richieste di scambio di contatto telefonico tra i partecipanti proprio durante gli interventi, col fine di trasformare le promesse iniziali in azioni concrete e a stretto giro.

Non nascondo che ho provato un profondo piacere nell’osservare tutto questo.

Se pensiamo alla sola parola sostenibilità, ad esempio, dove per sostenibilità intendiamo qualcosa che possa essere mantenuto (sostenuto appunto) nel tempo, è stata più volte utilizzata e subito tradotta in possibili azioni personali, con l’idea comune di garantire continuità ai progetti nel tempo, nonostante il periodo storico di per sé scarso di continuità lavorativa e di contatto sociale più in generale.

Spesso la mancanza di idee illuminanti o, se vogliamo più nel pratico, di strumenti idonei all’impiego efficace ed efficiente delle risorse disponibili, non solo economiche, conduce ad un inesorabile fallimento di molti progetti, anche piuttosto interessanti e potenzialmente utili.

Credere non basta, purtroppo. Occorre una vision compatibile con azioni e strumenti adeguati.

Un altro fattore di successo di questa bella iniziativa Remind, che vorrei sottolineare prima di chiudere, e che ne ho apprezzato la testimonianza nella presentazione di tutti, è stato il prendere in considerazione tutte e tre le dimensioni temporali che ruotano intorno ad un progetto ben strutturato, ovvero il passato e il futuro, oltre al presente.

Perché nel raggiungimento di un obiettivo e nella sua sostenibilità, occorre prendere in considerazione gli errori già commessi nel passato, in modo da tradurli in nuovi tentativi (diversi) nel presente e generare risultati più soddisfacenti nel futuro. Ed ecco il collegamento con i giovani, spaventati da un passato importante e ingombrante, non sempre foriero di risultati gratificanti, di fronte ad un futuro che non promette loro particolari garanzie di successo e di realizzazione personale, riducendo la spinta e la motivazione interiore ad agire, a rischiare e a imparare facendo.

Aiutare i giovani attraverso strumenti e modalità più compatibili con il loro mondo di percepire il mondo, è un po’ quello che stiamo cercando di fare da qualche tempo. Cercare di creare, non senza difficoltà, strumenti pronti all’uso per migliore il contatto diretto con la realtà sociale e lavorativa, così da tradurre conoscenze e competenze messe a disposizione dalle istituzioni in un “tool” o in un set variegato di “accessori” per i giovani, di facile impiego e implementazione, per riattivare “l’appetito” in chi l’ha ormai perso, è diventato parte integrante della nostra mission. Ma per farlo, è chiaro che, occorre innanzitutto una conoscenza tecnica e specialistica dei giovani e del loro modo di interagire col mondo che li circonda.

Da qui, caro Paolo, la tua meravigliosa intuizione di coinvolgere e impiegare professionalità diverse e complementari e far convergere i loro contributi in un unico macro obiettivo, così da aumentarne le possibilità di riuscita.

Ho sentito dire tante cose su giovani, anche oggi, che sono disorientati e che non sanno a volte comunicare. Che non si sentono compresi e accettati e che sono spaventati da un futuro che non promette loro nulla di rassicurante. In parte è vero, proprio come dicevamo prima. Tuttavia, non si può ignorare il fatto che la paura, in quanto emozione primaria con funzione adattiva, la più antica di tutte, appartiene ai giovani di tutte le generazioni, anche quelle passate.

Ci sono stati dei periodi storici piuttosto difficili per i giovani, considerati vere e proprie schegge impazzite e incontrollabili. Nel medioevo, ad esempio, l’infanzia e una parte dell’adolescenza, erano considerate alla stregua di malattie mentali. Erano fasi di tale incomprensione e di difficile gestione, che dovevano essere superate il prima possibile, proprio perché non utili alla società. Eppure, proprio la paura ha permesso a molti di loro di far fronte ai limiti imposti dalle convinzioni sociali folli e paradossali, minacciose e disturbanti psicologicamente, trasformando i timori e le incertezze in coraggio, attraverso azioni continue dirompenti.

Aiutare i giovani, a mio avviso, non vuol dire sollevarli dalle criticità tipiche della loro età o del difficile periodo storico in cui vivono, quanto piuttosto renderli consapevoli delle risorse messe a loro disposizione e delle modalità più efficaci di utilizzare, così da impiegarle a loro vantaggio. Insegnare loro tecniche di comunicazione efficace o strategie di problem solving, ad esempio, li aiuterebbe sicuramente a ridurre l’impatto emotivo durante la scalata verso i traguardi privati e professionali, riducendo i drop out e aumentando i successi.

Concludo questa mia sintesi delle giornate Remind rinnovando a te Presidente, ai partecipanti e ai partner Remind le mie più sentite congratulazioni per queste iniziative sempre ben riuscite, con l’augurio a ciascuno di riuscire nell’intento di rendere sostenibile il futuro dei più giovani e, quindi, il futuro di tutti”.

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