Giulio Gravina (Cofondatore Gruppo Italpol) al Think Tank Futuro Italia Remind

Giulio Gravina (Cofondatore Gruppo Italpol) al Think Tank Futuro Italia Remind del 5 Giugno 2023 ha dichiarato:
 
“Ringrazio innanzitutto il Presidente di Remind, Paolo Crisafi, per la sua attenzione e profondo impegno su un tema strategico come quello dello sviluppo sostenibile e messa in sicurezza della nazione. Il mio intervento verterà in particolare sull’aspetto riguardante il contributo dei servizi di vigilanza privata per la messa in sicurezza della nazione in un quadro di sviluppo sostenibile, evidenziando l’esperienza delle buone pratiche già maturata nel settore. Oggi il comparto dei servizi di sicurezza privati si trova in un momento di svolta. Gli ultimi 15 anni sono stati caratterizzati dall’implementazione di nuove norme che hanno ridefinito il mercato dei player e consolidato il ruolo della vigilanza privata come modalità di sicurezza sussidiaria e complementare a quella delle forze dell’ordine. La particolarità, direi unica, del quadro normativo di settore è data dal richiamo espresso di norme UNI (Ente italiano di normazione) all’interno di disposizioni normative obbligatorie. Le norme UNI per definizione sono documenti che dicono “come fare bene le cose”, garantendo sicurezza, rispetto per l’ambiente e prestazioni certe. Infatti il decreto ministeriale n. 269/2010 in materia di capacità tecnica e qualità dei servizi degli istituti di vigilanza privata stabilisce che per operare sul mercato gli istituti di vigilanza privata devono essere in possesso del certificato volto ad attestare la conformità dei loro servizi, impianti e professionisti alla norma UNI 10891. Tale norma, aggiornata nel 2022, individua e specifica tutte le figure apicali e gli operatori chiamati a erogare i servizi di vigilanza privata, definiti anche in termini di qualità, a vantaggio dei clienti e più in generale del mercato. L’esperienza maturata può essere definita positiva, senz’altro dal lato delle imprese ma anche dal lato della committenza. La vigilanza privata contribuisce fattivamente alla messa in sicurezza delle infrastrutture critiche. La sicurezza dei luoghi di transito, come gli aeroporti, stazioni ferroviarie, porti, è garantita anche grazie al contributo delle imprese di sicurezza privata, attraverso l’impiego di guardie giurate che hanno seguito un particolare percorso formativo e ottenuto il certificato di addetto ai servizi di sicurezza sussidiaria. L’ambito di intervento dei servizi di sicurezza sussidiaria e complementare è ben definito e l’esperienza maturata sinora può certamente porre le basi per una estensione degli ambiti d’intervento a garanzia sempre di una maggiore sicurezza dei cittadini e della comunità intera. Un ambito in cui i servizi di vigilanza non hanno ancora espresso il proprio potenziale è certamente l’ambito della sicurezza urbana così come definito dal DL n. 14/2017. La norma che definisce la sicurezza urbana come bene pubblico riconosce anche forme di partenariato, non solo tra soggetti istituzionali, ma anche tra il “pubblico” e il “privato”. In particolare, la norma prevede che i “patti per la sicurezza urbana” possono individuare specifici obiettivi per l’incremento dei servizi di controllo del territorio e, più in generale, per la sua valorizzazione. Nello specifico vengono contemplati l’avvio di progetti concernenti la messa in opera a carico di privati, previo il riconoscimento di vantaggi fiscali, di sistemi di sorveglianza tecnologicamente avanzati, dotati di software di analisi video per il monitoraggio attivo con l’invio di segnali di allarme alle centrali delle forze di polizia o di istituti di vigilanza convenzionati. Tale norma al momento è rimasta inespressa in quanto il legislatore non ha ancora specificato cosa s’intenda per istituti di vigilanza convenzionati. Tale previsione normativa rimane comunque di fondamentale importanza come base per sviluppare ulteriormente il ruolo della vigilanza privata nell’ambito della sicurezza urbana magari, anche in questo caso attraverso l’individuazione di forme d’intervento sussidiario della vigilanza privata rispetto all’attività della polizia municipale. A sostegno di quest’ultima prospettiva, va senz’altro menzionata l’esperienza del protocollo denominato “Mille occhi sulle città” che ha già una storia ultra decennale, essendo stato firmato per la prima volta nel 2010, anche se le prime sperimentazioni risalgono agli inizi degli anni 2000. Il protocollo Mille occhi sulle città è sottoscritto da Ministero dell’Interno, ANCI (Associazione Comuni italiani) e dalle associazioni comparativamente rappresentative degli istituti di vigilanza privata, al fine di sviluppare un sistema di sicurezza che integri le iniziative pubbliche e private nella cornice della sussidiarietà e della complementarietà. Il progetto prevede la valorizzazione dei compiti di osservazione delle guardie giurate nell’ambito di una sinergia informativa che, pur escludendo l’esercizio di pubbliche funzioni, garantisca moduli collaborativi tra gli organi deputati alla pubblica sicurezza, anche locali, e gli istituti di vigilanza”
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